Oscar 2016: le nomination

Oscar 2016: le nomination

Tra molte conferme e altrettante sorprese, sono state finalmente annunciate le nomination dell’88esima edizione dei premi Oscar.

E dopo mesi di previsioni e speculazioni, quest’anno particolarmente incerte a causa di una stagione dei premi in continua ed imprevedibile evoluzione, alla fine a guidare la competizione di quest’anno è nuovamente Alejandro G. Iñárritu, che dopo il trionfo dell’anno scorso con Birdman ora punta ad un clamoroso bis con il quotatissimo Revenant – Redivivo: già vincitore del Golden Globe, il nuovo film del regista messicano ottiene infatti un totale di ben 12 nomination tra cui miglior film, regia, miglior attore a Leonardo DiCaprio (che per la sua grande interpretazione potrebbe finalmente aggiudicarsi il tanto agognato premio) e miglior attore non protagonista a Tom Hardy. In caso di vittoria come miglior film, tale massimo riconoscimento verrebbe quindi assegnato per due edizioni consecutive a lavori dello stesso regista, evento senza precedenti nella storia degli Oscar.
Pioggia di candidature (tutte meritatissime) anche per il memorabile Mad Max: Fury Road di George Miller, che supera le aspettative con un totale di 10 candidature tra cui miglior film e miglior regia (grande risultato per un film d’azione, genere a cui l’Academy è solita riservare un’accoglienza generalmente piuttosto tiepida). Ben posizionato anche Sopravvissuto – The Martian di Ridley Scott, anch’esso premiato ai Golden Globe (dove concorreva piuttosto discutibilmente nella sezione commedia) ed ora candidato a 7 Oscar tra cui miglior film, miglior sceneggiatura non originale e miglior attore al protagonista Matt Damon, mancando però inaspettatamente la nomination per la miglior regia.
Seguono, con 6 candidature a testa, Il Caso Spotlight di Tom McCarthy, Il Ponte delle Spie di Steven Spielberg e Carol di Todd Haynes: il primo, candidato per miglior film, regia, sceneggiatura, montaggio e miglior attore e attrice non protagonisti (rispettivamente Mark Ruffalo e Rachel McAdams), nonostante la sconfitta ai Golden Globe resta comunque uno dei principali favoriti non solo al premio più importante, forte anche dei numerosi trionfi ottenuti nel circuito dei premi; il secondo concorre invece ai premi come miglior film, sceneggiatura (scritta da Matt Charman e dai fratelli Coen) e miglior attore non protagonista al notevole Mark Rylance, anche se manca a sua volta la candidatura al miglior regista; il terzo, oltre ad una meritata candidatura per la migliore sceneggiatura non originale, ottiene anche due sacrosante nomination per le straordinarie interpreti Cate Blanchett e Rooney Mara, anche se però viene purtroppo inaspettatamente escluso dai candidati ai premi come miglior film e miglior regia: con tale risultato, è il film ad ottenere più nomination senza concorrere nelle categorie principali. 5 candidature anche per un altro forte contendente ai premi per miglior film, regia, sceneggiatura e montaggio, ovvero La Grande Scommessa di Adam McKay, che fa inoltre guadagnare una nuova nomination a Christian Bale come miglior attore non protagonista. Stesso numero di nomination (anche se tutte tecniche) per Star Wars: Il Risveglio della Forza, che oltre alla candidatura per effetti visivi, mixaggio sonoro e montaggio sonoro riesce ad imporsi anche nelle categorie del montaggio e della colonna sonora.
Con quattro nomination a testa seguono poi The Danish Girl di Tom Hooper e l’applaudito Room, già premiato al festival di Toronto: il primo fa guadagnare, tra le altre, una candidatura ai due interpreti principali, ovvero il vincitore dello scorso anno Eddie Redmayne e la lanciatissima star in ascesa Alicia Vikander; il secondo, piccolo-grande film indipendente diretto da Lenny Abrahamson, è invece la vera sorpresa di quest’edizione, imponendosi come un valido contendente con un importante poker d’importanti candidature, ovvero miglior film, regia, sceneggiatura non originale e migliore attrice alla straordinaria Brie Larson.
Chiude la cerchia dei candidati al premio come miglior film l’apprezzata pellicola di John Crowley Brooklyn, a sua volta in lizza anche per i premi per migliore sceneggiatura non originale e migliore attrice all’eccellente protagonista Saoirse Ronan. 3 nomination per Sicario di Denis Villeneuve (candidato ai premi tecnici per migliore fotografia, colonna sonora e montaggio sonoro) e The Hateful Eight di Quentin Tarantino; quest’ultimo film, escluso dalle categorie più importanti, ottiene comunque le nomination ai premi per miglior fotografia e migliore attrice non protagonista a Jennifer Jason Leigh, facendo inoltre guadagnare una nuova, meritatissima candidatura al Maestro Ennio Morricone: arrivato alla sua sesta nomination, il grande compositore italiano, già insignito di un Oscar alla carriera ma che incredibilmente non è mai riuscito a vincere per il suo lavoro in un singolo film, potrebbe quindi finalmente aggiudicarsi il premio alla miglior colonna sonora per il suo eccezionale contributo musicale all’ottavo film del regista statunitense.
2 nomination anche per il bellissimo Ex Machina di Alex Garland, che oltre alla candidatura per gli effetti visivi ottiene anche quella per la migliore sceneggiatura originale; in quest’ultima categoria riesce ad imporsi anche lo strepitoso cartoon Pixar Inside Out, che inoltre si conferma come favorito al premio come miglior film d’animazione. Stesso numero di nomination anche per Steve Jobs di Danny Boyle, che fa ottenere una nuova candidatura agli interpreti Michael Fassbender e Kate Winslet, quest’ultima già vincitrice del Golden Globe.
Tra gli attori in lizza per il premio troviamo anche Jennifer Lawrence (che ottiene la nomination per Joy di David O. Russell) Bryan Cranston (candidato per L’Ultima Parola – La Vera Storia di Dalton Trumbo), la grande Charlotte Rampling (eccellente nel già premiatissimo 45 Anni di Andrew Haigh) e il ritrovato Sylvester Stallone, che dopo la vittoria ai Golden Globe punta anche ora all’Oscar con il suo apprezzato ritorno nei mitici panni di Rocky Balboa nel riuscito spin-off di Ryan Coogler Creed – Nato per Combattere.
Da citare, inoltre, la nomination al premio per la migliore sceneggiatura originale ottenuta da Straight Outta Compton (purtroppo unica candidatura per il bellissimo film di F. Gary Gray), mentre l’applaudito film ungherese Il Figlio di Saul e l’apprezzato Amy di Asif Kapadia restano i favoriti ai premi nelle rispettive categorie, ovvero miglior film straniero e miglior documentario.
Infine, da segnalare sono anche gli Oscar alla carriera (come di consueto consegnati in precedenza), assegnati quest’anno a Spike Lee e a Gena Rowlands, mentre il premio umanitario Jean Hersholt di questa edizione è stato invece conferito a Debbie Reynolds.

