Addio a John Hurt

Addio a John Hurt

È morto a 77 anni l’attore inglese John Hurt, interprete noto e amatissimo molto attivo al cinema, in teatro e in televisione: capace di unire istrionismo, carisma e grande presenza scenica, nella sua lunghissima carriera (oltre 200 ruoli tra film e produzioni televisive) si è sempre dimostrato in grado di lasciare il segno in ruoli diversissimi, principali o di supporto.

Nato a Chesterfield nel 1940, Hurt sviluppa da giovanissimo la sua passione per la recitazione, e a 20 anni entra a far parte della Royal Academy of Dramatic Art di Londra. Attore versatile dall’animo ribelle, debutta al cinema nel 1962 con The Wild and the Willing, anche se il primo ruolo di rilievo arriva nel 1966, quando compare nel cult Un Uomo per Tutte le Stagioni (premiato con 6 Oscar). Nel 1967 è nel cast de Il Marinaio di Gibilterra di Tony Richardson, mentre due anni più tardi è diretto da John Huston in La Forca Può Attendere. Nel 1971 si fa poi notare in L’Assassino di Rillington Place n. 10, film per il quale riceve la sua prima candidatura al BAFTA Award come miglior attore non protagonista. Nel 1974 è invece il protagonista di Little Malcolm di Stuart Cooper, premiato con l’Orso d’Argento al festival di Berlino, mentre l’anno successivo recita nel film televisivo The Naked Civil Servant, per cui si aggiudica il suo primo BAFTA; replicherà la vittoria nel 1978, quando tornerà a vincere il premio (questa volta come miglior attore non protagonista) per la sua grande interpretazione nel bellissimo Fuga di Mezzanotte di Alan Parker, film per il quale ottiene anche un Golden Globe e una candidatura all’Oscar. Nello stesso anno prende parte anche a L’Australiano di Jerzky Skolimowski (vincitore del Gran Prix Speciale della Giuria al festival di Cannes), mentre nel 1979 recita nel mitico Alien di Ridley Scott, aggiudicandosi una nuova candidatura ai BAFTA per il ruolo di Kane (uno dei suoi personaggi più celebri); tornerà a vincere il prestigioso premio britannico nel 1980, quando interpreta il ruolo di John Merrick nello splendido The Elephant Man di David Lynch, ruolo per il quale viene candidato nuovamente all’Oscar e al Golden Globe. Nello stesso anno compare anche ne I Cancelli del Cielo di Michael Cimino, mentre nel 1981 interpreta il ruolo di Gesù in La Pazza Storia del Mondo di Mel Brooks. Nel 1983 è diretto da Sam Peckinpah in Osterman Weekend, mentre l’anno successivo compare in Vendetta di Stephen Frears e in Orwell 1984, trasposizione del distopico romanzo omonimo diretta da Michael Radford; quest’ultimo lo dirigerà anche in White Mischief del 1987, anno in cui l’attore torna inoltre a lavorare con Mel Brooks nel cult Balle Spaziali, film nel quale riprende, parodiandolo con grande autoironia, il suo ruolo nel succitato Alien. L’attore continua a dimostrare la sua versatilità anche negli anni Novanta: oltre a recitare per Roger Corman in Frankenstein oltre le frontiere del tempo, nel 1990 viene inoltre nuovamente candidato ai BAFTA per Il Campo di Jim Sheridan, mentre nel 1993 viene diretto da Gus Van Sant nell’eccentrico Cowgirl – Il Nuovo Sesso. Oltre al film d’avventura Rob Roy, del 1995 è anche il bellissimo Dead Man, che segna la sua prima collaborazione con Jim Jarmusch, che tornerà a dirigerlo in The Limits of Control (2009) e nel notevole Solo gli Amanti Sopravvivono (2013). Nel 1997 recita in Amore e morte a Long Island e nell’ottimo film di fantascienza Contact, diretto da Robert Zemeckis. All’inizio degli anni Duemila, dopo aver preso parte a Il Mandolino del Capitano Corelli, entra nel cuore anche del pubblico più giovane partecipando alla saga di Harry Potter nel ruolo di Garrick Olivander. Nel 2004 è tra i protagonisti di Hellboy di Guillermo del Toro (tornando per una breve apparizione anche nel sequel), mentre l’anno successivo si fa notare nel cult V per Vendetta. Nel 2008 prende parte a ben cinque pellicole: oltre all’ottimo film televisivo Recount, è infatti in Lezione Ventuno di Baricco e poi nel collettivo New York, I Love You, nel thriller Oxford Murders di Alex de la Iglesia e in Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, quinto capitolo della mitica saga diretta da Steven Spielberg. L’anno successivo interpreta lo scrittore Quentin Crisp in An Englishman in New York, ruolo per il quale dove riceve un premio al festival Berlino e una nuova candidatura ai BAFTA. Parallelamente alle sue apparizioni al cinema e alla sfolgorante carriera teatrale (da Shakespeare a Pinter), Hurt continua inoltre a svolgere l’assidua attività di doppiatore iniziata negli anni Settanta, prestando la voce a diversi personaggi in vari film d’animazione (dal non trascurabile La Collina dei Conigli alla versione cartoon de Il Signore degli Anelli fino alla pellicola Disney Taron e la pentola magica) ma anche assumendo il ruolo di narratore in numerose produzioni cinematografiche e televisive: tra le più recenti, oltre alla serie televisiva Merlin e al thriller Profumo – Storia di un assassino (tratto dal romanzo di Patrick Suskind), spiccano sopratutto Dogville e il suo seguito Manderlay, entrambi diretti da Lars Von Trier, che nel 2011 lo dirigerà anche in Melancholia; nello stesso anno è nel cast dell’ottimo La Talpa di Tomas Alfredson (film di spionaggio basato sul romanzo omonimo di John le Carré), mentre nel 2012 (anno in cui compare anche nella serie TV The Hollow Crown) viene premiato ai BAFTA con un riconoscimento speciale per il suo contributo al cinema. Dopo aver preso parte anche all’amatissima serie Doctor Who, nel 2013 recita inoltre per Bong Joon-ho nell’ottimo Snowpiercer, mentre nel 2016 recita a fianco di Natalie Portman nell’applaudito biopic Jackie di Pablo Larraìn (candidato a 3 premi Oscar). L’anno precedente era inoltre stato nominato Cavaliere dalla Regina Elisabetta II. Negli ultimi tempi era infatti impegnato sul set di Darkest Hour di Joe Wright, che uscirà postumo come That Good Night, altro film che l’attore era riuscito a completare prima della morte, avvenuta il 25 gennaio 2017, appena tre giorni dopo il suo 77esimo compleanno.

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