Anni Settanta. Braccati dall’agente dell’FBI Richie DiMaso (Bradley Cooper), l’abile truffatore finanziario Irving Rosenfeld (Christian Bale) e la sua scaltra e fascinosa amante ed aiutante Sydney (Amy Adams) si trovano costretti a lavorare al suo fianco per incastrare una serie di politici e mafiosi tra cui Carmine Polito (Jeremy Renner), sindaco di una città nel New Jersey. Ma gli imprevedibili atteggiamenti di Rosalyn (Jennifer Lawrence), bionda e lunatica moglie di Rosenfeld, potrebbero compromettere i loro piani.
Scritto dal regista con Eric Warren Singer e liberamente ispirato alla reale operazione Abscam con cui l’FBI incastrò alcuni membri del Consiglio e delle istituzioni governative (“Alcuni di questi fatti sono realmente accaduti”, recita la frase d’apertura), è una palpitante storia di truffe, sesso, denaro e corruzione al ritmo di funky jazz che, strizzando l’occhio a “La Stangata” ma anche ai crime movies di Scorsese (rivedendoli ed aggiornandoli nell’estro e nel contesto), parte quattamente raccogliendo gli elementi, prosegue ingarbugliando l’intreccio, ed infine procede fino al termine con ritmo incalzante, sorprendendo e arrivando a segno. Governato dalla regia capace ed energica di David O. Russell, il minuzioso meccanismo aderisce e si applica all’acume e alla malizia delle dinamiche e delle correlazioni che si instaurano tra le imprese dei personaggi, assecondando le loro variegate psicologie e caratterizzazioni (il loro modo di parlare, comportarsi, agghindarsi) ed inserendoli in una vivida ambientazione tra l’iconico e l’eccentrico (le opulente parrucche, gli sfarzosi e griffati costumi di Michael Wilkinson); il tutto sostenuto da una cruciale attenzione ai dettagli, da una trascinante colonna musicale (celebri brani d’epoca che si conformano a situazioni, risvolti, macchinazioni) e soprattutto da un grande cast di attori in gara di bravura: dal trasformista Bale con 12 chili in più e un riporto improbabile alla sensuale e scollatissima Adams con sguardo pieno, dalla caricaturale e cotonata Lawrence al riccioluto ed ignaro agente di Cooper, dal sindaco raggirato di Renner fino alla breve quanto gustosa apparizione del boss poliglotta di un De Niro che gioca in casa ma lo fa con effetto. Attraversato da flashback e voci fuori campo, nella sua contaminazione di generi vi convivono la tensione della crime story, il dramma di relazioni e un marcato tono ironico e grottesco, in una sorta di jam session su schermo in cui il personale tono spavaldo offre una chiave di lettura audacemente beffarda: assistendo a questo ritratto al vetriolo di un’America truffaldina e fanfarona governata da un dilagante caos morale, sorge il dubbio che i corrotti siano più commendabili delle autorità e dei tutori della legge; infatti, in un mondo che non è solo bianco e nero, le persone agiscono per sfumature di grigio, barcamenandosi tra scontro con l’oscurità e umana resistenza, con lo scopo finale di sopravvivere: come nella sequenza in cui, davanti ad un Rembrandt che sembra autentico ma non lo è, ci si chiede se sia più bravo il maestro o il falsario, in questo ambiguo, carnevalesco e coinvolgente gioco di intrighi, mosse e ribaltamenti ci si muove sul filo tra realtà e finzione, domandandosi se davvero sia l’apparenza ad ingannare o se invece, piuttosto, non sia l’inganno ad essere apparente. Anche perché, in definitiva, come suggerito dal sogghignante Rosenfeld, dopotutto “la gente crede a ciò che vuole credere”.
American Hustle - L'Apparenza Inganna | |
American Hustle - L'Apparenza Inganna | |
Summary
“American Hustle”; di David O. Russell; con Christian Bale, Amy Adams, Bradley Cooper, Jennifer Lawrence, Jeremy Renner, Robert De Niro, Michael Peña, Louis C.K., Jack Huston, Alessandro Nivola, Shea Whigham, Elisabeth Rohm, Paul Herman; drammatico/commedia; USA, 2013; durata: 138’. |
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1 Comment
marco1946
bella recensione
il film (porterà a casa più di un Oscar) mi ha ricordato LA STANGATA, quando Hooker sembra tradire Gondorf (costretto a farlo da un agente FBI, che però è falso); anche qui il Rembrandt è falso, lo sceicco è falso, l’avvocato è falso…
la frase L’APPARENZA INGANNA (talmente vera che la vorrei scritta nelle aule del parlamento, dei tribunali e delle scuole) è un titolo perfetto