Anteprima: ParaNorman

Anteprima: ParaNorman

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Una cittadina è invasa dagli zombie: a chi chiedere aiuto? “A Norman!”. La Focus Features e LAIKA, note per il lungometraggio di animazione nominato agli Oscar Coraline, presentano la comedy thriller “ParaNorman”: il secondo film animato in stop motion realizzato da LAIKA in 3D, che ha unito queste due forme d’arte mozzafiato per raccontare una storia nuova ed esilarante, magicamente emotiva e spaventosamente divertente. In attesa dell’uscita del film il giorno 11 Ottobre, questo blog propone uno Speciale sul film completo di trailer, sinossi, note di regia e di produzione dal pressbook ufficiale, clip e featurette esclusive, il tutto integrato con una breve storia della Stop Motion.

TRAILER

SINOSSI

“ParaNorman” è ambientato nella città di Blithe Hollow, sede 300 anni prima di una famosa caccia alle streghe. L’undicenne Norman Babcock (doppiato da Kodi Smit-McPhee di Let Me In e The Road) trascorre le sue giornate a guardare film horror e studiare i fantasmi. Infatti, Norman ha ereditato dalla sua amata nonna (Elaine Stritch) la capacità di vedere e di parlare con i morti, tanto che, quasi tutti i giorni, preferisce la loro compagnia a quella di un padre decisamente tra le righe (Jeff Garlin), di una madre tutto pepe (Leslie Mann), e della sorella maggiore terribilmente superficiale, Courtney (Anna Kendrick). Alla scuola media, Norman schiva il bullismo di Alvin (Christopher Mintz-Plasse), si confida con l’amico fifone Neil (Tucker Albrizzi) e tenta di ignorare la sua insegnante sbruffona Mrs. Henscher (Alex Borstein). Ad informarlo che l’antica maledizione di una vecchia strega si sta per avverare, è lo zio Prenderghast (John Goodman), e Norman si rivelerà essere l’unico in grado di fermare l’orda di zombie che metterà in pericolo tutti i cittadini. Una volta che sette zombie – guidati dal Giudice (Bernard Hill) – escono improvvisamente dalle tombe, Norman inizia una corsa contro il tempo con l’aiuto di un’improbabile squadra d’assalto, formata da Courtney, Alvin, Neil ed il suo muscoloso fratello maggiore Mitch (Casey Affleck), in fuga oltretutto dallo sceriffo Hooper (Tempestt Bledsoe). Ed ancor peggio, la cittadina  indignata è pronta ad imbracciare le armi.

CLIP IN ITALIANO: “IL TEMPO STRINGE”

LA REALIZZAZIONE DEL FILM

“Per fare animazione in stop-motion – o, come lo chiamiamo noi in Inghilterra, stop-frame animation – bisogna amarla davvero”, dice il regista Sam Fell, che vanta una grande esperienza nel campo, da autodidatta nella tecnica. In “ParaNorman”, abbiamo voluto provare un approccio nuovo di animazione – meno teatrale e più cinematografico. “ParaNorman” presenta tante cose che ‘non si dovrebberò fare nello stop-motion; scene di massa con molte comparse, inseguimenti, sovrapposizione di dialoghi, primi piani e “reaction shots” – con i due terzi delle riprese girate in ambienti esterni “. Il regista di “ParaNorman” Chris Butler aggiunge “Abbiamo dovuto superare molti limiti. L’ambizione del progetto era ogni giorno più forte, fino a perdersi nel fantastico. Quando si lavora su un film in stop-motion, si sta lavorando su qualcosa di speciale che ci auguriamo venga apprezzato anche in futuro”.
Molto prima che iniziasse a lavorare ai LAIKA come supervisore storyboard per Coraline, Butler aveva già in mente un film d’animazione originale, con una prima bozza di sceneggiatura. Egli osserva: “E’ una consuetudine diffusa che gli addetti allo storyboard ed i supervisori diventino registi di film d’animazione; inizialmente fai dei disegni, e poi cominci sul serio al dare vita ad un film. Volevo realizzare la mia storia, con la tecnica dello stop-motion. Scrivere “ParaNorman” è stato un atto d’amore. Nato dal desiderio di fare un film sugli zombie per bambini, con atmosfere da giallo alla Scooby-Doo, al di là delle conclusioni scontate, unito al concetto di “E se…”, e che facesse riferimento al legame tra me e mia nonna. Così ho dato vita ad uno script irriverente e pieno d’ avventura, ma che allo stesso tempo fa riflettere sulla propria identità”. Il regista spiega: “Mi ci sono voluti 10 anni per completare la sceneggiatura. Non l’ho mai abbandonata. Lavoravo tutto il giorno su altri film, poi tornavo a casa, e per  rilassarmi proseguivo lo script.

