A Beautiful Mind

La storia vera del grande matematico John Nash (Russell Crowe) che, proprio alla vigilia del successo internazionale raggiunto con le sue stupefacenti teorie, inizia a credere di essersi immischiato in una misteriosa cospirazione che coinvolge i servizi segreti. Scoprirà invece che tutto è una proiezione della sua mente: John è infatti affetto da schizofrenia. Nella difficile lotta contro i fantasmi della sua mente avrà un ruolo fondamentale la fedele moglie Alicia (Jennifer Connelly).

Pur non privo di evidenti limiti, coerentemente in linea con gli stilemi del più classico biopic (in particolare nel piglio palesemente agiografico non privo di libertà e programmatiche concessioni rispetto alla realtà dei fatti), è una bella storia vera romanzata e patinata quanto basta per piacere a Hollywood, in cui la tutto sommato coinvolgente ma convenzionale prima parte affidata ai buoni sentimenti si alterna ad una seconda (più strutturata e convincente) in cui il più marcato piglio “schizoide” catapulta lo spettatore nella problematica psiche del protagonista. Il discontinuo mestierante Ron Howard dosa gli elementi con garbo (pur non riuscendo sempre a sfuggire alle trappole della retorica), anche se i principali punti di forza restano le interpretazioni di Russell Crowe e Jennifer Connelly. Ruoli secondari ma di rilievo per Ed Harris e Paul Bettany. 4 Golden Globes (miglior film drammatico, Russell Crowe, Jennifer Connelly, sceneggiatura) e 4 Oscar: miglior film, regia, Jennifer Connelly (attrice non protagonista) e sceneggiatura non originale (tratta dalla biografia scritta da Sylvia Nasar, adattata per lo schermo dallo specialista di blockbuster Akiva Goldsman).