Festival di Cannes 2016, i vincitori: Palma d’Oro a “I, Daniel Blake” di Ken Loach

Festival di Cannes 2016, i vincitori: Palma d’Oro a “I, Daniel Blake” di Ken Loach

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Tra alcune conferme e molte sorprese, anche quest’anno si abbassano i riflettori sul festival di Cannes, la cui 69esima edizione si è infatti conclusa domenica 22 maggio con la sempre attesissima cerimonia di premiazione.

E piuttosto imprevedibilmente, la giuria del concorso presieduta dal regista George Miller ha assegnato il massimo riconoscimento, ovvero la Palma d’Oro per il miglior film all’impegnato dramma inglese I, Daniel Blake di Ken Loach. A dieci anni dalla prima vittoria con Il Vento che Accarezza l’Erba, il regista britannico trionfa quindi nuovamente al festival con un film che, perfettamente in linea con quelle tematiche che da sempre caratterizzano il suo cinema civile, segue il percorso di un disoccupato costretto a chiedere assistenza sociale.

Dominata anche dai temi della famiglia e dei tormenti esistenziali, la kermesse di quest’anno ha scatenato le reazioni più disparate, lasciando peraltro senza premi la maggior parte dei film meglio accolti dalla critica, tra i quali spiccano sicuramente il sensibile Paterson di Jim Jarmusch (che ha presentato sulla Croisette anche il suo documentario Gimme Danger) e la sorprendente commedia Toni Erdmann della regista tedesca Maren Ade: accolto da recensioni entusiastiche, il suo film era fino all’ultimo considerato il grande favorito, tanto da far sperare che la quotata outsider potesse diventare la seconda donna a vincere la Palma d’Oro dopo la grande Jane Campion, che nel 1993 si aggiudicò l’ambito premio per Lezioni di Piano (ex aequo con Addio Mia Concubina di Chen Kaige). Purtroppo, nonostante i buoni presupposti la situazione alla fine non si è verificata, ma l’apprezzata regista ne esce sicuramente a testa alta, consolandosi peraltro in parte con il premio Fipresci assegnatole dalla critica internazionale.

Non hanno sortito lo stesso effetto le altre due donne in Concorso, ovvero la francese Nicole Garcia (che con il suo Mal de Pierres non è riuscita a convincere appieno il pubblico di Cannes) e Andrea Arnold, che con l’anomalo on the road American Honey ha scatenato reazioni dissonanti, riuscendo però infine ad aggiudicarsi inaspettatamente il Premio della Giuria.

Ottimo riscontro invece per i due film romeni in concorso, ovvero Sieranevada di Cristi Puiu e Bacalaureat di Cristian Mungiu; a quest’ultimo è stato assegnato inoltre il riconoscimento alla miglior regia, condiviso ex aequo con Olivier Assayas, premiato invece per Personal Shopper, angosciante dramma dai toni soprannaturali con protagonista Kristen Stewart che però ha suscitato reazioni contrastanti, incontrando il favore del pubblico ma dividendo la critica. Ben accolti anche il sensuale noir Mademoiselle di Park Chan-wook, l’intenso Loving di Jeff Nichols e il controverso Elle di Paul Verhoeven, mentre inaspettatamente deludono invece le aspettative due opere attesissime come The Neon Demon di Nicolas Winding Refn (accolto con sonoro disappunto) e Juste la Fin du Monde dell’enfant prodige canadese Xavier Dolan, che comunque riesce a convincere la giuria aggiudicandosi, oltre al premio della giuria ecumenica, anche il secondo riconoscimento più importante, ovvero il prestigioso Gran Prix.

Due riconoscimenti anche a The Salesman di Asghar Farhadi (già vincitore dell’Oscar per il bellissimo Una Separazione): oltre al premio per la migliore sceneggiatura, il film del regista iraniano si aggiudica infatti anche quello per il miglior attore al protagonista Shahab Hosseini, che soffia così il premio al lanciatissimo Adam Driver, molto apprezzato nel succitato Paterson. E se, a sorpresa, un’accoglienza piuttosto tiepida è stata invece riservata anche ad alcuni illustri precedenti vincitori come Pedro Almodovar e i fratelli Dardenne (in concorso rispettivamente con Julieta e La Fille Inconnue), il film meno apprezzato della kermesse resta comunque sicuramente The Last Face di Sean Penn, a cui il pubblico di Cannes ha riservato sonori fischi e recensioni spietate.

