Non riuscendo a trovare lavoro, il dimesso Lou Bloom (Jake Gyllenhaal) vaga per le strade di Los Angeles in cerca di possibilità. Un giorno, però, assiste per caso a un incidente stradale e ha un’illuminazione: si procura una videocamera e da quel momento passa le notti correndo sui luoghi delle emergenze, per riprendere le scene più cruente e vendere il materiale ai network televisivi. La sua scalata al successo lo rende sempre più spietato finché, pur di mettere a segno uno scoop sensazionale, arriva a interferire pericolosamente con l’arresto di due assassini…
Già autore, tra gli altri, dello script di The Bourne Legacy, grande successo condiviso con il più celebre fratello Tony (regista anche di Michael Clayton, qui co-produttore) e con il gemello John (che qui mantiene il ruolo di capace montatore), al suo esordio dietro la macchina da presa il rodato sceneggiatore Dan Gilroy scrive e dirige un’opera prima notevole e sorprendente. Vigoroso nella messa in scena e solido nella struttura narrativa, è un lucido, corrosivo ed impietoso ritratto della deriva etica del giornalismo in forma di parabola nerissima su unsa rincorsa al successo spietata e selvaggia che, in una sorta di rivisitazione acida del sogno americano ribaltato in incubo, travalica i confini del genere e diventa un noir aggiornato all’epoca della tecnologia; infatti, con un’impronta stilistica memore della lezione di Scorsese, Cronenberg e Mann, nella seconda parte i toni plumbei e le situazioni sinistre progressivamente si accentuano e il film evolve in un cupo thriller d’atmosfera in cui (al di là di alcune concessioni all’action adrenalinico) la violenta crudezza dell’approccio risulta del tutto funzionale al racconto con radici socio-antropologiche: calato in una Los Angeles notturna all’insegna della disgregazione (suggestiva fotografia in digitale di Robert Elswit), il caustico atto d’accusa contro la manipolazione sensazionalistica della realtà e delle impressioni da parte dei mass media diviene specchio di un contesto contemporaneo di dilagante cinismo in cui le convenzioni sociali vengono demolite a favore di un’ossessiva e feroce ambizione che (esacerbata e inacidita anche dalla diffusa condizione di precariato) finisce per prevaricare su qualsiasi scrupolo morale. Tutto ciò inserito e sviluppato nel racconto della discesa al male di un protagonista enigmatico, glaciale ma sfrenato, indigente e dai tratti ambiguamente psicotici, un vero e proprio sciacallo metropolitano (una volta tanto, il titolo italiano è pertinente) la cui maniacale e subdola dedizione diviene utile all’informazione predatoria come anche ai morbosi fruitori della stessa; ad incarnarlo con ammirevole adesione, ben supportato dalla funzionale co-protagonista Rene Russo (moglie del regista), un grande Jake Gyllenhaal smagrito e spiritato: la sua vincente caratterizzazione di un personaggio alienato e disadattato, la cui devianza è sintomo e conseguenza di un contesto malsano, risulta efficace e d’impatto tanto da far tornare alla memoria l’indimenticabile De Niro di Taxi Driver. Nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale.
Lo Sciacallo - Nightcrawler | |
Lo Sciacallo - Nightcrawler | |
Summary
“Nightcrawler”; di Dan Gilroy; con Jake Gyllenhaal, Rene Russo, Bill Paxton, Riz Ahmed, Ann Cusack, Kevin Rahm, Eric Lange, Kathleen York; thriller; USA, 2014; durata: 117’. |
%
Voto al film
|
0 (0 votes) | :