Così “ParaNorman” – che in un primo momento non aveva un titolo vero e proprio, ma solo Zombie Movie Something – l’ho terminato dopo molto tempo”. La Produttrice Arianne Sutner si è aggiunta ben presto, prima che lo script fosse finito. Afferma: “Le storie che hanno come protagonista un bambino incompreso, e le storie di mostri hanno sempre avuto un fascino universale e senza tempo; ma questo aveva l’aria di essere diverso da tutti gli altri. Ciò che mi ha colpito dello script di Chris è stata la sua concezione del film: adatto ed allo stesso tempo riguardante i bambini, facendoli divertire e dando ai genitori, me compresa, molti spunti su cui riflettere. Chris mostra i modi con cui Norman affronta le proprie paure ed impara a convivere con le proprie capacità fuori dal comune. Chris ha lavorato sodo per unire personaggi, sentimenti, azione, avventura e commedia – intesa non solo sottoforma di gag, ma come umorismo genuino –. Quest’ultimo è sempre stato una componente chiave, perché Butler anni prima si era reso conto che “il tema trainante della storia non è la paura, ma lo humor dei personaggi”. La Sutner, che aveva già avuto esperienza nel campo dello stop-motion in seguito alla collaborazione con il regista Henry Selick in Coraline, ha lavorato insieme a Butler nella stesura dello script. La Produttrice osserva: “Lo stop-motion è un modo interessante di fare film, frutto di una collaborazione che si evolve già in fase di stesura della sceneggiatura. Con questa tecnica e l’esperienza di Chris, ci siamo concentrati molto sui dettagli visivi, oltre che sulle sequenze e sulla struttura. Chris sapeva bene come voleva dar vita sullo schermo a ciò che aveva realizzato. Da regista aveva tutti i mezzi necessari, perciò l’ho incitato a seguire il proprio istinto”. Da parte sua, Fell è stato sufficientemente incoraggiato e coinvolto nel progetto fin dal 2009. Egli osserva: “Lo spirito inglese dello script di Chris mi piaceva. Ma quello che mi ha realmente catturato è stato il protagonista, Norman, la sua crescita ed il suo cambiamento. Credo che sia importante per i ragazzi sapere che la diversità e la distinzione dal gruppo non è un male”. La Sutner aggiunge: “Sam è stato in grado di stimolare ancor più le idee di Chris, soprattutto con il materiale a disposizione”. Fell dice: “Ci abbiamo lavorato insieme per cogliere proprio quello spirito. Chris era d’accordo con me su come strutturare il lavoro. Volevamo fare qualcosa rivolto alle famiglie, basato su tematiche molto acclamate. Chris ed io sapevamo che ci stavamo incanalando in un ambientazione anni 80, e dovevamo stare attenti a non fare pasticci, per di più ricreando esterni di una cittadina americana, pur essendo noi inglesi!”.

Commenta Butler: “Il New England era perfetto per la storia. Ci ho trascorso molti anni, e ho notato alcune case con i telai delle porte deformati, e le recinzioni in putrefazione…”. Nota Knight: “Penso che ogni artista attinga da tre fonti primarie: le esperienze personali o i ricordi, le cose osservate e studiate, e l’immaginazione. Laddove non si riesca a tirare fuori qualcosa dai primi due, con l’immaginazione si può spaziare – e salda insieme tutto, e molto altro ancora. “ParaNorman” è visivamente stupefacente, è un emozionante omaggio agli spettacoli con cui siamo cresciuti. Ma si avvale anche di una profonda risonanza emotiva ed intensità. Anche durante i momenti  più inversomili, si toccano argomenti seri”. L’abile Direttore della Fotografia Tristan Oliver è rimasto colpito dallo script e dall’ambizione del regista per la sua realizzazione. I tre hanno subito iniziato il brainstorming su ciò che la Sutner definisce “inquadrature dinamiche e mosse che spingono verso i confini dello stop-motion”. Oliver riflette: “Non è insolito avere due registi nell’ animazione; mi è capitata la stessa cosa anche in altri progetti, ed è andata altrettanto bene in “ParaNorman”. Chris e Sam si sono compensati”. Fell osserva: “Per questo tipo di animazione, servono le idee dei due registi. Chris ed io siamo subito andati d’accordo, completandoci a vicenda. Questo film ha rappresentato una grande sfida, ma abbiamo condiviso una visione comune, e lavorato fianco a fianco”. Le esperienze passate dei registi nell’ animazione in stop-motion ha fatto sì che fossero pienamente consapevoli di ciò che necessitavano per concepire e realizzare il mondo di un ragazzo e dei suoi fantastici invasori, spesso in miniatura. Butler nota che, esteticamente, il processo stesso di stop-motion, si può definire come la ricerca del naturalismo – non realismo – nelle prestazioni, nell’ animazione e nella progettazione. Nella pre-produzione, la direzione artistica e lo storyboard vengono prima, dato che tutti i realizzatori per esperienza sanno bene l’importanza della visualizzazione di ogni scena e dei personaggi da parte degli storyboard illustrators. “Il regista deve controllare ogni minimo dettaglio” afferma la Sutner. Questo è cruciale per i film in live-action, ma ancor di più per i film d’animazione. Butler spiega: “Non è come il live-action, dove è possibile utilizzare più telecamere e ripetere più volte la scena. Gli animatori muovono un fotogramma alla volta, quindi è necessario che sappiano esattamente cosa fare ancor prima che inizino le riprese. Il vantaggio degli storyboard è quello di poter seguire direttamente lo script, per tracciare l’intero film in anticipo sotto forma di immagini – spesso con qualche innovazione – e che il materiale prodotto va direttamente alle riprese. Butler inoltre ha scoperto che “di fronte alle proposte ed alle innovazioni di altri membri non ho esitato a modificare un personaggio o una scena: basta tornare allo script ed apportare le modifiche. Avevo già avuto modo di lavorare con il team di  “ParaNorman” in Coraline, quindi tutto è stato più semplice. Siamo una squadra forte, un gruppo dalla grande esperienza nello stop-motion, ed alcuni di noi avevano collaborato anche prima di Coraline, facendo quindi molti progressi in questo settore”.