Ma vediamo ora le nomination nel dettaglio: di seguito sono elencate tutte le candidature di questa 88a edizione dei premi Oscar, in attesa della cerimonia di premiazione che si terrà al Dolby Theatre di Los Angeles il 28 Febbraio, presentata da Chris Rock (alla sua seconda esperienza come conduttore). Sotto ad ogni categoria, vari approfondimenti sui candidati, alcune considerazioni personali e relativi pronostici sui vincitori.

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Anche quest’anno sono 8 le pellicole a contendersi il premio più importante. A scontrarsi con Revenant – Redivivo di Iñárritu, tallonato per numero di nomination dal sempre più quotato Mad Max: Fury Road, troviamo l’altro vincitore del Golden Globe, ovvero Sopravvissuto – The Martian, ritorno alla fantascienza di Ridley Scott che però manca la candidatura per la miglior regia.  Tra gli altri titoli in lizza per il premio spicca anche Il Caso Spotlight di Tom McCarthy, che nonostante la sconfitta ai Golden Globe e il numero inferiore di nomination resta comunque uno dei principali favoriti all’Oscar come miglior film. Da non sottovalutare, comunque, anche La Grande Scommessa di Adam McKay (co-prodotto da Brad Pitt), che potrebbe in effetti stupire in più di una categoria. E se da una parte Steven Spielberg ritorna anche quest’anno tra i candidati con il suo ultimo, bellissimo film Il Ponte delle Spie, dall’altra riescono comunque ad ottenere una candidatura anche due film più piccoli eppure tutt’altro che trascurabili: il primo, ovvero Brooklyn di John Crowley, riesce infatti a trovare il suo spazio in questa categoria pur vantando soltanto 3 nomination (anche se tutte piuttosto importanti); il secondo, Room di Lenny Abrahamson, è invece la vera sorpresa di quest’anno: un piccolo-grande film indipendente che fin dal trionfo al festival di Toronto è riuscito in seguito ad imporsi con evidenza sempre maggiore nel circuito dei premi, fino ad ottenere ben 4 candidature ai premi Oscar in altrettante categorie di rilievo. Tra gli esclusi nella categoria principale, oltre a Joy, Sicario e Steve Jobs, spiccano soprattutto l’applaudito Carol di Todd Haynes e The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Fuori dalla rosa dei candidati al premio più importante anche due meritevoli outsider che sembrava potessero riuscire ad imporsi, ovvero il bellissimo Straight Outta Compton e l’imperdibile cartoon Pixar Inside Out (che però riceve la candidatura per la migliore sceneggiatura).

