Toy Story 3 – La Grande Fuga

Andy è ormai cresciuto, ed è in partenza per il college. Così, prima di partire, deve scegliere cosa fare dei suoi giocattoli. Questi ultimi sono già da tempo offesi dal distacco di Andy, che ormai ha smesso di giocare con loro, perciò non sembrano amareggiati quando finiscono in uno scatolone destinato ad un asilo. Solo il buon cow-boy Woody (voce originale di Tom Hanks, voce italiana di Fabrizio Frizzi) non è d’accordo con la gang, rimanendo comunque del parere che il posto di tutti loro sia con il loro padroncino di sempre. Nessuno pare ascoltarlo finché il gruppo non arriva all’asilo, che si rivelerà presto una sorta di prigione dominata da bambini indomabili e insopportabili. A quel punto Woody, insieme all’amico Buzz Lightyear (voce originale di Tim Allen, voce italiana di Massimo Dapporto) decidono di prendere in mano la situazione, e decidono così, insieme al gruppo, di studiare un piano di fuga…

La saga di “Toy Story” è un fenomeno incredibile, ma anche insolito, quasi al contrario: ad un esordio (era il 1995) strepitoso, rivoluzionario ed epico, è seguito infatti un secondo capitolo inaspettatamente stracarico di vitamine, agli altissimi livelli del prototipo; ma, cosa ancora più sorprendente, il terzo (e ultimo) capitolo, invece di sporcare la saga, mantiene invece a sua volta la magia di un piccolo gioiello E così, entrando definitivamente e di diritto nella storia dell’animazione, Woody e Buzz tornano a farci sognare per la terza volta, in quello che è uno dei migliori sequel non solo del genere animato: perché “Toy Story 3” (come anche i precedenti prodotti Pixar “Wall-E” e “Up”) è uno di quei meravigliosi casi in cui un cartoon arriva a tali livelli d’eccellenza da poter essere considerato grande cinema a tutti gli effetti. Tecnicamente superbo (con un 3D finalmente non invadente e superfluo), scritto divinamente, orchestrato con una regia visibile e sapiente ed arricchito da una strepitosa colonna musicale firmata da Randy Newman, impreziosito da una quasi maniacale cura dei dettagli e animato da un cast d’eccezione (per una volta, anche il doppiaggio italiano, seppur ovviamente inferiore all’originale, non fa storcere la bocca), “La Grande Fuga” è un magistrale esempio di animazione adulta, che brilla per stile sicuro, scoppiettanti trovate e indubbia abilità di coinvolgimento: snodando con sapienza una trama articolata e studiatissima, ricca di temi concreti e di spessore affrontati egregiamente (come, ad esempio, la perdita, l’abbandono, il gusto del divertimento, ma anche la complessità dei sentimenti), “Toy Story 3” è un’opera appetibile a tutti capace infatti di conciliare spensieratezza fanciullesca, divertimento adulto e perfino autentica commozione, il tutto in un esaltante mix di generi (dal road movie alla commedia sofisticata, dall’avventura al sentimentale, dal racconto surreale fino anche al dramma carcerario) che fa capo ad un messaggio positivo ma mirabilmente asciugato di retorica. Grande onore quindi alla squadra Pixar, a cui va anche un enorme grazie perché, in compagnia di tali vividi e brillanti personaggi (ai quali ormai siamo tutti affezionati), ogni volta i sogni sembrano davvero autentici. 5 nomination agli Oscar (tra cui miglior film e sceneggiatura) e 2 meritati premi (miglior film d’animazione e miglior canzone originale).