DUE ANNI DI LAVORO

“ParaNorman” è la più grande produzione in stop-motion d’animazione, essendo solo il terzo film in stop-motion realizzato in 3D dopo Coraline dei LAIKA Studios (2009), e Pirati! Briganti da Strapazzo della Aardman (2012). Il capo dell’animazione, nonché produttore Travis Knight commenta: “L’animazione è un mezzo, non un genere. ‘Genere’ è un termine restrittivo, che paralizza la creatività, mentre l’animazione è un potente mezzo visivo limitato solo dall’immaginazione dei suoi autori. Abbiamo fatto di più, incorporando tutte le forme di animazione alla nostra metodologia, e la nostra vasta gamma di progetti, e LAIKA le ha realizzate in stop-motion. Questa è la forma d’arte che stiamo cercando di ridefinire. Le nostre immagini hanno impiegato e coinvolto tutti ai LAIKA, e ciascuno ha apportato qualcosa di sé in queste storie accattivanti, andando ad ampliare le conoscenze base ed a completare il potenziale dell’animazione stessa, con un design audace ed innovativo, nonché un materiale tematico avvincente”. L’enorme quantità di miniature, ha fatto sì che ai LAIKA Studios, gli artigiani e gli animatori lavorassero insieme per realizzare tutto ciò che il pubblico di tutto il mondo ammirerà sul grande schermo. La Produttrice Arianne Sutner afferma: “E’ un’azienda in crescita che attira la gente che guarda il mondo in modo diverso. Qui tutti amano questa forma d’arte “. Il regista Chris Butler aggiunge: “Molti di loro oltre ad essere parte del team sono anche miei buoni amici”. Il regista Sam Fell nota: “Ai LAIKA ho notato subito quanto amore, cura e generosità ognuno mette nel proprio mestiere. Ogni fotogramma è carico di tutte queste ricchezze”. I due anni di produzione di “ParaNorman” hanno avuto luogo presso i LAIKA Studios di Hillsboro, in Oregon, dall’agosto 2010, con una équipe composta da 320 persone tra designer, animatori e tecnici, suddivisi in 52 differenti unità di ripresa: numero mai disposto per un lungometraggio di animazione in stop-motion, se non per Coraline. “La pianificazione è stata difficile, a causa delle nostre ambizioni in questo progetto,” ricorda la Sutner. “ParaNorman” ha un numero di pupazzi in stop-motion mai visto prima, oltre mesi di riprese in primo piano di Norman. Abbiamo dovuto pianificare molto più di quanto ci aspettassimo. Lavorare in stop-motion è come dare vita all’arte; gli artisti lavorano con i materiali di sempre, come la colla, la vernice e le luci. I film in stop-motion sono considerevolmente meno costosi del CG, anche se generalmente si è portati a credere il contrario. Non è così: ciò che richiede maggiormente, è il tempo”.Knight aggiunge: “La produzione è strutturata in modo che gli animatori sono individualmente responsabili dei blocchi del film, quindi li conoscono per intero. Danno ad ogni spezzone una certa sensibilità, dato che ogni sequenza è animata da un paio di mani “.

