La Talpa

1973. L’ex agente segreto inglese George Smiley (Gary Oldman, nomination all’Oscar per questo ruolo), ormai prossimo al pensionamento, viene nuovamente ingaggiato dagli enti governativi con l’incarico di stanare una “talpa” sovietica infiltrata nei servizi segreti britannici.

Tratto dal celebre romanzo di John Le Carrè, già adattato per il piccolo schermo in una miniserie TV nel 1979 con protagonista Alec Guinness, è il primo film anglofono del regista svedese Tomas Alfredson, che l’anno scorso aveva convinto tutti con il bellissimo horror “Lasciami Entrare” (di cui già si è realizzato un remake hollywoodiano). Presentato con meritato riscontro all’ultimo festival di Venezia, è un intricato, affascinante ed elegante thriller spionistico di suspense e atmosfere: l’ottima sceneggiatura candidata all’Oscar di Bridget O’Connor e Peter Straughan è messa in immagini dal regista con abilità e rigorosa perizia, puntando sulle suggestioni di fotografia (di Hoyte von Hoytema), costumi (Jacqueline Durran), musiche (Alberto Iglesias) e scenografie (Maria Djurkovic, altra nomination all’Oscar) per calcare l’intensità e la tensione drammatica del racconto attraverso l’avvolgente rievocazione delle ombre della guerra fredda. Appassionante, raffinato e con un cast di prim’ordine: oltre all’ottimo protagonista Gary Oldman (davvero eccellente nella sua infallibile impenetrabilità) da citare sono anche Tom Hardy, John Hurt e il sempre convincente (nonchè recentemente “oscarizzato”) Colin Firth.