La Finestra sul Cortile

La Finestra sul Cortile

Costretto all’immobilità da una frattura alla gamba, il fotoreporter Jeffries (James Stewart) inganna la noia spiando i vicini con un teleobiettivo finché, osservando sospetti movimenti nell’appartamento del dirimpettaio, inizia a credere che quest’ultimo abbia commesso un omicidio. Così, aiutato dalla sua fidanzata Lisa (Grace Kelly) e dalla sua cinica infermiera (Thelma Ritter), decide di indagare.

Tratto da un racconto di Cornell Woolrich (adattato per lo schermo da John Michael Hayes), è uno dei più celebri e citati capolavori del maestro Alfred Hitchcock. Impeccabile nella costruzione perfettamente armoniosa e magistrale nella personale cifra stilistica di esemplare compattezza (vedere l’ingegno genuino delle soluzioni espressive che asseconda il punto di vista del protagonista rispettando al tempo stesso l’unità di luogo), è un film in eccellente equilibrio tra atipico e coinvolgente thriller da camera, briosa quanto acre commedia rosa e infallibile suspense d’atmosfera, il tutto snodato su tre principali linee direttrici: la prima, puramente narrativa, corrisponde al più epidermico svolgimento della trama da “whodunit” (il giallo deduttivo con un colpevole da smascherare) e si lega alla seconda che, procedendo in parallelo sul piano psicologico, si risolve invece nel sub-plot di carattere sentimentale imperniato sulla relazione tra i due protagonisti, portando così a galla il tema caro ad Hitchcock dei timori e delle difficoltà nel rapporto di coppia (anticipando inoltre in ciò la più nera e consolidata tensione romantica de “La Donna che Visse Due Volte”); la terza, più interna, profonda e concettuale, fa capo ad un discorso centrale e cruciale sul voyeurismo che, illustrato concentrandosi sulle implicazioni e sulle conseguenze che ne derivano piuttosto che sulla natura prettamente patologica, si presta a molteplici chiavi di lettura: da quella percettiva (il non poter vedere con chiarezza) a quella esistenziale (il bisogno di evadere dalla propria insoddisfazione che spinge a divenire testimone di un’altra esistenza), da quella morale (l’intimità violata e l’indiscrezione) a quella psicanalitica (l’ipotesi teorica dell’assassinio come occasione per ritrovare una libertà perduta), fino a quella onirica e meta-cinematografica (la finestra come schermo sul quale si proietta l’inconscio, con annessa riflessione sullo sguardo e sulla visione). Del tutto funzionali gli interpreti alle prese con personaggi coloriti e ben delineati, tra cui anche quello (assente nel testo d’origine) della luminosa Grace Kelly che, insieme alla grande caratterista Thelma Ritter, supporta con brio ed efficacia il perfetto protagonista Stewart (in uno dei suoi ruoli più giustamente ricordati). 3 importanti candidature agli Oscar (miglior regia, sceneggiatura e fotografia) e grande successo internazionale. Un classico.

La Finestra sul Cortile
La Finestra sul Cortile
Summary
“Rear Window”; di ALFRED HITCHCOCK; con JAMES STEWART, GRACE KELLY, THELMA RITTER, RAYMOND BURR, WENDELL COREY, BESS FLOWERS, JUDITH EVELYN, ROSS BAGDASARIAN; thriller; USA, 1954; durata: 112’;
100 %
Voto al film
User Rating : 0 (0 votes)

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

AlphaOmega Captcha Cinematica  –  What Film Do You See?