Per “ParaNorman” il dipartimento per la realizzazione dei pupazzi è formato da 60 persone, e per ogni singolo pupazzo hanno dovuto impiegare 3-4 mesi di lavoro. La Hayns afferma: “Tutti i personaggi sono stati realizzati in silicone, schiuma di lattice e resina con un’ossatura in metallo per resistere tutto il tempo delle riprese che lo stop motion, a differenza del real time, richiede. Lavoriamo a stretto contatto con i registi riguardo tutto ciò che andrà sul grande schermo: dai colori dei tessuti, ai capelli che andranno sul pupazzo”. E continua: “Dopo essere stati approvati, i disegni preparatori sono stati trasformati in strutture 2D o tridimensionali, e qui interviene il regista con il suo team che decide il tipo di performance deve avere quel burattino (se cammina, parla…), curando ogni dettaglio. Tutti i reparti ai LAIKA hanno la scaletta dei personaggi che il gruppo di ripresa fornisce come guida di riferimento per tutti coloro che lavorano sul film, così come un promemoria dello stato dei fatti e le immagini della storia. Una volta terminato il pupazzo, bisogna preparare le loro espressioni facciali. La Hayns nota: “Ci sono varie forme di animazione facciale: bisogna decidere se un particolare pupazzo necessita di una testa intercambiabile – difficile, ma fattibile con uno stampo morbido – o sulla possibilità di ricorrere a teste meccaniche con il viso morbido – ma con uno stampo rigido. Si deve valutare quindi quale tecnica fa raggiungere il massimo dell’espressività al personaggio. Già in Coraline, abbiamo utilizzato la tecnologia d’ultima generazione, ed i pupazzi avevano facce lisce ed espressive, e muovevano la bocca. Questo metodo è il più sofisticato e dà la possibilità di rimodellare in continuazione la parte inferiore del volto e le forme della bocca per garantire la giusta espressione per ogni scena. Bocca, occhi e palpebre sono stati fissati con dei magneti dal complesso funzionamento ingegneristico”. Su ogni pupazzo realizzato è intervenuto anche il lavoro dei costumisti. La Creative Supervisor ai Costumi, Deborah Cook afferma: “Partiamo dalle immagini di abiti basic, fino a capire qual è l’aspetto migliore da dare al personaggio. Dopodichè andiamo alla ricerca dei tessuti, ed iniziamo a fare le prove tessuto e colori: ciò che optiamo potrebbe non andare bene per le riprese. Ad esempio, alcuni tessuti hanno particolari filamenti o dei disegni che potrebbero disturbare le riprese dei primi piani”. Oliver, avendo girato molti film in stop motion, non era estraneo al processo, ma ammette: “Per me, la grande sfida in questo, era lo stereoscopio – per la prima volta in 3D – mediante l’utilizzo di un ampio schermo “aspect ratio”. La parte più emozionante – per me, Sam e Chris –  è stata quella di provare a fare dei pupazzi più naturali possibile, come se noi li stessimo riprendendo nel loro ambiente. I film sugli zombie seguono delle consuetudini: fracasso, scene in chiaroscuro. E noi le abbiamo osservate, anche se i nostri zombie sono più ‘leggeri’ della norma. Per le riprese dei fantasmi ho fatto riferimento alle prime fotografie russe fatte su lastre di vetro, al lavoro dei direttori della fotografia Conrad Hall e Roger Deakins, ed ai film che utilizzano i giochi di luce e buio, per dare un look più scolpito. Ero molto affezionato all’opera di Seamus McGarvey Espiazione, che ha influenzato una sequenza di “ParaNorman”, che drammatizza il ricordo di un personaggio. Le scene della foresta, invece sono state influenzate dai film sulle arti marziali, come La Tigre e il Dragone e Hero”. Nel complesso, Oliver considera di aver avuto “un ottimo dialogo con Sam e Chris. Sanno quel che vogliono. Con “ParaNorman” ho finalmente avuto la possibilità di lavorare con la profondità di campo, con riprese in widescreen ed utilizzando obiettivi lunghi. LAIKA ha avuto la prima esperienza di stop motion in 3D con Coraline, inventandosi un nuovo metodo, che noi abbiamo reinventato per “ParaNorman”, offrendo un diverso aspect ratio, look e tema da narrare. La stereoscopia e l’uso del grandangolo giustificano le riprese panoramiche piuttosto dei primi piani, adatte al mondo di Norman, Blithe Hollow che incoraggia le persone a dire ‘Oooh’, in segno di stupore piuttosto che disgusto; abbiamo tenuto conto delle distanze e dell’atmosfera, non producendo delle scene dove i personaggi escono dallo schermo. Un buon film in 3D, nasce da una buona sceneggiatura – e noi l’avevamo. Il pubblico rimarrà sempre coinvolto dalla storia di “ParaNorman”. Oltre ad aver lavorato in 3D per la prima volta, il direttore della fotografia in passato non aveva mai girato un film d’animazione in stop-motion negli Stati Uniti, solo in LAIKA ha avuto questa possibilità di vivere l’evoluzione dall’artigianato alla tecnologia. Nota: “Ritengo che il motion control abbia trasformato lo stop-motion, con una telecamera in grado di muoversi in modo fluido attraverso l’ambiente che si sta creando. Circa l’80% di “ParaNorman” è altrettanto in motion control”. Il Supervisore degli effetti visivi Brian Van’ t Hul annuisce: “Ogni ripresa in questo film ha un effetto speciale. Abbiamo lavorato in collaborazione con tutti i reparti durante il processo di produzione; non appena un fotogramma del filmato usciva dal set, ci abbiamo lavorato. Non bisognava aspettare un download; Eravamo tutti sulla stessa rete interna. Stavamo d’altronde già facendo il post produzione ancor prima il termine delle riprese. Il che è una cosa rara”. L’opinione di Oliver al riguardo è che “Nel post-produzione gli effetti digitali sono rilevanti, avendo in memoria il materiale girato in precedenza, a supporto e completamento del film”. Lo stop-motion è una forma d’arte che continua a prosperare, ed un mestiere che resiste. Anche se si è attenuta ai principi e all’estetica dell’animazione stop-motion – vale a dire creare e muovere tutto a mano – la produzione ha portato questo processo nell’era del digitale.