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Nella categoria del miglior regista, forte del pieno di nomination e della recente vittoria ai Golden Globe, il trionfatore della precedente edizione Alejandro G. Iñárritu si conferma di nuovo uno dei principali favoriti al secondo premio più importante per il suo Revenant – Redivivo. Se dovesse bissare la vittoria dello scorso anno, l’autore messicano diventerebbe il terzo regista a vincere due Oscar consecutivi, impresa riuscita finora soltanto a John Ford e Joseph L. Mankiewicz (il primo nel 1940 e nel 1941 per Furore e Com’era Verde la Mia Valle, il secondo nel 1949 e nel 1950 per Lettera a Tre Mogli ed Eva contro Eva). A contrastarlo troviamo però un tris di validi contendenti e un outsider pronto a sorprendere, tutti alla loro prima candidatura. Tra questi, il più forte è sicuramente George Miller: a sua volta candidato anche come produttore per il suo Mad Max: Fury Road, con questa sua nomination come miglior regista l’autore australiano può ora vantare almeno una candidatura in quattro differenti categorie (in passato concorse al premio una volta per miglior film, due come sceneggiatore e un’altra per miglior film d’animazione, vincendo quest’ultimo nel 2006 per il cartoon Happy Feet). In tutto ciò, la sorprendente esclusione di Ridley Scott, inizialmente considerato uno dei principali favoriti alla vittoria, potrebbe inoltre favorire ulteriormente la vittoria di Miller, che però dovrà scontrarsi anche con il quotato Tom McCarthy del già premiatissimo Il Caso Spotlight e con l’apprezzato Adam McKay de La Grande Scommessa, entrambi candidati anche per la sceneggiatura. A chiudere la cinquina troviamo infine, a sorpresa, Lenny Abrahamson, candidato per l’applaudito Room, che con il suo piccolo film indipendente riesce a soffiare la candidatura al veterano Scott (candidato però come produttore per il suo Sopravvissuto – The Martian), che invece poteva contare contare non solo sulla vittoria ai Golden Globe, ma anche sugli ottimi incassi e sull’appoggio di una major come Fox. Tra gli altri esclusi in questa categoria, oltre a Danny Boyle (Steve Jobs), David O. Russell (Joy) e Denis Villeneuve (Sicario), da menzionare sono soprattutto Steven Spielberg (candidato però a sua volta come produttore per il suo Il Ponte delle Spie), Quentin Tarantino (che per il suo The Hateful Eight non ottiene questa volta nemmeno la nomination per la migliore sceneggiatura) e Todd Haynes, che nonostante la sfolgorante filmografia e i numerosi concensi ottenuti con Carol viene comunque nuovamente ignorato dall’Academy.

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Nessuna grande sorpresa nella categoria del miglior attore, con i due vincitori del Golden Globe a contendersi la vittoria dell’Oscar: da una parte Matt Damon, apprezzato protagonista del film di Ridley Scott, dall’altra Leonardo DiCaprio, il quale grazie al ruolo nel suo film di Iñárritu ottiene la sua quinta nomination, che questa volta potrebbe davvero finalmente concretizzarsi in statuetta. Ad insediarlo troviamo il vincitore dello scorso anno Eddie Redmayne, nuovamente candidato per un altro grande ruolo di trasformazione nel film di Tom Hooper The Danish Girl, anche se da non sottovalutare è anche il sempre eccellente Michael Fassbender, grande protagonista del biopic di Danny Boyle Steve Jobs. A chiudere la cinquina troviamo infine Bryan Cranston, già premiato con Emmy e Golden Globe per il ruolo di Walter White nell’amatissima serie TV Breaking Bad, che ora ottiene anche la sua prima candidatura all’Oscar per il film L’Ultima Parola – La Vera Storia di Dalton Trumbo. Tra gli esclusi degni di nota, oltre al Tom Hanks de Il Ponte delle Spie, spiccano soprattutto il ritrovato Johnny Depp di Black Mass e il sempre grande Ian McKellen di Mr. Holmes, ma anche Steve Carell (davvero notevole in La Grande Scommessa), Will Smith (piuttosto apprezzato in Zona d’Ombra), Michael B. Jordan (notevole protagonista di Creed – Nato per Combattere) e Michael Caine (già premiato con l’European Film Award per il suo ruolo in Youth di Paolo Sorrentino).

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Previsioni in gran parte rispettate anche per quanto riguarda le candidate al premio come migliore attrice protagonista. In questa categoria, la favorita sembra essere la giovane promessa Brie Larson: già vincitrice di un Golden Globe per la sua grande performance in Room, la protagonista del film di Lenny Abrahamson potrebbe infatti insidiare una grande star come Cate Blanchett, a sua volta straordinaria in Carol di Todd Haynes, anche se d’altra parte non è da sottovalutare un’altra giovane anche se più affermata interprete, ovvero Saoirse Ronan, già candidata nel 2008 per Espiazione ed ora definitivamente promossa a protagonista grazie al suo emozionante ruolo in Brooklyn di John Crowley. Tra le candidate troviamo poi la Jennifer Lawrence di Joy: già vincitrice di un Golden Globe per la sua interpretazione nel film di David O’Russell (con il quale è ora alla terza collaborazione), la venticinquenne attrice diventa così la più giovane interprete ad aver ricevuto quattro candidature all’Oscar. A chiudere la cinquina è infine, a sorpresa, Charlotte Rampling: l’attrice inglese, già premiata a Berlino per il suo ruolo in 45 Anni, ottiene così finalmente la sua prima candidatura all’Oscar, prevalendo quindi su altre grandi due veterane come Lily Tomlin (apprezzatissima in Grandma) e Maggie Smith (come al solito eccellente in The Lady in the Van). Escluse anche Blythe Danner (da vedere in I’ll See You in My Dreams), Charlize Theron (davvero memorable in Mad Max: Fury Road) e Sarah Silverman, candidata a sorpresa al SAG per il suo ruolo in I Smile Back.

