L’estate di quattro sorelle capeggiate da Gelsomina (Maria Alexandra Lungu), la primogenita, l’erede del piccolo e strano regno che suo padre (Sam Louwyck) ha costruito per proteggere la sua famiglia dal mondo “che sta per finire”. È un’estate straordinaria, in cui le regole che tengono insieme la famiglia si allentano: da una parte l’arrivo nella loro casa di Martin, un ragazzo tedesco in rieducazione, dall’altra l’incursione nel territorio di un concorso televisivo a premi, “Il paese delle Meraviglie”, condotto dalla fata bianca Milly Catena (Monica Bellucci).
Ambientato in una zona non specificata d’Italia tra Toscana e Umbria in una collocazione temporale indefinita (molto probabilmente gli anni Novanta) e parlato in tre lingue (italiano con accento locale, tedesco e francese), è il secondo film scritto e diretto dalla giovane regista Alice Rohrwacher, non privo di connotati autobiografici e premiato con il Gran Prix du Jury al festival di Cannes 2014 (per la prima volta assegnato ad una donna italiana). Il titolo allude non solo allo show televisivo a cui Gelsomina vorrebbe partecipare, ma anche e soprattutto allo stato d’animo della piccola protagonista, divisa tra l’appartenenza alla sua faticosa realtà e il desiderio di evasione alla scoperta di sé stessa, proprio davanti a quel mondo nuovo e alternativo di cui la “fata” della Bellucci, luminosa nei suoi abiti kitsch, incarna l’anima trash e ammaliante; un punto di vista che, come nel suo precedente film d’esordio “Corpo Celeste”, coincide con l’approccio della regista: la Rohrwacher riesce infatti a trasmettere lo stupore incantato e lo sguardo sospeso di Gelsomina attraverso uno stile vivo ma delicato, giocando sui mezzitoni tra il naif e l’eccentrico e trovando la sua cifra espressiva in un realismo magico evanescente e rarefatto, contaminando il taglio semi-documentaristico nella contemplazione rappresentativa di una realtà quotidiana bucolica, profondamente legata alla terra e agli antichi valori, con visionari momenti di ovattato lirismo onirico, carichi di simboli allusivi e non privi di echi felliniani (il cammello in cortile, l’atmosfera vagamente circense dell’ambiente televisivo). Sentitamente poetico e profondamente sensibile anche nella rappresentazione semi-autobiografica dei rapporti familiari e delle dinamiche del potere nella piccola comunità, con i contrasti tra le donne e un padre ruvido e autoritario, è un film pulsante e personale in cui non tutto è a fuoco (a tratti forse leggermente opaco nel linguaggio e un po’ arrovellato nello svolgimento, specie della parte centrale), ma che sicuramente conferma (ancora meglio se accolto con il cuore prima che con la testa) la voce nitida e il vivido talento di un’autrice da seguire con attenzione e partecipazione.
Le Meraviglie | |
Le Meraviglie | |
Summary
id.; di Alice Rohrwacher; con Maria Alexandra Lungu, Alba Rohrwacher, Sam Louwyck, Sabine Timoteo, Agnese Graziani, Monica Bellucci; drammatico; Italia/ Svizzera/ Germania, 2014; durata: 110’. |
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