“Abbiamo sfruttato il computer per soddisfare questo processo,” dice Knight. “E’un paradosso, ma non si può fare un film stop-motion senza computer. Ai LAIKA abbiamo sperimentato molti progressi tecnologici, anche se alcune tecniche rimangono ancora efficacemente immutate da 100 anni: un animatore si trova ancora sul set insieme ad un pupazzo, persuadendolo a recitare un frame alla volta. L’evoluzione del personaggio è sempre qualcosa a cui lavoriamo: da come il pupazzo cammina a come respira. Ognuno ha una propria peculiarità. Si utilizza tutto ciò che è stato accumulato fino a quel momento; gli storyboard, le performance vocali, le prove: tutto aiuta l’animatore a dare maggiore vitalità ai personaggi ed alle scene”. Per far progredire la tecnica dello stop-motion, stiamo utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione – dalla tecnologia più all’avanguardia alle tecniche tradizionali dei disegni fatti a mano alla base dello stop-motion – e li abbiamo riuniti. Coraline è stato uno dei primi film ad utilizzare il 3D come strumento di narrazione. Non consideriamo il 3D come un processo di post-produzione (conversione). Non è come metter su una patina, ma è già nelle riprese. Programmiamo rigorosamente ogni singola ripresa con composizione in 3D, facendo dei test esaustivi al fine di suscitare la risposta emotiva d’immagine precisa e desiderata che la storia richiede. Tale approccio naturalmente si presta alle riprese in 3D”. Per fare “ParaNorman” in 3D con delle macchine fotografiche digitali, ogni fotogramma fotografato digitalmente è stato immagazzinato in un computer che ha permesso agli animatori di avere il monitor come riferimento per rivedere le riprese precedenti. Questo accesso istantaneo permette di correggere immediatamente ogni errore. Se non ce ne sono, dopo aver controllato i modelli con dei calibri, gli animatori muovono in misura infinitesimale il pupazzo e/o altri elementi per il successivo fotogramma. Un’altra area chiave in cui LAIKA porta lo stop-motion nel 21mo secolo è l’animazione facciale. Partendo dal metodo dell’animazione replacement, sviluppato all’origine da George Pal – metodo nel quale ogni faccia viene scambiata con un’altra scolpita con un’espressione diversa per creare l’illusione del parlare, “ParaNorman” sposa le tradizionali sculture fatte a mano ed i disegni con il modeling digitale e la stampa 3-D per creare un livello di espressività facciale mai visto prima. Knight dice: “Nell’animazione replacement noi modelliamo sul computer basandoci sui disegni creati da un animatore 2-D e poi li stampiamo in rapide prototipizzazioni con stampanti 3-D – così si hanno anche le reali e tangibili porzioni superiori e inferiori della faccia. Il risultato è un’animazione facciale meravigliosa ed espressiva”. Butler chiarisce: “Ciò che non volevamo dimostrare era la facilità di esecuzione di un film d’animazione; abbiamo lasciato alcuni difetti piuttosto che far apparire tutto perfetto. Era importante rappresentare la vita quotidiana di “ParaNorman” in maniera reale e vivibile: spesso lo stop-motion può farla apparire bizzarra; ma Blithe Hollow doveva essere estesa e popolata.” Molto simile alla sede LAIKA, dove, come nota Knight “Non mancano personaggi interessanti, con delle storie meravigliose: ovunque ti giri, trovi ispirazione.”

FEATURETTE: GLI ZOMBIE DI “PARANORMAN”

I DIALOGHI E IL CAST

Il ritratto di un personaggio animato coinvolge diversi elementi per la prestazione. La voce è uno di questi. Contrariamente a quanto si possa pensare, le performance vocali vengono registrate prima dell’animazione del personaggio, che si adatta in seguito al doppiaggio. Per “ParaNorman”, i dialoghi stato stati curati per la maggior parte nel 2010, a metà del primo anno di produzione. Esattamente come un qualsiasi live-action, il team di produzione ha cominciato a fare delle proposte per il casting, ed i registi hanno effettuato le selezioni finali. Le caratteristiche del personaggio dovevano conciliarsi con le voci degli attori, ascoltati come potenziali scelte del casting. Commenta Arianne Sutner, produttrice “La scelta del casting non si è basata sull’aspetto degli attori, ma sulla loro vocalità e pronuncia. A differenza delle altre produzioni, abbiamo cercato di non giudicare in base ai primi piani”. Il regista Chris Butler afferma: “Per l’ensemble, avevamo bisogno di voci distinte che si amalgamassero. Si doveva creare una certa musicalità”. “Oppure”, aggiunge Sam Fell, “un’adeguata varietà di toni. Era importante trovare degli attori in grado di doppiare l’intera storia: dalle battute divertenti ed irriverenti, alle parti emotive. I dialoghi del film dovevano essere perfetti, perciò ci abbiamo messo del tempo per trovare ciò che cercavamo, ma alla fine ci siamo riusciti. Per questo film, l’idea era quella di ottenere delle prestazioni più naturali possibile. Il nostro stile di animazione è una sorta di ‘skewed naturalism’ completato da dettagli realistici. Abbiamo tutti lavorato facendo sì che i personaggi di Chris rappresentassero la gente comune, rendendo “ParaNorman” emozionante e significativo”. Di conseguenza, Butler afferma: “Ho molto apprezzato le sessioni del doppiaggio con gli attori; hanno apportato molto al personaggio, rendendo le mie battute più divertenti. Quel che è venuto fuori dalle loro inflessioni mi ha davvero stupito”.

