Il geologo Tom (Jim Broadbent) e l’analista Gerri (Ruth Sheen) sono un’anziana coppia di coniugi con un figlio di nome Joe (Oliver Maltman), ormai adulto ma che fatica a trovare la compagna della sua vita. Le loro giornate scorrono tra amore, devozione e gli incontri con gli amici; tra questi, la nevrotica Mary (Lesley Manville) e l’ubriacone Ken (Peter Wight). Ma due grosse novità sono in arrivo: Joe troverà infatti l’amore nella terapista Katie (Karina Fernandez); dall’altra parte, però, un lutto improvviso colpirà la loro famiglia…
Dopo la parentesi ottimistica de “La Felicità Porta Fortuna”, sulla scia dei film precedenti (dal premiatissimo “Segreti e Bugie” al notevole “Tutto o Niente”) il grande autore inglese Mike Leigh torna al dramma per fotografare ancora la quotidianità, questa volta scandendo in quattro stagioni un anno della vita di Tom e Gerri: già dai nomi dei protagonisti emerge però un’ironia tutta british, non solo votata a rilevare fin da subito devozione e costanza tra i due coniugi, ma anche (e soprattutto) a sottolineare il tono deliziosamente dolceamaro di un’opera corale i cui temi predominanti risultano invece essere la fragilità e l’umanità dell’individuo. Il tutto scaturisce attraverso emozioni soprattutto parlate, sottovoce e rarefatte oppure apertamente manifestate, ma comunque (e questo è il punto forte) assolutamente verosimili, per mostrare ancora una volta storie comuni di ordinaria grandezza; così, puntando su un’orchestrazione essenziale, sempre attenta e a tratti persino raffinata, Leigh conferma ancora una volta la sua abilità nel raccontare il passaggio dell’esistenza attraverso storie ed emozioni che si rivelano universali, con un’autenticità cristallina che come tale si traduce su schermo in sostanza e coinvolgimento, raggiungendo in ciò l’efficacia di alcuni dei suoi titoli più conosciuti. Ovviamente, gran parte del merito è condiviso con un perfetto gruppo di attori tutti eccezionali, capaci di trasmettere sensazioni indelebili anche solo con uno sguardo, una pausa, una frase accentuata o un movimento spontaneo: i duetti tra i due protagonisti o il prologo con Imelda Staunton (già con Leigh nel notevole “Il Segreto di Vera Drake”) valgono da soli il prezzo del biglietto, anche se una nota di merito speciale per Lesley Manville è forse dovuta. Meritata nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Another Year | |
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Summary
id.; di MIKE LEIGH; con JIM BROADBENT, RUTH SHEEN, LESLEY MANVILLE, PETER WRIGHT, DAVID BRADLEY, OLIVIER MALTMAN, KARINA FERNANDEZ, IMELDA STAUNTON; drammatico; G. B., 2010; durata: 129’; |
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