A Beecham House, casa di riposo per cantanti e musicisti, si prepara l’annuale concerto in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi. Al fermento generale, si aggiunge l’arrivo di una nuova pensionante, ovvero la diva Jean Horton (Maggie Smith), ex-moglie di uno dei residenti (Tom Courtenay).
Tratto dall’omonima pièce teatrale di Ronald Harwood (che l’ha anche adattata per lo schermo) è il film che segna l’esordio alla regia del 75enne Dustin Hoffman. Accademico nella confezione e piuttosto convenzionale nello stile, ritmato da uno sciorinamento furbetto delle più belle arie d’opera (da Rossini a Puccini, con ricorrenti menzioni a Verdi e al Rigoletto in particolare), è una leggiadra sonata dolceamara sui benefici della musica e su luci ed ombre (nostalgie e malinconie, ma anche sorprese e opportunità) della terza età. Lieve e decoroso, senza particolari pretese di incisività nei temi come anche nel coinvolgimento, è comunque gradevole per il sottile piglio ironico, l’appropriata grazia del tocco e la leggerezza del toni, anche se il vero fulcro sono gli interpreti: da attore, Hoffman ha realizzato non a caso un film di attori, ben diretti e tutti bravi o bravissimi, specie il centrale poker di protagonisti composto da Billy Connolly, Tom Courtenay, Pauline Collins, e soprattutto la grande Maggie Smith. Cast di comprimari (decorativi) di lusso, composto da autentici ex-cantanti e/o musicisti, in carrellata sui titoli di coda.
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Summary
id.; di DUSTIN HOFFMAN; con MAGGIE SMITH, TOM COURTENAY, BILLY CONNOLLY, PAULINE COLLINS, MICHAEL GAMBON, TREVOR PEACOCK, MICHAEL BYRNE, SHERIDAN SMITH; commedia; G. B., 2012; durata: 98'; |
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