Fell ricorda: “Tucker è stato una vera sorpresa per noi. Quando abbiamo sentito la sua voce, ci siamo detti ‘è Neil’. Insieme a Kodi durante le registrazioni hanno mostrato grande empatia, anche perché Tucker è più piccolo”. Albrizzi, che non è ancora adolescente, descrive il suo personaggio come “un ragazzo fedele ai suoi amici ed ottimista, pieno di energia. Per il suo ruolo, ho anche improvvisato, dando un taglio alla mia interpretazione davvero divertente. È bello vedere la propria voce uscire da un personaggio!”. Anna Kendrick ed Elaine Stritch danno la voce rispettivamente alla sorella di Norman ed alla nonna. Malgrado la morte della nonna, Norman è sempre rimasto in contatto con lei. La Sutner afferma: “Attraverso la voce incredibile e calda di Elaine, si ha l’impressione di vivere una vita passata, rendendo la sua interpretazione unica. Il suo timing impeccabile ha reso il personaggio simpatico  e mai eccessivamente sdolcinato. L’attore Christopher Mintz-Plasse si è diviso tra i dialoghi di assolo e quelli insieme al cast, interpretando Alvin, il ragazzo che intimorisce Norman a scuola: un ruolo che l’attore ha scelto di fare, essendo stato anche lui una vittima durante gli anni della scuola. “Questa performance mi ha fatto ricordare molti ragazzi che conosco. Per Alvin mi sono ispirato al doppiaggio di Andy Samberg in Cloudy with a Chance of Meatballs, sempre riguardo il bullismo”. Analogamente è avvenuta la scelta di Lesile Mann, per il ruolo della mamma di Norman, che rifacendosi al personaggio del figlio, afferma: “Da adolescente mi sentivo un’estranea, spesso venivo isolata dal gruppo. In quarta, tuttavia, volevo diventare un’attrice: ora è molto divertente lavorare proprio grazie a ciò che mi ha sempre fatto deridere: il mio tono di voce acuto. Ho visto ed apprezzato Coraline e la porta Magica, e quando LAIKA mi ha inviato le immagini dei personaggi di “ParaNorman” sentivo che avrei fatto parte del processo creativo del film, con gli altri animatori. Inoltre, mi divertiva l’idea di lavorare nei panni di una persona piuttosto sciatta…”. Jeff Garlin è stato messo al fianco della Mann, per interpretare il padre di Norman, , che in passato ha prestato la propria voce in due film d’animazione vincitori dell’Oscar, afferma di aver detto sì a questo film “perché sono assolutamente affascinato dai fantasmi, e perché da ragazzino, i film horror erano i miei preferiti”. Come la sua co-star Anna Kendrick, anche Casey Affleck inizialmente aveva una certa reticenza di fronte al doppiaggio, prima di trovarlo “Liberatorio, soprattutto per non doversi preoccupare di ciò che si sembra. Non avevo mai fatto un film d’animazione prima. Di solito, quando la gente sente la mia voce, mi vorrebbero sparare. Così, questo è stato il primo! Una volta conosciuto il metodo, è stato davvero divertente. Tutti mi hanno messo a mio agio. E’ stato utile lavorare con Anna e gli altri attori nella stessa stanza e nello stesso momento. Mi sono concentrato per dare il meglio per la voce di Mitch, e sincronizzarla con quella degli altri”.

RITOCCHI FINALI

Su “ParaNorman”, l’editing è cominciato sorprendentemente presto -molto presto-, nel 2009. “Fare l’editor di un film d’animazione è un lavoro molto liberatorio,” afferma Christopher Murrie editor di “ParaNorman”, e veterano del Dipartimento editoriale di LAIKA. Egli rivela che “a differenza di un film live-action, possiamo apportare delle modifiche prima ancora che venga girato qualsiasi metraggio. Abbiamo ricostruito più volte la versione di “ParaNorman”, , con gli storyboard, i dialoghi provvisori – a volte fatti da me! -musica ed effetti sonori. Ci abbiamo lavorato intensamente per due anni, e tutto sommato, parliamo di un procedimento durato tre anni contro circa tre mesi per un film live-action. Ma le regole per narrare una storia in maniera cinematografica sono gli stessi. Possiamo aggiungere o rimuovere delle scene e riorganizzarle –prima che le decisioni sul set siano prese; possiamo richiedere le riprese che necessitiamo dagli storyboarder – ‘posso avere un paio di schede in più di questo?’ – e non è più necessario esaminare migliaia di metri di pellicola. Le analogie sono che in entrambi i casi si comincia da una tela bianca, mettendo strati su strati; in un film live-action, è più come fare una scultura in marmo. Ho curato il montaggio di diverse forme di animazione, ma lavorare su progetti in stop-motion è davvero fantastico”. L’attore Casey Affleck commenta: “Vado a vedere molti film con i miei bambini; ed ho voluto far parte del cast di “ParaNorman”, perché è un film adatto sia agli adulti che ai bambini, ed è raro”. Il regista Sam Fell afferma: “Sono fortunato ad aver dato vita ad un progetto dell’età di sei anni, quando passavo il tempo ad immaginare mondi surreali, che ora posso condividere con il pubblico – tra cui mio figlio”. La Produttrice Arianne Sutner riflette: “È stato molto gratificante lavorare su un progetto che aveva così tanto potenziale, e vederlo realizzato – fedele alla versione originale, per come è stato immaginato”. Kinght aggiunge: “ParaNorman” è rivolto a tutti coloro che sono cresciuti sentendosi dei disadattati. Persone come Norman, che hanno un dono speciale, ma che a volte vengono emarginate, ma che sono persone uniche, e la loro vita ha un gran valore. È la riconoscenza va non solo ad una persona, ma a tutto l’esercito di persone che ha contribuito a realizzare questa storia”.

