Oblivion

In seguito ad un attacco alieno che ha distrutto la luna causando drammatici cambiamenti climatici, gli invasori sono stati respinti con una guerra nucleare che ha devastato il pianeta. Mentre l’umanità è da allora confinata su Titano, Jack Harper (Tom Cruise) svolge sulla Terra il suo compito di riparatore di droni, controllando il funzionamento dei macchinari che, prosciugando le risorse naturali, possono generare nuova energia. Quando però in una navicella precipitata trova bella straniera, la sorprendente scoperta lo porterà a dubitare della sua missione.

Concepito anni fa come idea per una graphic novel mai realizzata, solo adesso (grazie all’interessamento del divo T. Cruise) il progetto, rivisto e adattato, ha potuto concretizzarsi diventando un film di fantascienza da 120 milioni di dollari. In questo racconto di SCI-FI in contesto post-apocalittico, il regista e sceneggiatore Kosinski (alla sua opera seconda dopo il sequel “Tron: Legacy”) mette in pratica le sue conoscenze in CGI e non lesina sul piano visivo, tra spericolate sequenze aeree ed acrobatiche evoluzioni in moto, sullo sfondo di un’America scomparsa cui forniscono l’ambientazione i vasti vasti e deserti paesaggi islandesi esaltati dalla luminosa fotografia di Claudio Miranda (fresco Oscar per “Vita di Pi”). Una messinscena certo degna e spettacolare, ma è come una cornice che vale più del quadro: anche al di là delle aspirazioni di contenuto poco risolte (gli spunti un po’ grossolani di riflessione filosofica sull’umanità), la contorta sceneggiatura (non priva di buchi di trama che la presenza di Morgan Freeman tenta di riempire) rischia infatti, specie nella seconda parte, la sovrabbondanza e la confusione; e nel suo repertorio fin troppo vasto di rimandi, allusioni e citazioni più o meno esplicite, alla fine il tutto risulta non abbastanza originale e/o personale da poter aggiungere qualcosa a quel filone fantascientifico cine-letterario d’ispirazione. Apprezzeranno, comunque, i fan di Cruise, che passati i cinquanta si getta a capofitto in un personaggio scritto su misura.