Chicago, 1929, epoca del proibizionismo. Testimoni involontari del massacro di San Valentino, nel tentativo di sfuggire ai gangster sulle loro tracce due squattrinati musicisti jazz (Jack Lemmon e Tony Curtis) si travestono da donne e si aggregano a un’orchestra femminile in partenza per una tournée in Florida. Ma durante la trasferta la loro copertura rischierà più volte di saltare a causa di una serie di imprevedibili sviluppi, a partire dall’incontro con Zucchero (Marilyn Monroe), seducente e sfortunata cantante e suonatrice di ukulele.
Sedicesimo lungometraggio da regista del geniale e già noto Billy Wilder, nonché secondo da lui co-sceneggiato insieme al fidato I.A.L. Diamond (che collaborò alla stesura di tutti i suoi copioni successivi, tra cui il successivo e a sua volta imperdibile L’Appartamento), è uno dei suoi lavori più celebri ed acclamati, giustamente considerato una delle migliori commedie americane della storia del cinema. Partendo da un drammatico fatto di cronaca, Wilder ne rielabora gli sviluppi declinandoli secondo i canoni di un’esemplare farsa d’alta scuola in cui continua a rielaborare i temi del travestitismo e dello scambio di ruoli (entrambi da sempre ricorrenti nella sua filmografia) per farne stavolta il fulcro e il motore della narrazione, ribaltando e quindi scardinando con frizzante originalità gli stereotipi sessuali e d’identità. Al contempo sofisticato e malizioso, garbato ma audace anche per come sovverte le componenti di erotismo e violenza, è un sempreverde capolavoro di umorismo degli equivoci orchestrato con ritmo infallibile e un brio irresistibile, il tutto coadiuvato da un eccellente terzetto di interpreti composto un’affiatata coppia di interpreti maschili e una perfetta, iconica Monroe (di nuovo con Wilder dopo il successo di Quando la Moglie è in Vacanza) in quella che resta probabilmente la sua migliore performance (per la quale ottenne l’unico Golden Globe della sua carriera). Ricco di gag memorabili e sequenze da antologia (tra cui la sequenza finale con la mitica battuta “nessuno è perfetto”, entrata nell’immaginario), ottenne 6 candidature agli Oscar (tra cui miglior regia, sceneggiatura e miglior attore a Jack Lemmon), aggiudicandosi tuttavia un solo premio per i costumi del grande veterano Orry-Kelly. Girato interamente in un efficace bianconero (ad opera dell’abile direttore della fotografia Charles Lang) e vagamente ispirato dal soggetto di Fanfare d’Amour (film francese del 1935 scritto da Richard Pottier, di origine austriaca come Wilder), negli anni Settanta diede a sua volta origine alla fortunata commedia musicale Sugar di Peter Stone.
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Summary
“Some Like It Hot”; di BILLY WILDER; con JACK LEMMON, TONY CURTIS, MARILYN MONROE, GEORGE RAFT, PAT O’BRIEN, BILLY GRAY, GEORGE E. STONE, HARRY WILSON; commedia; USA, 1959; B/N; durata: 120’; |
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