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Nella categoria del miglior attore non protagonista, tra i favoriti troviamo certamente il grande teatrante inglese Mark Rylance, davvero eccellente ne Il Ponte delle Spie di Steven Spielberg, anche se il Christian Bale de La Grande Scommessa potrebbe rivelarsi un valido contendente. Entrambi però dovranno vedersela con Sylvester Stallone, già vincitore del Golden Globe per la sua interpretazione in Creed – Nato per Combattere di Ryan Coogler, notevole spin-off della saga di Rocky in cui l’attore è tornato con successo a vestire i mitici panni del mitico personaggio da lui creato e che lo condusse al successo nel 1976, quando il primo film della serie (vincitore di 4 Oscar tra cui miglior film) gli fece ottenere non solo una nomination come miglior attore, ma anche quella per la migliore sceneggiatura originale. Stallone diventa così il sesto attore nella storia dell’Oscar ad ottenere due nomination per lo stesso personaggio: prima di lui, c’erano riusciti soltanto Bing Crosby (Padre O’Malley in La Mia Via e Le Campane di Santa Maria), Paul Newman (Eddie Felson ne Lo Spaccone e Il Colore dei Soldi), Peter O’Toole (Enrico II in Becket e il suo Re e Il Leone d’Inverno), Al Pacino (Michael Corleone nei primi due capitoli della saga de Il Padrino) e Cate Blanchett (Elisabetta I in Elizabeth e Elizabeth – The Golden Age); tra questi, solo in due sono finora riusciti ad ottenere una vittoria (Cosby la prima volta e Newman la seconda), ma viste le condizioni favorevoli Stallone potrebbe davvero riuscire nell’impresa, tornando così peraltro a celebrare nuovamente il mito del suo personaggio più iconico. A chiudere la cinquina, oltre al Mark Ruffalo de Il Caso Spotlight (che prevale sull’inizialmente favorito co-protagonista Michael Keaton) troviamo infine, a sorpresa, Tom Hardy, candidato per il suo ruolo di antagonista nel film di Iñárritu. Tra gli esclusi degni di nota, spiccano soprattutto Idris Elba (apprezzatissimo nel film Netflix Beasts of No Nation di Cary Fukunaga), Paul Dano (già premiatissimo per il suo ruolo in Love & Mercy), Michael Shannon (candidato al Golden Globe e al SAG per 99 Homes), ma anche il Benicio Del Toro di Sicario e il piccolo quanto sorprendente Jacob Tremblay, davvero straordinario in Room di Lenny Abrahamson.

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Tra le candidate al premio come migliore attrice non protagonista, oltre alla vincitrice del Golden Globe Kate Winslet (che ottiene la sua settima nomination per Steve Jobs di Danny Boyle) troviamo anche l’eccellente Rooney Mara di Carol, già premiata a Cannes. A contrastarle, Jennifer Jason Leigh e Rachel McAdams, due interpreti molto diverse che però in questa edizione degli Oscar condividono non solo l’evento della prima candidatura, ma anche il ruolo di unico personaggio femminile di rilievo in due film dall’ensemble a forte prevalenza maschile, ovvero, rispettivamente, Il Caso Spotlight e The Hateful Eight. A prevalere su queste quattro attrici affermate potrebbe però essere invece l’astro nascente Alicia Vikander, che come da pronostici ottiene una candidatura per The Danish Girl di Tom Hooper. La prolifica ed ora lanciatissima interprete, reduce da un anno davvero memorabile in cui ha saputo farsi notare in ben 4 pellicole, si è peraltro imposta nel circuito dei premi anche per la sua grande interpretazione nel bellissimo Ex Machina di Alex Garland, tanto da far sperare che potesse diventare la dodicesima interprete ad ottenere due candidature nello stesso anno (ovviamente in categorie diverse, come da regolamento dell’Academy): non a caso, sia i Bafta che i Golden Globe le avevano già riservato una doppia nomination, come attrice protagonista per il film di Hooper e come attrice non protagonista nella pellicola di Garland. La possibilità, purtroppo, non si è concretizzata, ma la giovane interprete ha comunque buonissime possibilità di soffiare la vittoria alle pur più rodate contendenti. Tra le attrici che invece non sono riuscite ad ottenere la candidatura in questa categoria spiccano soprattutto la grande Jane Fonda di Youth – La Giovinezza (ultimo film di Paolo Sorrentino, che purtroppo si aggiudica una sola nomination tecnica per la miglior canzone originale) e la Helen Mirren de L’Ultima Parola – La Vera Storia di Dalton Trumbo, ma anche la Elizabeth Banks di Love & Mercy, la Julie Walters di Brooklyn e la sorprendente Kristen Stewart di Sils Maria (già vincitrice del premio César per il suo ruolo nel film di Olivier Assayas).

