Gli ultimi quattro mesi di vita del 16° presidente degli Stati Uniti Abraham Lincoln (Daniel Day-Lewis): la linea di condotta da seguire per porre fine alla guerra civile, la questione della schiavitù, il coraggio e la moralità, le scelte critiche, gli accesi dibattiti e gli scontri concitati per condurre il Paese verso un nuovo destino.
Tratto da “Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln” di Doris Kearns Goodwin, adattato per lo schermo dal drammaturgo Tony Kushner, l’opus n. 30 di Steven Spielberg (ebreo democratico) non è un biopic, nè un film storico o un film di guerra (effettivamente mostrata solo in un breve e fangoso prologo di battaglia), bensì un denso ed insolito dramma sociale da camera fondato sui dialoghi, vero motore e leitmotiv della narrazione. Tra cronaca e politica, pensiero e teoria, la regia sontuosa di Spielberg rinuncia all’epica ed elude l’agiografia e l’ideologia, preferendo invece un tono riflessivo e intimista, cupo e malinconico, in cui l’imponente dialettica del suo cinema (solitamente dal ritmo serrato, ricco di azione e caricato di retorica americana) è questa volta filtrata appunto nella parola e sviluppata attraverso discorsi aneddotici (“So che potrei fare sermoni più brevi, ma quando inizio sono troppo pigro per fermarmi”) e situazioni e dibattiti che rimandano all’attualità situazione sociale (dalla tesa e continua suspense negli scontri tra democratici e reppublicani agli intrinsechi riferimenti alle strategie di Obama). Intessuto di conflitti e contraddizioni, ambivalenze e contrappunti, è un film sul potere della politica e sulla politica del potere, il tutto espresso attraverso il ritratto in piedi di una delle più importanti figure pubbliche della Storia statunitense (un capo nato, vissuto e finito nei dubbi e nelle controversie), che non a caso trova il suo culmine nel momento della centrale presa di posizione del combattuto protagonista: “Sono il presidente degli Stati Uniti, investito di un potere immenso!”. Grande e poderosa interpretazione di Daniel Day-Lewis (che accorpa minuziosa devozione mimica e poderosa tecnica recitativa), a fianco del quale non sfigurano Tommy Lee Jones (il repubblicano Stevens) e Sally Field (nella parte della “difficile” first lady Mary Todd). Grande squadra di fidati collaboratori tecnici: fotografia di Janusz Kaminski, scene di R. Carter e J. Erickson, costumi di J. Johnston, montaggio di Michael Kahn, colonna sonora dell’immancabile John Williams. 12 candidature agli Oscar e 2 statuette: miglior attore protagonista a Day-Lewis e miglior scenografie.
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Summary
id.; di STEVEN SPIELBERG; con DANIEL DAY-LEWIS, SALLY FIELD, TOMMY LEE JONES, JOSEPH GORDON-LEVITT, DAVID STRATHAIRN, HAL HOLBROOK, JAMES SPADER, JOHN HAWKES, JACKIE EARLE HALEY, LEE PACE, MICHAEL STUHLBARG, GLORIA REUBEN, TIM BLAKE NELSON; drammatico; USA, 2012; durata: 150'. |
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