Tra i film in competizione, dividono anche pellicole come Ma Loute di Bruno Dumont, Rester Vertical di Alain Guiraudie e Ma’ Rosa del filippino Brillante Mendoza, che però fa conquistare il premio come miglior attrice alla sua protagonista Jaclyn Jose, che a sorpresa prevale su interpreti quotatissime come la Isabelle Huppert del succitato Elle e la Sonia Braga di Aquarius (unico film sudamericano in Concorso, diretto dal brasiliano Kleber Mendonça Filho). Infine, il premio Camera d’or per la miglior opera prima è andato all’apprezzato Divines della regista franco-marocchina Houda Benyamina, mentre Timecode di Juanjo Gimenez vince come miglior cortometraggio.

Per quanto riguarda invece i premi collaterali, a trionfare alla Quinzaine des Realisateurs è Wolf and Sheep, debutto della giovane cineasta afgana Shahrbanoo Sadat, mentre Mimosas di Olivier Laxe ottiene invece il Gran Prix della Semaine de la Critique; tra i vincitori spicca anche The Happiest Day in the Life of Olli Maki del finlandese Juho Kuosmanen, che si aggiudica infatti il riconoscimento più importante nella sezione Un Certain Regard, la cui giuria ha assegnato invece il premio alla miglior regia all’americano Matt Ross per Captain Fantastic, atteso film indipendente con protagonista Viggo Mortensen.

Inoltre, sebbene purtroppo per questa edizione del festival nessun film italiano fosse stato selezionato per il concorso ufficiale, un’ottima accoglienza è stata riservata anche alle pellicole nostrane presentate sulla Croisette: oltre a Pericle il Nero di Stefano Mordini (anch’esso in Un Certain Regard), ottengono infatti un buon riscontro anche le altre pellicole nostrane fuori concorso, ovvero Fai bei Sogni di Marco Bellocchio, La Pazza Gioia di Paolo Virzì, Fiore di Claudio Giovannesi e l’interessante co-produzione internazionale L’Ultima Spiaggia (inserita nelle proiezioni speciali e diretta a quattro mani dal greco Thanos Anastopoulos insieme al triestino Davide Del Degan).

Tra i film presentati fuori concorso, da citare sono anche le pellicole di produzione statunitense che hanno portato star e glamour sulla Croisette: tra queste, Café Society di Woody Allen (che ha aperto la kermesse), Il GGG – Il Grande Gigante Gentile di Steven Spielberg, The Nice Guys di Shane Black (con protagonisti Russell Crowe e Ryan Gosling) e Money Monster di Jodie Foster (con George Clooney e Julia Roberts).

Infine, da segnalare anche l’omaggio del festival all’attore Jean-Pierre Léaud, a cui è stato infatti assegnato il premio alla carriera di questa edizione.

Di seguito, tutti i vincitori della 69esima edizione del festival di Cannes.

CONCORSO

  • Palma d’oro per il miglior film: I, Daniel Blake di Ken Loach
  • Grand Prix: Juste la fin du monde di Xavier Dolan
  • Premio della giuria: American Honey di Andrea Arnold
  • Miglior regia (ex aequo): Olivier Assayas per Personal Shopper e Cristian Mungiu per Bacalaureat
  • Migliore sceneggiatura: Asghar Farhadi per The Salesman
  • Migliore attrice: Jaclyn Jose per Ma’ Rosa di Brillante Mendoza
  • Miglior attore: Shahab Hosseini per The Salesman di Asghar Farhadi
  • Camera d’or alla miglior opera primaDivines di Houda Benyamina
  • Palma d’oro per il miglior cortometraggioTimecode di Juanjo Gimenez
  • Premio FIPRESCI: Toni Erdmann di Maren Ade
  • Premio della Giuria Ecumenica: Juste la fin du monde di Xavier Dolan
  • Queer PalmLes Vies de Thérèse di Sébastien Lifshitz

QUINZAINE DES RÉALISATEURS

  • Premio Art Cinéma: Wolf and Sheep di Shahrbanoo Sadat
  • Premio Europa Cinema Label: Mercenaire di Sacha Wolff
  • Premio SACD: L’Effet aquatique di Sólveig Anspach
  • Menzione specialeDivines di Houda Benyamina
  • Premio Illy per il cortometraggio: Chasse Royale di Lise Akoka e Romane Guéret
  • Carrosse d’or: Aki Kaurismäki

SEMAINE DE LA CRITIQUE

  • Gran Premio Settimana Internazionale della Critica: Mimosas di Oliver Laxe
  • Premio Rivelazione France 4: Albüm di Mehmet Can Mertoğlu
  • Premio SACD: Diamond Island di Davy Chou
  • Aide Fondation Gan à la Diffusion: Shavua Ve Yom di Asaph Polonsky
  • Premio Scoperta Leica Cine del cortometraggio: Prenjak di Wregas Bhanuteja
  • Premio Canal+ del cortometraggio: L’Enfance d’un Chef di Antoine de Bary

PALMA D’ORO D’ONORE

  • Jean-Pierre Léaud

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