Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) è in grado di estrarre segreti dalle menti altrui, prelevandoli attraverso i sogni. Un giorno riceve un incarico da un potente industriale orientale Saito (Ken Watanabe), che gli propone un accordo: gli permetterà di tornare negli Stati Uniti, dove Cobb è (ingiustamente?) ricercato per l’omicidio della moglie (Marion Cotillard), se lui compirà una missione opposta al suo operato consueto, ovvero la pericolosa operazione chiamata “inception”: Cobb non dovrà infatti prelevare pensieri, ma installare un’idea per radicarla nella mente di un individio. Il soggetto in questione è il figlio del rivale in affari di Saito, Robert Fisher Jr., che dovrà essere convinto di dover distruggere l’impero ereditario del padre quando quest’ultimo morirà, così Saito potrà disfarsi del rivale. Cobb accetta l’incarico, affiancato da un team di professionisti: insieme al suo socio Arthur (Joseph Gordon-Levitt), lo affiancheranno Eames (Tom Hardy), abile falsario, capace di cambiare aspetto all’interno dei sogni, e la giovane Arianna (Ellen Page), a cui sarà adibito l’incarico di costruire l’architettura del sogno, strutturata in tre livelli distinti…
Entrare nei propri sogni attraverso quelli di altri. Questa l’idea vincente di “Inception”, l’ultimo, ambizioso progetto di uno degli autori visionari più promettenti della nuova generazione. Christopher Nolan non è nuovo allo sconosciuto universo dell’inconscio: ci aveva infatti già entusiasmato con “Memento”, il suo film più citato e ricordato (e per la cui sceneggiatura fu candidato all’Oscar). Ma non dobbiamo dimenticare che il talentuoso regista inglese è anche autore di “Insomnia”, “The Prestige” e del mega-successo “Il Cavaliere Oscuro”; una filmografia, quindi, in cui il saputo fondere egregiamente il cinema d’autore e il blockbuster di pubblico. E il primo come anche il secondo convivono, seppur tra alti e bassi, anche in questo suo ultimo, attesissimo film, in cui Nolan ci accompagna nel difficile, e oscuro terreno di un subconscio, un universo parallelo che si può costruire, comandare, vivere. Un universo in cui Nolan ci accompagna “materialmente”, tuffandoci in un viaggio attraverso quell’ignota e sconosciuta dimensione della mente che qui si mostra visibile e palpabile, rappresentato dall’autore come un pericoloso tunnel a spirale a più livelli, in cui tutto può succedere, e da cui, anche per questo, bisogna in seguito riuscire a riemergere. Un’operazione certo ambiziosa e soprattutto rischiosa, ma il regista (come sempre anche sceneggiatore e produttore) risolve il tutto con una visionarietà d’autore a dir poco sapiente ed ammirevole: nella spirale (a tratti un po’ macchinosa) dei molteplici livelli narrativi, i sottocontesti emergono senza simbolismi confusionari o facili espedienti, e gli effetti speciali, di innegabile efficacia, non hanno quella prepotenza spaccona che avrebbe reso fastidiosa la visione (l’uso del digitale è infatti ridotto all’osso, e sostituito da grandiose scenografie in movimento e dalla splendida fotografia di Wally Pfister premiata con l’Oscar). Quello che manca ad “Inception” è forse quel pathos autentico, quell’emozione tanto indelebile quanto indimenticabile che ha reso capolavori film come “Blade Runner” o “Brazil”. Ma d’altra parte, se ci si lascia trascinare in questa dimensione immaginifica, sarà poi un piacere perdersi nel labirintico incastro, tanto complesso quanto ingegnoso, che termina con un finale quasi aperto, a libera interpretazione, come a confermare la volontà di confondere realtà e apparenza. Così, tra trovate sorprendenti, azzeccati momenti di regia, e citazioni che spaziano dalla fantascienza classica (sia cinematografica che letteraria), fino ai miti classici (da Orfeo ed Euridice fino al filo di Arianna), “Inception” colpisce e affascina, e Nolan si riconferma uno dei più interessanti autori contemporanei, nonché grande mago nel creare mondi caleidoscopici tanto complessi quanto travolgenti. Ed è sempre entusiasmante tuffarsi e lasciarsi trasportare in una così travolgente, originale e a dir poco intrigante storia di fantasia; in particolar modo quando è così meticolosamente scritta, così ben girata e così magistralmente interpretata (specie da DiCaprio e Cotillard), ma anche perché è proprio per questo che vale la pena vivere i sogni, di qualsiasi tipo essi siano. Oltre alla fotografia, altri 3 premi Oscar (effetti visivi, mixaggio sonoro e montaggio sonoro) su un totale di 8 nomination (tra cui miglior film e migliore sceneggiatura originale).
Inception | |
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Summary
id.; di CHRISTOPHER NOLAN; con LEONARDO DiCAPRIO, KEN WATANABE, MARION COTILLARD, JOSEPH GORDON-LEWITT, ELLEN PAGE, TOM HARDY, MICHAEL CAINE, CILLIAN MURPHY, TOM BERENGER, LUKAS HAAS; fantascienza; USA/ G. B., 2010; durata: 148’; |
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1 Comment
Cinlarella
anch’io sostengo che ad Inception manca qualcosa per essere da cineteca…comunque un buon film. ciao 🙂