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Tra i candidati al premio per la miglior sceneggiatura originale, il grande favorito resta certamente Il Caso Spotlight, co-sceneggiato dal regista insieme a Josh Singer. Tra i candidati, oltre al cartoon Inside Out, (ottavo lungometraggio Pixar ad ottenere l’importante nomination per la sceneggiatura) da segnalare anche la candidatura ai fratelli Coen, co-autori dello script del film di Steven Spielberg Il Ponte delle Spie. Chiudono la cinquina due bellissimi film di nicchia molto amati non solo dalla critica, ovvero Ex Machina di Alex Garland e Straight Outta Compton di James Gary Gray. Quest’ultimo, nonostante le ottime possibilità alimentate anche dai precedenti trionfi nel circuito dei premi (tra cui una nomination ai SAG e un’altra ai PGA), purtroppo non ottiene altre candidature, ma riesce comunque ad imporsi con grande merito in questa categoria insieme alla fantascienza intimista dell’apprezzato esordio di Garland; entrambi i film soffiano infatti la nomination a pellicole di maggior visibilità come Joy, Sicario, Un Disastro di Ragazza e soprattutto The Hateful Eight di Tarantino, che a sorpresa viene questa volta escluso anche dai candidati in questa categoria, nella quale l’amatissimo regista (già due volte premio Oscar per la sceneggiatura) aveva sempre ottenuto ottimi riscontri.

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Per quanto riguarda i candidati al premio per la migliore sceneggiatura non originale, salta subito all’occhio la sorpredente esclusione di Steve Jobs, scritto dal grande Aaron Sorkin, già premio Oscar per The Social Network ed inizialmente considerato tra i favoriti in questa categoria. L’assenza del grande drammaturgo potrebbe spianare la strada a La Grande Scommessa, brillante trasposizione del libro di Michael Lewis, adattato per lo schermo dal regista con Charles Randolph. Ad insidiarli troviamo però due forti contendenti come Carol (basato sul libro di Patricia Highsmith, adattato splendidamente da Phyllis Nagy) e Room (che la scrittrice Emma Donoghue ha tratto da un suo romanzo). Nomination piuttosto meritate anche per Sopravvissuto – The Martian (riuscita trasposizione del best-seller di Andy Weir) e Brooklyn, basato sul romanzo omonimo di Colm Tóibín, adattato per lo schermo dal celebre scrittore inglese Nick Hornby (già candidato all’Oscar nel 2009 per la sceneggiatura di An Education di Lone Scherfig). Tra gli esclusi, oltre a Revenant – Redivivo, anche L’Ultima Parola – La Vera Storia di Dalton Trumbo (già candidato al Writers Guild of America) e il cartoon in stop motion Anomalisa, scritto e co-diretto dal premio Oscar Charlie Kaufman.

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Nella categoria del miglior film straniero troviamo quest’anno tre candidati dall’Europa, uno dal Sudamerica e un altro dal Vicino Oriente. Tra tutti, il grande favorito resta certamente lo splendido film ungherese Il Figlio di Saul, già vincitore del Golden Globe e del Gran Prix Speciale della giuria all’ultimo festival di Cannes. Resta comunque un valido contendente il candidato francese Mustang, sfolgorante opera prima della regista franco-turca Deniz Gamze Ergüven. Per la Francia è la 37esima nomination, migliorando nuovamente il suo record di nazione più candidata (l’Italia è al secondo posto, ma detiene tutt’ora il record di vittorie). Tra gli altri film in lizza per il premio, assai apprezzato anche il candidato danese A War di Tobias Lindholm, mentre la Colombia e la Giordania riescono ad ottenere un posto tra i candidati rispettivamente per Embrace of the Serpent di Ciro Guerra e Theeb di Naji Abu Nowar: per entrambe le nazioni è la prima candidatura all’Oscar. Tra gli esclusi, oltre all’italiano Non Essere Cattivo, film scelto per rappresentare il nostro Paese ma che non è riuscito ad arrivare nella shortlist dei finalisti, da citare sono anche il quotato Viva (di produzione irlandese ma girato in spagnolo), il belga Dio Esiste e Vive a Bruxelles, il finlandese The Fencer e Il Labirinto del Silenzio, diretto da Giulio Ricciarelli, italiano di nascita naturalizzato tedesco. Esclusi dalla shortlist dei finalisti anche altri titoli molto apprezzati come il brasiliano È Arrivata Mia Figlia!, il taiwanese The Assassin, l’austriaco Goodnight Mommy, il cileno El Club e lo svedese Un Piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza, vincitore del Leone d’Oro all’ultimo festival di Venezia.

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Alcune sorprese nella categoria del miglior film d’animazione, dove a sfidarsi sono un grande successo americano, un cartoon d’autore per adulti, una pellicola inglese in Claymation tratta da una fortunata serie animata, un prodotto orientale targato Studio Ghibli e un outsider brasiliano in animazione tradizionale. Tra questi, il principale favorito resta certamente l’ultimo film Pixar Inside Out, anche se potrebbe sorprendere l’applaudito film di Charlie Kaufman e Duke Johnson Anomalisa, già vincitore del Leone d’Argento all’ultimo festival di Venezia. Oltre a Shaun, Vita da Pecora, a contendersi il premio troviamo anche il giapponese Quando c’era Marnie di Hiromasa Yonebayashi, tratto dal romanzo di Joan G. Robinson e ultimo film prodotto da Studio Ghibli prima dell’annuncio di una temporanea chiusura. Chiude la cinquina, a sorpresa, il piccolo quanto apprezzato film brasiliano Il Bambino che scoprì il mondo (O Menino e o Mundo) di Alê Abreu, che prevale su altri prodotti di grande successo come Minions e Il Viaggio di Arlo, seconda pellicola Pixar in uscita quest’anno, che diventa quindi il primo film originale dello studio d’animazione a non ottenere una candidatura all’Oscar. Niente nomination anche per Snoopy & Friends – Il Film dei Peanuts e per il quotato The Prophet di Roger Allers, prodotto da Salma Hayek e tratto dal libro di Kahlil Gibran.

