In un futuro non molto lontano, la Terra è invasa da temibili predatori alieni privi di vista ma dotati di un udito estremamente sensibile. Per questo motivo, la famiglia Abbott vive ormai da mesi un’esistenza isolata nel silenzio più assoluto per paura di questa sconosciuta minaccia apparentemente invincibile e pronta ad attaccare a qualsiasi rumore. Sfruttando il linguaggio dei segni, che ben conoscono perché la figlia è sordomuta, per 472 giorni gli Abbott riescono a cavarsela, ma a causa di una ferita ancora dolente gli equilibri familiari vacillano e nel frattempo, insieme all’apprensione per l’ormai imminente arrivo di un nuovo figlio, cresce anche la difficoltà di preservare quel silenzio necessario per sopravvivere.
Noto soprattutto come attore non solo brillante prima in TV e poi al cinema, al terzo film da regista dopo due dramedy presentate al Sundance (ovvero un esordio tratto dai racconti di David Foster Wallace e una dignitosa variazione sul topos classico della reunion familiare), il poliedrico John Krasinski (già attivo anche come sceneggiatore e produttore) cambia ora registro e alza il tiro con questa prima incursione nell’horror che rappresenta un passo avanti nel suo itinerario. Perché è davvero una piacevole sorpresa questo piccolo ma solido prodotto di genere con il quale, supportato da una strategia produttiva più mirata rispetto ai due succitati lavori precedenti, l’attore e regista (che l’ha anche scritto insieme al collaudato duo di specialisti composto da Bryan Woods e Scott Beck) riesce a mettere a frutto tale bagaglio di esperienze dimostrando una sorprendente abilità nello sfruttare una premessa semplice ma vincente nella sua curiosa originalità. Perché l’intuizione alla base, a suo modo controcorrente nel panorama dei contemporanei film di genere, risiede nel puntare sulla limitazione del sonoro non solo come scelta espressiva ma anche come motore di un’azione che Krasinski snoda quindi per immagini attraverso funzionali soluzioni visive coadiuvate da un’accorta gestione dei tempi, dello spazio e delle atmosfere. Ne è uscito un atipico romanzo familiare post-apocalittico tra Shyamalan e Cormac McCarthy in cui il regista, consapevole delle poliedriche potenzialità del silenzio, le sfrutta con perizia su più fronti per definire al contempo la tesissima suspense dell’azione e la coinvolgente tensione emotiva che scandiscono lo svolgimento; così, pur quasi privo di dialoghi e assai stilizzato nella struttura narrativa (bypassando ad esempio le origini e le ragioni del “disastro”), questo gustoso “survival movie” intimista riesce comunque mirabilmente a mantenersi del tutto coinvolgente non solo nel garantire un’alta tenuta della suspense, ma anche nello sviluppare con efficacia le dinamiche interne tra personaggi che veicolano inoltre alcuni non trascurabili spunti sociologici in sottotesto: infatti, oltre all’allusione al valore della comunicazione (di una certa rilevanza in un’epoca in cui, tra social network e veloci opinioni, la stessa corre costantemente sul filo della ridondanza rischiando di sfociare in una superficiale gara a chi urla più forte), tra i temi che lo attraversano figurano inoltre il peso della colpa e l’elaborazione del lutto, entrambi intrecciati a relative riflessioni sulla famiglia come nucleo fondante e sugli affetti come risorsa per affrontare le proprie paure. Anche per questo, non appare quindi forse casuale che, nel tornare a dirigere se stesso, Krasinski abbia scelto questa volta di condividere per la prima volta la scena con la sua reale compagna di vita, ovvero la sempre brava Emily Blunt (che conferma infatti nuovamente la sua versatilità) accanto alla quale, nell’intenso ruolo della figlia, spicca inoltre la giovane Millicent Simmons, realmente sordomuta come il suo personaggio e già apprezzata nel sottovalutato Wonderstruck di Todd Haynes.
A Quiet Place - Un Posto Tranquillo | |
A Quiet Place - Un Posto Tranquillo | |
Summary
"A Quiet Place"; di John Krasinski; con Emily Blunt, John Krasinski, Millicent Simmons, Noah Jupe, Cade Woodward; horror; USA, 2018; durata: 95'. |
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