A Proposito di Davis

A Proposito di Davis

Opus n. 16 dei fratelli Coen che non sbagliano un colpo, “A Proposito di Davis” è liberamente ispirato alla vita del talentoso cantautore Dave Van Rock (il titolo originale del film riprende quello del suo sesto album), importante eppure non così celebre figura di spicco nel panorama musicale durante il periodo del cosiddetto “folk revival”.

È infatti su di lui che i fratelli registi, sceneggiatori, produttori (ancora con Scott Rudin) e montatori (con lo pseudonimo di Roderick Yanes) hanno ricalcato il personaggio centrale di Llewyn Davis, musicista bohémien in cerca di notorietà che, dopo essersi presentato con una soffusa esibizione di “Hang Me, Oh Hang Me”, si barcamena per raggiungere il successo tra agenti inconcludenti, incontri enigmatici, relazioni altalenanti, ricerche di felini in fuga e audizioni al Chicago Club, il tutto cercando di superare insidiosi ostacoli (alcuni da lui stesso creati) e regalando nel contempo massime da ricordare (“Se non è nuova, e se non invecchia mai, allora è una canzone folk”); ad interpretarlo, un intenso ed ispirato Oscar Isaac (finalmente promosso a protagonista) che canta come meglio non si potrebbe, supportato da un nutrito e ben orchestrato cast di contorno (da un’inedita Carey Mulligan ai confacenti Justin Timberlake e Garrett Hedlund, fino al grande F. Murray Abraham). Nel rievocare il contesto sociale e culturale in cui si muove (il Greenwich Village dei primi Anni Sessanta prima dell’avvento sulle scene del mito Bob Dylan), il film ne sublima l’atmosfera in un personalissimo spaccato dai toni crepuscolari (splendida fotografia di Bruno Delbonnel) che ne restituisce il clima e ne manifesta l’identità affondando le radici nel folclore nordamericano, attraverso una rete di allusioni e riferimenti non solo musicali, ma anche cinefili (c’è persino un omaggio a Pappi Corsicato) e letterari (da Kerouac a Capote, dagli echi di Camus con Sisifo fino al gatto soriano che allude all’Ulisse di Joyce). In linea con il cinema dei Coen per la scrittura brillante, il disegno dei personaggi e il registro stratificato ma leggero (in cui convivono velata tristezza, sarcasmo esistenziale e sottesi spunti di filosofia yiddish), nella sua scrittura stilistica libera e ondivaga (cambiamenti di tono, ellissi temporali, parentesi “on the road” ed esecuzioni integrali di brani d’epoca, magnificamente arrangiati dal grande T-Bone Burnett), sfuma la ricognizione onirica filtrandola in un realismo straniante, con un andamento picaresco di personale ricercatezza che rispecchia l’inquieto itinerario (non a caso impostato su una struttura circolare) del protagonista: tra esibizioni nei club, notti passate sui divani altrui, litigi con la scontrosa amante incinta e viaggi in auto con vecchi jazzisti eroinomani (gustosissima apparizione di John Goodman), più che una biografia è piuttosto il ritratto di un adorabile perdente che, inseguendo il suo obiettivo con una concezione pura della musica, non si rassegna e persevera, ma al tempo stesso sembra rassegnato all’accidia; con un approccio in bilico tra tenerezza e dileggio, i Coen ne restituiscono la lunatica umanità in una sorta di avvolgente ballata folk intima ma profonda che è anche una sintesi agrodolce del suo mistero artistico: tra desideri e nostalgie, scherzi del destino e occasioni fortuite, ricerca di dignità ed occasioni perdute, alla disillusione per il fallimento personale nel circolo vizioso dell’esistenza si contrappone la meraviglia della potenza creativo-espressiva (in questo caso la musica), possibile ed elevato antidoto alla tragicità dell’oblio. Gran Premio Speciale della Giuria al festival di Cannes e 2 nomination tecniche agli Oscar (fotografia e mixaggio sonoro): troppo poco per quello che, da ennesimo punto alto nella già sfolgorante filmografia dei Coen, è anche uno dei migliori film della stagione.

A Proposito di Davis
A Proposito di Davis
Summary
"Inside Llewyn Davis"; di Joel Coen, Ethan Coen; con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, John Goodman, F. Murray Abraham, Garret Hedlund, Ethan Phillips, Adam Driver, Max Casella, Robin Bartlett; drammatico; USA, 2013; durata: 105'.
80 %
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