Bronx, 1964. Sorella Aloysius Beauvier (Meryl Streep), rigida e conservatrice preside della scuola cattolica St. Nicholas, dopo alcune insicure dichiarazioni della timida sorella James (Amy Adams), si convince che Padre Flynn (Philip Seymour Hoffman), abbia abusato di uno studente.
Il talentoso autore teatrale e drammaturgo John Patrick Shanley (già sceneggiatore premio Oscar per lo script del fortunato “Stregata dalla Luna”) porta sullo schermo la sua omonima e già apprezzatissima pièce teatrale vincitrice di Tony e Pulitzer, con risultati più che felici: in una funzionale confezione “old style” (l’ambientazione è quella dell’America Anni Sessanta post-Kennedy, decisione non certo lasciata al caso), è un film di parola strutturato come un “dramma da camera”, che diventa una riflessione su orgoglio, credenze e preclusioni, ma anche (e soprattutto) sui temi del sospetto e del conseguente senso di colpa che ne deriva; attraverso un’immedesimazione che scaturisce da un attento e calibrassimo percorso di psicologie e catarsi, anche nello spettatore si insinua quel dubbio del titolo che, anche attraverso l’inatteso ribaltamento finale che lo alimenta invece di fornire esplicite rivelazioni, resta quindi coerentemente insoluto aprendo così ad altri e forse più alti quesiti morali. In tutto ciò, i principali punti di forza del film sono appunto da ricercarsi nel sapiente script, minuziosamente adattato per lo schermo dallo stesso Shanley con alcuni funzionali accorgimenti e cambiamenti (nello spettacolo i fatti si svolgevano solo in soli quattro ambienti interni) e nell’eccezionale poker di attori: se la sempre grande Meryl Streep delinea con l’usuale e magistrale adesione un personaggio che, dietro al quasi inflessibile stoicismo, cela invece molteplici fragilità e contraddizioni, eccellente è inoltre il co-protagonista Philip Seymour Hoffman (davvero ottimo nel mantenere una stratificata ed impenetrabile ambiguità), ma da non sottovalutare sono anche la lanciatissima Amy Adams (che conferma le sue doti di interprete poliedrica), e la preziosa “scoperta” Viola Davis, in un ruolo breve ma che lascia il segno. Tutti hanno ottenuto una giustissima nomination all’Oscar, insieme alla sceneggiatura. Da notare anche l’intuizione di giocare sulle condizioni climatiche per alludere ai mutevoli stati d’animo dei personaggi.
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Summary
“Doubt”; di JOHN PATRICK SHANLEY; con MERYL STREEP, PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, AMY ADAMS, VIOLA DAVIS, LLOYD CLAY BROWN, JOSEPH FOSTER, BRIDGET MEGAN CLARK, LYDIA JORDAN, CARRIE PRESTON; drammatico; USA, 2008; durata: 104’; |
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