Dublino, 1800. Donna che si finge uomo per lavorare come maggiordomo, Albert Nobbs (Glenn Close, nomination all’Oscar e al Golden Globe) presta un impeccabile servizio da anni nel lussuoso Morrison’s Hotel, sperando un giorno di poter aprire una propria attività e trovare così la sicurezza economica e la pace interiore. Quando però un nuovo ambiguo impiegato arriva nell’albergo, la sua copertura vacilla.
Tratto da una pièce teatrale (a sua volta ispirata ad un racconto di George Moore) e diretto da Rodrigo García (figlio dello scrittore Gabriel García Marquez), la versione cinematografica di “Albert Nobbs” appartiene in realtà quasi completamente alla protagonista Glenn Close: mascherata in un trucco che le modifica i connotati e stretta in un bustino che le comprime le forme, la grande attrice (qui nelle molteplici vesti di interprete, co-sceneggiatrice, co-produttrice e autrice della canzone dei titoli di coda) si è dedicata completamente ad un progetto a cui lavorava dal 1982, quando si innamorò del personaggio dopo averlo interpretato per la prima volta a teatro; una devozione artistica viscerale giustamente coronata da una meritata candidatura all’Oscar, che però non riesce a trovare ulteriore glorificazione in un film purtroppo non completamente convincente. Nonostante una pertinente ricostruzione d’epoca e una convincente direzione degli attori, il tutto rimane infatti illustrativo e quasi ingessato, con la storia che non riesce del tutto a decollare, adagiandosi su una sottotrama da “amore impossibile” che alla lunga finisce per schiacciare i pur interessanti spunti tematici su identità sociali e sessuali. In tutto questo rimane, come suddetto, la grande prova del cast: oltre alla succitata e sempre intensa Close, sono da notare l’ormai lanciatissima Mia Wasikowska, il grande attore irlandese Brendan Gleeson e soprattutto l’eccellente comprimaria Janet McTeer (anch’essa in abiti maschili e a sua volta candidata all’Oscar): sono loro la principale ragion d’essere di un film appunto diligente ma piatto e senza guizzi, le cui ambizioni di provocazione e di critica sociale finiscono purtroppo per rimanere tali, ristagnando in uno sviluppo convenzionale forse più commosso che commovente.
Albert Nobbs | |
Albert Nobbs | |
Summary
id; di RODRIGO GARCÍA; con GLENN CLOSE, MIA WASIKOWSKA, JANET McTEER, AARON JOHNSON, JONATHAN RHYS-MEYERS, BRENDA FRICKER, BRENDAN GLEESON, PAULINE COLLINS; drammatico; G. B., 2011; durata: 113’; |
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5 Comments
Barbarella
Non l’ho ancora visto, ma non mi ispira molto. La trama e i temi trattati potevano essere lo spunto per riflessioni e critiche sociali importanti, peccato!
elia88
@ Barbarella: Sì, a mio parere uno dei suoi grandi limiti è proprio questo: le ambizioni concettuali, nonostante i buoni spunti, finiscono per rimanere tali. Se il film merita una visione è principalmente per le grandi prove di Glenn Close e Janet McTeer.
newmoon35
Ti confesso che è un film che mi ispira una antipatia feroce, non so perchè. Nonostante l’ammirazione per Glenn Close credo che passerò.
elia88
@ newmoon35: Per la grande Glenn Close lo si può vedere. Per il resto, si può tranquillamente passare.
perso nel mondo del cinema
Condivido in pieno. L’ho visto ieri sera, presto pubblicherò la recensione!