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Tra i candidati alla migliore fotografia, la competizione potrebbe stringersi ad una sfida a due tra i film più candidati, ovvero Mad Max: Fury Road e Revenant Redivivo: il primo, visivamente eccezionale, potrebbe far guadagnare a John Seale il suo secondo Oscar, ma il film di Iñárritu può contare sull’operato del “mago” Emmanuel Lubezki, che per questa sua nuova collaborazione con il regista messicano è riuscito nell’impresa di illuminare i maestosi paesaggi facendo affidamento esclusivamente sulla luce naturale, con un risultato di incredibile suggestione. In caso di vittoria, Lubezki otterrebbe il terzo Oscar consecutivo dopo quelli ricevuti per Gravity e Birdman. Il direttore della fotografia messicano dovrà però vedersela anche con un altro grande come Roger Deakins, candidato per Sicario di Denis Villeneuve e arrivato quest’anno alla tredicesima nomination senza però essere mai riuscito (incredibilmente) a conquistare un premio. Da non sottovalutare, comunque, sono anche gli innevati paesaggi di The Hateful Eight, girato in 70mm con l’apporto di un altro quotatissimo direttore della fotografia, ovvero Robert Richardson, già 3 volte vincitore e qui alla sua quinta collaborazione con Quentin Tarantino. A chiudere la rosa di candidati in questa categoria è Edward Lachman, già direttore della fotografia di numerosi registi di successo e che ora ottiene finalmente la sua prima candidatura all’Oscar per Carol di Todd Haynes, con il quale aveva già collaborato in Lontano dal Paradiso e Io Non Sono Qui. Tra i principali esclusi in questa categoria spiccano Il Ponte delle Spie (sontuosamente illuminato da Janusz Kaminski, abituale collaboratore di Spielberg) e Sopravvissuto – The Martian (anch’esso piuttosto notevole a livello visivo grazie al prezioso contributo di Darius Wolski).

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Nella categoria della miglior scenografia, a scontrarsi con l’universo desertico e post-apocalittico di Mad Max: Fury Road saranno soprattutto le accurate rievocazioni storiche de Il Ponte delle Spie (ottimo lavoro di Adam Stockausen, premiato lo scorso anno per Grand Budapest Hotel) e The Danish Girl (con la Copenhagen d’inizio ‘900 ricostruita con accuratezza dalla due volte premio Oscar Eve Stewart). Da non sottovalutare, comunque, anche le splendide location scovate da Jack Fisk per Revenant – Redivivo. A chiudere la cinquina, le atmosfere fantascientifiche di Sopravvissuto – The Martian, con i suggestivi esterni in Giordania trasformati dallo scenografo Arthur Max in desolati sfondi marziani. Niente nomination invece per le atmosfere Anni Cinquanta di Carol e Brooklyn, come anche per la fantascienza nostalgica di Star Wars: Il Risveglio della Forza, l’avvolgente casa infestata di Crimson Peak e gli splendidi saloni fiabeschi creati da Dante Ferretti per la Cenerentola di Kenneth Branagh.

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Tra i candidati ai migliori costumi, a spiccare è senza dubbio la già premiatissima Sandy Powell, che si impone infatti con una doppia nomination per i suoi ottimi lavori in Carol e Cenerentola. È la seconda volta che la costumista britannica (arrivata ormai alla dodicesima candidatura) riesce ad ottenere due nomination nello stesso anno: nel 1998 era infatti in corsa per Velvet Goldmine e Shakespeare in Love, ottenendo per quest’ultimo il primo dei suoi tre Oscar (a cui seguirono quelli per The Aviator e The Young Victoria). Da notare, comunque, anche il lavoro di un’altra inglese pluricandidata, ovvero Jenny Beavan (che ottiene invece la sua decima nomination): specializzata in vestiario d’epoca, la prolifica costumista (già premiata nel 1986 per Camera con Vista di James Ivory) si è lanciata questa volta in qualcosa di più eccentrico realizzando gli splendidi costumi di Mad Max: Fury Road, per i quali ha saputo unire con grande efficacia l’usuale accuratezza e una notevole creatività. Chiudono la cinquina l’americana Jacqueline West (candidata per Revenant – Redivivo) e lo spagnolo Paco Delgado (raffinato costumista di The Danish Girl). Tra gli esclusi, Odile Dicks-Mireaux (Brooklyn), Kate Hawley (Crimson Peak), Jacqueline Durran (Macbeth), Michael Kaplan (Star Wars: Il Risveglio della Forza), Courtney Hoffman (The Hateful Eight) e Daniel Orlandi (L’Ultima Parola – La Vera Storia di Dalton Trumbo).

