Fomentato dai numerosi familiari, il pescivendolo napoletano Luciano Ciotola (Aniello Arena), dotato di spirito spigliato e di particolare simpatia, decide di partecipare ai casting del “Grande Fratello”. Da quel momento, l’attesa diventa per lui così assillante da alterare la percezione della sua vita.
Attenzione al titolo, perché dice più di quanto sembra: se ci si ferma soltanto al diretto riferimento al seguitissimo filone televisivo, si corre il rischio di liquidare erroneamente il 7°, grande film di Matteo Garrone (vincitore del Gran Prix della Giuria a Cannes) come un semplice e mirato atto d’accusa con unici fini sociologici; infatti, se lo si interpreta come un’opera il cui unico scopo è denigrare i format televisivi odierni, non ne ha compreso la ben più ampia e composita grandezza. Perché invece, dalla “Gomorra” campana di Saviano, il regista e co-sceneggiatore alza il tiro e allarga la prospettiva, arrivando a mettere in scena il processo di induzione che vuole far prevalere l’apparire sull’essere, tema egregiamente inserito in un coerente carosello da incubo in colori vivissimi, animato da humour tragico, fervida amarezza ed umana ed affettuosa pietas per chi non può che soccombere: non a caso, il povero protagonista Luciano (magnificamente interpretato dall’attore-detenuto Aniello Arena) sprofonda progressivamente in un’ossessione paranoica che sfocia nella follia. Nei suoi scatti di buffoneria grottesca (vedere la strepitosa sequenza del matrimonio “coatto” in tono da operetta kitsch), “Reality” è una potente favola nera dai rimandi a De Filippo e dagli echi simil-felliniani (anche grazie ai grandi contributi della luminosa fotografia del compianto M. Onorato e delle musiche del grande Alexandre Desplat), in cui il duro realismo della narrazione diventa talmente frenetico ed annacquato da risultare surreale, come a manifestare le suddette dinamiche di pilotata distorsione mentale: quella dipinta dalla maestosa regia di Garrone è una “realtà” più vera del vero, come tale e anche per questo già contaminata da quelle dietrologie che corrompono ed infettano la sprovveduta credulità del raziocinio popolare. Non a caso, il film si chiude in un caos avvolgente dominato da un onnisciente occhio orwelliano.
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Summary
id.; di MATTEO GARRONE; con ANIELLO ARENA, LOREDANA SIMIOLI, NANDO PAONE, GRAZIELLA MARINA, ANIELLO IORIO, NUNZIA SCHIANO, GIUSEPPINA CERVIZZI, ROSARIA D'URSO, CLAUDIA GERINI, RAFFAELE FERRANTE, PAOLA MINACCIONI, SALVATORE MISTICONE, CIRO PETRONE, VINCENZO RICCIO, MARTINA GRAZIUSO; drammatico; Italia, 2012; durata: 115'; |
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