BREVE STORIA DELLA STOP MOTION

Fotogramma dopo fotogramma: è così che prende vita un film in stop motion. La Produttrice Arianne Sutner lo definisce una forma d’arte in cui “i personaggi sono tangibilmente reali, i set che li circondano sono costruiti a mano, e tutto è raffigurato in tre dimensioni.”
Il Produttore Travis Knight aggiunge: “E’ un processo che risale agli albori del cinema, con un fascino, un calore ed una bellezza che nessun’altra forma di animazione – seppur meravigliosa- ha. E per ottenere il massimo, bisogna considerare ogni ripresa un’acrobazia. “Generazioni di aspiranti animatori l’hanno sperimentato, e continuano a sperimentarlo nelle cantine dei loro genitori o nei garage. E ‘un momento magico dare vita a qualcosa. Il Supervisore all’animazione Brad Schiff osserva “C’è una sorta di anima nel processo di stop-motion; e questo nasce dalla tattilità e dal contatto con ciò che si sta lavorando.
Il processo di animazione stop-motion è stato, è, e sempre sarà, caratteristico, specifico ed affascinante per il pubblico e per gli artigiani stessi, in maniera particolare. Fotogramma per fotogramma (e in un film ci sono 24 fotogrammi al secondo), gli animatori manipolano attentamente e meticolosamente oggetti tangibili (personaggi, fabbisogni scena, ambienti, ecc.) su un piano di lavoro. Ogni inquadratura viene fotografata per la macchina da presa. Quando le migliaia di inquadrature fotografate vengono proiettate insieme in sequenza, i personaggi e gli ambienti si animano in un movimento continuo e fluido. E’ la magia del cinema creata manualmente. I personaggi di “ParaNorman” nascono grazie ad una forma artistica unica. Un film stop-motion può essere paragonato ad un live-action perché in entrambi si devono costruire ed arredare i set, gli attori devono essere pettinati, vestiti, illuminati in maniera giusta – e diretti. Ma l’intero mondo del film è frutto della fantasia, soprattutto delle menti creative degli animatori, che muovono i personaggi di pochi millimetri per ogni singola inquadratura. Ed è proprio in questo movimento che sta l’unicità di questo modo di fare cinema. Il primo esempio di stop-motion al cinema è il corto del 1898 The Humpty Dumpty Circus, in cui gli inglesi Albert E. Smith e James Stuart Blackton hanno usato questa tecnica pionieristica per dare vita a un circo di animali e acrobati giocattolo. Gli animatori europei sono stati i primi ad usare pupazzi ed altri oggetti per narrare storie, ma è stato il californiano Willis Harold O’Brien che l’ha resa una forma d’arte, affinandola nel corso dei decenni. La carriera di O’Brien ha compreso cortometraggi, il film del 1925 Un Mondo Perduto, e (con lo scultore Marcel Delgado) il primo King Kong (1933). Le armature metalliche create per quest’ultimo sono un modello ancora in uso oggi. O’Brien è stato premiato con un Oscar per il suo lavoro ne Il Re dell’Africa (1949). Uno degli apprendisti di O’Brien nell’ultimo film è stato Ray Harryhausen, che ha continuato a lavorare usando le tecniche del suo mentore, ed il cui “Dynamation” avrebbe poi ispirato generazioni di animatori, tra cui Selick. Harryhausen combinava con maestria animazione live-action e stop-motion per far interagire esseri umani e creature in film fantastici come Il Risveglio del Dinosauro (1953), A 30 Milioni di Km dalla Terra (1957), Il Settimo Viaggio di Sinbad (1958), e Gli Argonauti (1963). L’animatore ungherese George Pal (György Pál Marczincsák) all’inizio degli anni ‘40 è arrivato ad Hollywood, dove ha prodotto una serie di cortometraggi “Puppetoon” per la Paramount Pictures.

