Machete

L’ex agente federale Machete (Danny Trejo) si è rifugiato in Texas dopo essere stato tradito dalla banda del temibile boss Torrez (Steven Seagal), che lo aveva assoldato per uccidere un senatore razzista statunitense. Scoprirà di essere inaspettatamente al centro di un complotto che vede coinvolto ancora Torrez, ma anche un uomo d’affari senza scrupoli (Jeff Fahey). Machete decide così di organizzare la sua vendetta contro il boss: al suo fianco per aiutarlo ci saranno Padre Cortez (Cheech Martin), suo fratello e prete “atipico”, e la giovane Sartana (Jessica Alba), affascinante ufficiale della squadra immigrazione.

Caso più unico che raro di un film nato da un finto trailer (quello che divideva l’episodio di Tarantino da quello di Rodriguez in “Grindhouse”), “Machete” non lascerà delusi gli “aficionados” del regista messicano e divertirà coloro che solo adesso vi si approcciano. Rimanendo perfettamente coerente con se stesso, il regista ha infatti messo in piedi un baraccone rutilante e simpaticamente cialtrone, perfettamente in linea con il suo stile ormai facilmente riconoscibile e nel quale è sempre più a suo agio: azione fracassona, violenza scatenata e truculenta fino allo splatter, efficace umorismo sornione e sarabanda di stereotipi da film di serie B esasperati per dare un tono da fumettone citazionista che sa di pulp e grand guinol. Il tutto, ovviamente, è ancora esclusivamente all’insegna dell’entertainment, ma questa volta c’è qualcosa in più: infatti, se nei precedenti lavori di Rodriguez la storia era un po’ troppo esile (difetto comunque ridotto quasi a particolare, se si pensa che la vera forza del suo cinema non è da ricercarsi nella trama), in questo caso la struttura è invece ben delineata, armoniosa e coinvolgente, nonché tempestata da trovate tanto bizzarre quanto originali, non facendosi mancare nemmeno alcuni ammicchi sociopolitici (seppur solo abbozzati) sull’immigrazione messicana negli States. In tutto ciò, naturalmente Rodriguez e i suoi film rimangono debitori del cinema di Tarantino, ma la differenza c’è e si vede; a questo proposito, l’assonanza tra i due stili non va a minare un divertimento che comunque, per essere totale, richiede di abbandonarsi completamente ad una vicenda che rifiuta la verosimiglianza tanto quanto un fantasy. Accanto al funzionale protagonista e alle guerriere sexy, tra le amichevoli partecipazioni spiccano quelle di Steven Seagal, Jeff Fahey, Don Johnson e naturalmente Robert De Niro, il quale però risulta forse ancora una volta troppo caricaturale e macchiettistico. Presentato Fuori Concorso all’ultimo festival di Venezia.