6 Giugno 1944. Il capitano Miller (Tom Hanks, nomination all’Oscar) e i suoi uomini sbarcano a Omaha Beach, ma il bombardamento tedesco è devastante. Nel frattempo, il comandante supremo dell’armata anglo-americana scopre che la famiglia Ryan ha già perduto tre dei quattro figli in guerra, mentre l’ultimo di loro, il giovane James Francis Ryan (Matt Damon), è stato paracadutato in Normandia, oltre le linee nemiche. Così dà ordine che sia ritrovato e rimandato a casa, affidando l’incarico proprio al capitano Miller che, accompagnato da sei uomini, parte alla sua ricerca.
Cinque anni dopo il trionfo di “Schindler’s List” (1993), Steven Spielberg torna a raccontare la Seconda Guerra Mondiale spostando questa volta l’attenzione sui giorni del D-Day e realizzando uno spettacolare ed emozionante dramma bellico dai grandi mezzi e di forte impatto, vagamente ispirato ad un episodio realmente accaduto. Sceneggiato da Robert Rodat e idealmente diviso in tre atti, può apparire come una sorta di epitome del film di guerra statunitense in cui quelle ridondanze stilistiche e quella retorica patriottica da cinema hollywoodiano (più o meno costantemente presenti nella filmografia di Spielberg) sono mitigate non solo dall’ineccepibile tecnica e dalla grande padronanza del mezzo, ma anche dai conseguenti passaggi di vibrante coinvolgimento e suggestive bellezze: da citare è ovviamente soprattutto la cruda, caotica e lunghissima sequenza iniziale (circa 25 minuti) dello sbarco in Normandia, giustamente acclamata e divenuta celebre per la sua innegabile potenza sul piano visivo e sonoro (coadiuvata dalla fotografia di Janusz Kaminski e dal montaggio di Michael Kahn, entrambi abituali collaboratori del regista come anche il musicista John Williams), ma tra le tante lascia inoltre il segno la scena delle madri che apprendono la notizia della caduta in battaglia dei figli; anche a questo proposito, nel veicolare il discorso di fondo (palesato dalla cornice) sull’importanza delle singole esistenze, il film si presta inoltre a variegate riflessioni di carattere etico sull’importanza storica della memoria. Impreziosito da un funzionale cast di interpreti (tra i quali spicca un ottimo Tom Hanks alla sua prima collaborazione con il regista), fu un grandissimo successo di pubblico coronato da 2 Golden Globes (miglior film drammatico e migliore regia) e 5 premi Oscar: miglior regia, fotografia, montaggio e ovviamente mixaggio e montaggio sonoro (entrambi cruciali).
Salvate il Soldato Ryan | |
Salvate il Soldato Ryan | |
Summary
"Saving Private Ryan"; di STEVEN SPIELBERG; con TOM HANKS, TOM SIZEMORE, EDWARD BURNS, MATT DAMON, BARRY PEPPER, ADAM GOLDBERG, JEREMY DAVIES, VIN DIESEL, GIOVANNI RIBISI, PAUL GIAMATTI; guerra; USA, 1998; durata: 163'. |
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