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Sfida a tre nella categoria dedicata al trucco e alle acconciature, dove a spiccare sono sicuramente le maschere di guerra di Mad Max: Fury Road, che però potrebbero trovare un valido avversario nelle ferite laceranti di Revenant – Redivivo. A sorpresa, come terzo contendente troviamo poi il film svedese Il Centenario che Saltò dalla Finestra e Scomparve, che soffia quindi la nomination a Black Mass – L’Ultimo Gangster. Niente candidatura anche per Mr. Holmes – Il Mistero del Caso Irrisolto, Legend e Concussion, mentre The Hateful Eight e The Danish Girl restano esclusi anche dalla shortlist dei finalisti.

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I cinque titoli in nomination per il premio al miglior montaggio sono (come spesso accade) tutti candidati anche come miglior film. Tra questi, il favorito in questa categoria resta lo scatenato Mad Max: Fury Road, che però dovrà scontrarsi con le cadenze serrate da mockumentary de La Grande Scommessa: per entrambi i montatori, ossia, rispettivamente, Margaret Sixel (moglie del regista) e Hank Corwin (collaboratore di Terrence Malick) è la prima nomination. Tra i candidati, oltre al sempre ben posizionato Revenant – Redivivo (montaggio di Stephen Mirrione, già premiato nel 2000 per Traffic di Steven Soderbergh), troviamo poi Il Caso Spotlight e, a sorpresa, Star Wars: Il Risveglio della Forza, che soffia quindi la nomination in questa importante categoria al grande montatore italiano Pietro Scalia (già 2 volte vincitore), che per il suo ottimo lavoro in Sopravvissuto – The Martian sembrava essere uno dei principali favoriti. Esclusi dai candidati anche Sicario, The Hateful Eight e Steve Jobs.

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Grande soddisfazione nella categoria dedicata alle colonne sonore, con il grande Ennio Morricone che, come da pronostico, si aggiudica una nomination per le musiche del film di Quentin Tarantino The Hateful Eight. Alla sua prima collaborazione con il regista, dopo la recente vittoria ai Golden Globe l’ottantasettenne musicista nostrano potrebbe quindi finalmente vincere un premio Oscar per la miglior colonna sonora: in passato il Maestro era già stato candidato 5 volte senza però mai riuscire ad ottenere la statuetta, finchè l’Academy non gli consegnò nel 2006 un meritatissimo premio alla carriera. Tra gli altri candidati spicca sicuramente il grande John Williams, che per il settimo capitolo della saga di Star Wars ottiene la sua cinquantesima nomination all’Oscar, estendendo ulteriormente il suo record e confermandosi l’artista vivente con più candidature in assoluto. Tornano a concorrere per il premio anche il pluricandidato Thomas Newman de Il Ponte delle Spie (ancora in attesa di vittoria nonostante le 12 nomination ottenute in precedenza) e l’islandese Jóhann Jóhannsson di Sicario (già candidato lo scorso anno per La Teoria del Tutto). Chiude la cinquina un altro musicista assai noto, ovvero Carter Burwell, già collaboratore di numerosi registi di spicco e che ora riesce finalmente ad ottenere la sua prima candidatura per Carol di Todd Haynes. Tra gli esclusi, sorprende soprattutto l’assenza di The Danish Girl, che poteva infatti contare su una colonna sonora firmata dal grande Alexandre Desplat (premiato l’anno scorso per Grand Budapest Hotel). Fuori dalla rosa dei candidati, oltre al Tom Holkenborg di Mad Max: Fury Road, anche altri due precedenti vincitore come Howard Shore (autore delle musiche de Il Caso Spotlight) e Michael Giacchino (ancora una volta compositore per la Pixar con Inside Out). Niente candidatura anche per Revenant – Redivivo, la cui colonna sonora (nata dalla collaborazione tra il grande musicista giapponese Ryuichi Sakamoto e il compositore tedesco Alva Noto) è stata considerata ineleggibile dall’Academy.

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Per la prima volta la categoria della miglior canzone originale include due brani provenienti da altrettanti docufilm, che però curiosamente non figurano tra i candidati al miglior documentario. Il primo, ovvero l’intenso ed impegnato “Til It Happens to You” (cantato da Lady Gaga, anche co-autrice insieme alla grande Diane Warren) è incluso nella soundtrack di The Hunting Ground, ed è anche il favorito alla vittoria; il secondo è invece un candidato a sorpresa, ovvero “Manta Ray”, dall’apprezzato Racing Extinction. Entrambi dovranno però vedersela con “Writing’s On the Wall” di Sam Smith (canzone dei titoli di Spectre già premiata ai Golden Globe) e con la bellissima “Simple Song #3” di Youth – La Giovinezza (composta dal grande musicista David Lang), che purtroppo resta l’unica candidatura per il film di Paolo Sorrentino. Niente candidature invece per la popolare “Love Me Like You Do” di Cinquanta Sfumature di Grigio, a cui l’Academy ha comunque preferito un’altra traccia dallo stesso film, ovvero “Earned It”, mentre sorprende non poco l’assenza tra i candidati di “See You Again”, dal settimo capitolo della saga di Fast & Furious. Avrebbe meritato una candidatura anche “Love & Mercy”, canzone scritta da Brian Wilson per il biopic omonimo, ma il regolamento dell’Academy prevede che solo la prima canzone dei titoli di coda possa concorrere al premio. Non essendo questo il caso, il brano è stato quindi purtroppo considerato non candidabile.

