Jiro sogna di volare e progettare aeroplani ispirandosi al famoso ingegnere aeronautico italiano Gianni Caproni. Miope fin dalla giovane età e pertanto impossibilitato a diventare pilota, nel 1927 inizia a lavorare in una delle principali società giapponesi di ingegneria aeronautica. Sono anni importanti per Jiro, non solo perché ha modo di mostrare l’innato talento che lo farà diventare uno dei progettisti aeronautici più affermati al mondo, ma soprattutto perché inizia a frequentare la dolce Nahoko, il suo più grande amore insieme a quello per il cielo.
Tratto dall’omonimo manga (sceneggiato e disegnato dallo stesso regista) a sua volta ispirato a un romanzo di Tatsuo Hori, è forse il più adulto, concreto, e paradossalmente al contempo anche il più intimo film di Miyazaki che, annunciato (purtroppo) il ritiro, per questo suo ultimo lavoro trasfigura il gusto fantastico delle sue opere più celebri in uno svolgimento decisamente più realistico, snodando tuttavia il percorso di formazione del protagonista attraverso sentite incursioni nell’onirico per esprimerne così anche la viscerale vocazione. Nel reinventare la biografia di un personaggio realmente esistito, infarcendone la caratterizzazione di riferimenti autobiografici (la fascinazione per l’aeronautica, il problema alla vista che impedisce di diventare pilota), l’autore ne ha fatto un personale alter-ego attraverso cui poter esprimere sé stesso, le proprie ambizioni e i propri sogni, a partire dalla sequenza iniziale che pare avvalorare l’ipotesi di stare quasi assistendo ad una sorta di 8 1/2 miyazakiano. All’insegna di un armonioso connubio tra concretezza e poesia (la spina di sgombro come ispirazione per forme e congegni, il luogo di villeggiatura che può ricordare “La Montagna Incantata” di Mann), l’autore intervalla la realtà di un contesto storico ben preciso (il terremoto del 1922, la guerra mondiale) e sognanti aperture oniriche (dal prologo come rivisitazione del mito di Icaro all’epilogo in cui l’importante sub-plot romantico e la trama principale trovano la sintesi, passando per le chiacchierate ad alta quota con l’ingegnere italiano Gianni Caproni, altro personaggio reale), manifestando al contempo, con coraggio, il dualismo tra l’ebrezza del sogno e la fatalità della realtà: gli aerei tanto amati dal protagonista (e quindi dall’autore) sono infatti associati alla pacifica forza dell’immaginazione ma al tempo stesso solcano i minacciosi cieli di guerra, rappresentando un complesso contrasto che ricorda l’essenza stessa dell’umanità (a questo proposito, la polemica verso Miyazaki, additato di essere un nostalgico della politica guerrafondaia del Giappone di un tempo, risultano quantomai pretestuose e riduttive, specie se si considera che al contempo il regista fu accusato di mancato patriottismo per i suoi contenuti di denuncia bellica). Caratterizzato come di consueto dall’alto livello nella qualità del disegno e dal funzionale gusto dell’animazione tradizionale (apprezzabile anche da un pubblico adulto), è uno splendido testamento artistico in forma di sentita elegia del volo, da sempre tema ricorrente nei suoi lavori (non a caso la sua casa di produzione porta il nome di un bimotore dello stesso Caproni, ma anche di un forte e caldo vento africano), in cui il malinconico disincanto di fondo è mitigato, come si evince anche dal commovente finale sulle note di Joe Hisaishi, proprio dall’ebrezza di un’idilliaca esperienza in aria, tra i sogni ed il vento: facendo propri i versi di Valéry più volte citati lungo lo svolgimento della trama (“Si alza il vento, bisogna tentare di vivere”), Miyazaki dà il suo commiato invitandoci a librarci e perseverare nei nostri sogni senza cadere nemmeno davanti a quelli che diventano il fardello di una vita intera, perché solo quando questi verranno suggellati nella realtà si potrà davvero affermare di aver compiuto il destino di un’esistenza. Presentato in concorso a Venezia 2013, ha ricevuto una candidatura all’Oscar per il miglior film d’animazione e una nomination al Golden Globe come miglior film straniero.
Si alza il vento | |
Si alza il vento | |
Summary
"Kaze tachinu"; di Hayao Miyazaki; con le voci originali di Hideaki Anno, Miori Takimoto, Hidetoshi Nishijima, Masahiko Nishimura, Steve Alpert, Morio Kazama, Keiko Takeshita, Mirai Shida, Jun Kunimura, Shinobu Otake, Nomura Mansai; animazione; Giappone, 2013; durata: 126'. |
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