Secondogenito di re Giorgio V (Michael Gambon), il mite Duca di York Albert (Colin Firth) soffre fin dall’infanzia di un’accentuata balbuzie, che da sempre gli nega la considerazione non solo dei familiari, ma anche del popolo inglese. Quando però suo fratello Edward (Guy Pearce), futuro reggente, decide di rinunciare al trono per sposare l’americana divorziata Wally Simpson (Eve Best), Albert si vede però costretto a parlare in pubblico, angosciato dall’eventualità di poter diventare, in seguito alla malattia del padre, il prossimo re d’Inghilterra. Così, con l’aiuto dell’amata e devota moglie (Helena Bonham Carter, nomination all’Oscar e al Golden Globe), Albert si rivolge all’anticonvenzionale logopedista di origini australiane Lionel Logue (Geoffrey Rush, nomination all’Oscar e al Golden Globe), perché lo aiuti a ritrovare una voce che possa guidare il suo popolo nei difficili anni della Seconda Guerra Mondiale.
Se possibile, vedete questo film in lingua originale. Perché è proprio la parola uno degli elementi principali del premiatissimo “Il Discorso del Re”, splendidamente sceneggiato da David Seidler (che già ne aveva scritto una pièce teatrale) e sapientemente diretto dal capace regista inglese Tom Hooper (suoi la miniserie televisiva “John Adams”, ma anche il sottovalutato “Il Maledetto United”). Partendo dall’interiorità di un re catapultato sul trono in un momento cruciale della Storia, angosciato dalla resposabilità di dover guidare un intero popolo contro un nemico che fa della sua debolezza la propria arma di propaganda, “Il Discorso del Re” riesce infatti nell’assai ardua impresa di mostrare non solo il dramma della difficoltà di esprimere un’urgenza, ma anche la conseguente importanza dell’oratoria (specie per la “ditta” Windsor). Ricco di temi importanti e vario nel piglio e nell’approccio alla materia (passando con agilità dai toni drammatici a quelli della commedia), il film diventa così un raffinato ed emozionante elogio della potenza della parola, che ha il suo culmine nell’intensa sequenza finale del discorso alla nazione, momento in cui il riscoprire la forza della propria voce coincide con il ritrovare se stessi. Il tutto, in una confezione di lusso (fotografia avvolgente, scenografie e costumi accuratissimi nella ricostruzione d’epoca, musiche del grande Alexandre Desplat) e con attori eccellenti: dalla regina e moglie devota di Helena Bonham Carter all’istrionico Timothy Spall nei panni di Churchill, dal re innamorato di Guy Pearce fino al dispotico sovrano morente di Michael Gambon. Ma sono i due protagonisti Colin Firth e Geoffrey Rush a donare al film un’ulteriore valore aggiunto: passando da malinconici ricordi a sferzanti battute di irresistibile anticonformismo, i loro duetti divertono, commuovo e lasciano il segno. 12 nomination agli Oscar e 4 premi importanti: miglior film, regia, sceneggiatura e miglior attore protagonista ad un Firth davvero straordinario.
Il Discorso del Re | |
Il Discorso del Re | |
Summary
“The King’s Speech”; di TOM HOOPER; con COLIN FIRTH, GEOFFREY RUSH, HELENA BONHAM CARTER, GUY PEARCE, MICHAEL GAMBON, TIMOTHY SPALL, DEREK JACOBI, JENNIFER EHLE, ANTHONY ANDREWS, EVE BEST; drammatico; G. B./ Australia, 2010; durata: 110’; |
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