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Tra i candidati al premio per i migliori effetti visivi, il favorito rimane il riuscito mix tra digitale e artigianale di Mad Max: Fury Road, anche se in questa categoria il film di George Miller dovrà scontrarsi con ben 3 film di fantascienza: infatti, se il nuovo capitolo della saga di Star Wars potrebbe rivelarsi un valido contendente, da non sottovalutare (considerando anche le numerose candidature) è anche la sci-fi più realistica di un altro grande successo come Sopravvissuto – The Martian, mentre il piccolo-grande Ex Machina sorprende piacevolmente ottenendo una seconda, meritatissima candidatura per gli effetti visivi. Infine, l’impressionante attacco dell’orso e i numerosi effetti suggestivi di Revenant – Redivivo fanno guadagnare al film di Iñárritu una candidatura anche per gli effetti visivi. Tra gli esclusi, da citare sono almeno The Walk di Robert Zemeckis e Jurassic World, ma anche i due film Marvel Ant-Man e Avengers: Age of Ultron.

oscarMIXAGGIOSONORO2016

oscarMONTAGGIOSONORO2016

Anche nelle due categorie dedicate al sonoro, tra motori rombanti, tempeste di sabbia e spettacolari esplosioni Mad Max: Fury Road si conferma certamente uno dei principali favoriti, ma le possibilità sono ottime anche per Revenant – Redivivo, che potrebbe in effetti prevalere tra i candidati al premio per il sound mixing. Entrambi dovranno però vedersela anche con gli spaziali effetti sonori di Star Wars: Il Risveglio della Forza e Sopravvissuto – The Martian. Da segnalare inoltre la nomination al meritevole Sicario, in lizza per il premio al montaggio del suono, e quella a Il Ponte delle Spie, candidato invece per mixaggio sonoro. In quest’ultima categoria spicca anche il già pluricandidato tecnico del suono Andy Nelson, che quest’anno ottiene infatti una doppia nomination (per il film di Spielberg e per l’ultimo Star Wars). Nessuna candidatura (in entrambe le categorie) per The Hateful Eight, Spectre, Straight Outta Compton, Inside Out, Jurassic World e Everest.

oscarDOCUMENTARIO2016

Nella categoria dedicata ai documentari pare non esserci partita: il bellissimo Amy di Asif Kapadia (sulla vita e la musica di Amy Winehouse) ha già fatto incetta di premi (tra cui un Golden Globe) ed ora si conferma il grande favorito per l’Oscar. L’unico tra i contendenti a poter tentare una pur improbabile rimonta è The Look of Silence di Joshua Oppenheimer, eccezionale controcanto del precedente The Act of Killing (anch’esso candidato all’Oscar nel 2014). A completare la cinquina troviamo infine Cartel Land (sulla guerra messicana della droga) e due produzioni Netflix, ovvero Winter on Fire – Ukraine’s Fight for Freedom ed un’altra docubiografia musicale intitolata What Happened, Miss Simone?, dedicata alla mitica Nina Simone. Tra gli esclusi in questa categoria, oltre ai due candidati per la migliore canzone (The Hunting Ground e Racing Extinction) spiccano inoltre Heart of a Dog, Meru, He Named Me Malala, Best of Enemies, Going Clear: Scientology e la Prigione della Fede, Where to Invade Next? (ultimo film di Michael Moore) e Listen to Me Marlon (inedito sguardo sul mito di Marlon Brando).

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

  • Ave Maria (Basil Khalil, Eric Dupont)
  • Day One (Henry Hughes)
  • Everything Will Be Okay (Alles Wird Gut) (Patrick Vollrath)
  • Shok (Jamie Donoughue)
  • Stutterer (Benjamin Cleary, Serena Armitage)

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO

  • A Girl in the River: The Price of Forgiveness (Sharmeen Obaid-Chinoy)
  • Body Team 12 (David Darg, Bryn Mooser)
  • Chau, beyond the Lines (Courtney Marsh and Jerry Franck)
  • Claude Lanzmann: Spectres of the Shoah (Adam Benzine)
  • Last Day of Freedom (Dee Hibbert-Jones, Nomi Talisman)

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE

  • Bear Story (Gabriel Osorio, Pato Escala)
  • Prologue (Richard Williams and Imogen Sutton)
  • Sanjay’s Super Team (Sanjay Patel and Nicole Grindle)
  • We Can’t Live Without Cosmos (Konstantin Bronzit)
  • World of Tomorrow (Don Hertzfeldt)

OSCAR ONORARIO

  • Spike Lee
  • Gena Rowlands

PREMIO UMANITARIO JEAN HERSHOLT

  • Debbie Reynolds

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