Lezioni di Piano

Nuova Zelanda, 1825. Ada (Holly Hunter), muta fin da bambina, arriva dall’Inghilterra insieme alla figlioletta (Anna Paqun), per sposare un coltivatore inglese (Sam Neill). Quando però quest’ultimo si rifiuta di tenere il suo amato pianoforte, Ada chiede aiuto ad un maori convertito (Harvey Keitel) per recuperare lo strumento. In cambio del favore, lui le chiede lezioni per imparare a suonare, e la donna, spinta dall’amore per la sua musica, accetta. Col passare dei giorni, l’iniziale riluttanza di Ada lascia il posto alla passione, e i due finiscono per intrecciare una relazione clandestina.

Terzo film della regista e sceneggiatrice neozelandese Jane Campion, è un melodramma in costume di vibrante lirismo che vive del sagace connubio tra romanticismo gotico da romanzo d’appendice e palpitante erotismo di classe, in cui il raffinato manierismo della confezione è meravigliosamente mitigato da una lucida sensibilità femminile più moderna, funzionale anche alla narrazione e al coinvolgimento: l’approccio dell’autrice pare coincidere con quello della sua intensa protagonista. Di grande tenuta stilistica e calibrato nella struttura narrativa, alla felicissima riuscita contribuiscono le splendide e ormai celebri musiche di Michael Nyman, l’avvolgente fotografia di Stuart Dryburgh (meravigliosi i passaggi di umido e fangoso naturalismo) e l’eccellente squadra di attori, con in testa una straordinaria Holly Hunter. Nell’anno di “Schindler’s List”, il film ottenne 3 Oscar importanti (miglior sceneggiatura originale, miglior attrice a Holly Hunter e migliore attrice non protagonista alla piccola Anna Paquin) e una trentina di riconoscimenti internazionali, tra cui 2 premi al festival di Cannes, dove oltre al premio come miglior attrice a H. Hunter ottenne anche la Palma d’Oro come miglior film (ex-aequo con “Addio Mia Concubina” di Chen Kaige).