A differenza di O’Brien ed Harryhausen, il team di Pal usava l’animazione replacement, che necessitava fino a 9.000 pupazzi o parti singolarmente scolpite a mano nel legno, ognuna leggermente diversa dall’altra, che poi venivano filmate fotogramma dopo fotogramma per dare l’illusione del movimento. Diversi cortometraggi di Pal sono stati candidati all’Oscar, e lo stesso Pal ha ricevuto un Oscar onorario nel 1944. Il regista/produttore ha continuato ad usare la sua animazione anche in lungometraggi come The Great Rupert (1950), Tom Thumb (1958), e Avventura nella Fantasia (1962). Milioni di adulti e bambini di due generazioni conoscono bene il lavoro di Arthur Rankin, Jr. e di Jules Bass. Usando la tecnica stop-motion hanno creato “Animagic”; Rankin/Bass hanno regalato ai telespettatori classici come Rudolph the Red-Nosed Reindeer (1964) e Santa Claus is Comin’ to Town (1970). Bass ha inoltre diretto i film The Daydreamer (1966) e Mad Monster Party? (1967), utilizzando lo stesso procedimento. Pochi anni dopo, Peter Lord e David Sproxton fondano lo studio di animazione britannico Aardman Animations. Con il supporto di Nick Park, la società ha continuato a fissare nuovi standard con lo stop motion denominato “claymation” vincitore dell’Oscar nei cortometraggi animati, come Creature Comforts ed i primi corti di Wallace & Gromit A Close Shave e I Pantaloni Sbagliati, prima dei grandi successi che ne sono seguiti. Nel 1982, l’artista concettuale della Disney, Tim Burton ha fatto il cortometraggio Vincent con l’animatore della Disney Rick Heinrichs. Girato in un bianco e nero espressionistico e narrato da Vincent Price, il film è stato realizzato con la tecnica stop-motion. Un decennio più tardi Burton ha selezionato con cura una squadra di artisti ed animatori per creare, da una sua storia originale, l’innovativo musical stop-motion Nightmare Before Christmas, coinvolgendo il suo compagno del CalArts, nonché collega alla Disney, Selick, per la direzione del film. Il 21° secolo ha visto la nascita della LAIKA Inc., costituita per rappresentare l’arte di registi pluripremiati, designer ed animatori nel campo dello spettacolo animato e degli spot pubblicitari.  La società d’animazione che conta 550 collaboratori, è nota per eccellere nella narrativa e nella rappresentazione dei personaggi usando una grande varietà di tecniche: l’animazione digitale, la stop motion, il 2D e CG. Sebbene LAIKA precedentemente avesse messo mano anche al film stop motion, nominato agli Oscar, La Sposa Cadavere (2005), diretto da Mike Johnson e Tim Burton, fatto in Inghilterra, la società ha sede in Oregon; ed è proprio lì che si è deciso di dare vita a Coraline e La Porta Magica. Diretto da Henry Selick, è stato il primo stop-motion ad essere concepito e fotografato in 3D stereoscopico e, come tale, era diverso da tutto ciò che a cui gli spettatori avessero mai assistito prima. Innescando una rinascita dello stop-motion in moviemaking, Coraline e la Porta Magica è il primo lungometraggio effettuato negli studios LAIKA di Hillsboro, in Oregon. “ParaNorman” è il secondo.

CLIP IN ITALIANO: “ATTENTO ALLO ZOMBIE”

GLI STUDIOS LAIKA

Il regista Fell riflette: “Fare “ParaNorman” è stata un’impresa ardua. Per spezzare il tempo spesso andavo a fare un giro intorno agli Studios LAIKA”.
“Questo mi faceva tornare alla mente quanto fosse bello il nostro lavoro per questo film. Ti guardi intorno e noti quanti reparti e quanti talenti individuali sono coinvolti in questo lavoro”. La Creative supervisor of character fabrication, Georgina Hayns, osserva: “In LAIKA il nostro è un lavoro di squadra.” “Sia che ci si avvalga di talenti locali, facili da trovare a Portland, città famosa per l’arte e la cultura o che provengano da altri Paesi, LAIKA avvalora il portfolio artistico e culturale di Portland” nota la Hayns. Appena fuori Portland, presso gli Studios LAIKA di Hillsboro, il mondo che appare è fantastico – anche a grandezza umana, ed in lontananza. Fell sottolinea: “Sono state studiate e create con dettagli pazzeschi sia cose ordinarie che straordinarie”. La Produttrice Arianne Sutner afferma: “L’arte dello stop motion contempla molte parti in movimento, in tutti i sensi del termine”. Le fasi di attività sono raggruppate come un alveare. Delle pesanti tende isolano dalla luce con discrezione le dozzine di set, ed hanno dimensioni variabili. Al di fuori sono apposti dei fogli di chiamata approvati dal produttore al mattino, che indica chi sta lavorando e su che cosa, registi compresi.

Il Supervisore agli effetti visivi, Brian Van’t Hul aggiunge: “Poiché lo stop-motion è una  fotografia time-lapse, quando un gruppo si riscalda o si raffredda, gli elementi fisicamente possono espandersi. Se il set si è spostato e non può tornare al modo originario, il nostro reparto deve aiutare gli animatori ad ottenere il meglio dell’ immagine. Dobbiamo ridipingere gli strumenti che garantiscono una prestazione, che è la cosa più importante piuttosto della perfezione tecnica”. I recenti progressi del 3D fatto di  obiettivi digitali, telecamere non eccessivamente grandi e pesanti hanno dato ai realizzatori del film una grande flessibilità con i movimenti della telecamera, e la libertà di muoversi tri-dimensionalmente intorno ai loro soggetti. Il Direttore della fotografia Tristan Oliver commenta: “è stato facile controllare la telecamera, soprattutto ora che è possibile utilizzarla per riprendere con entrambi gli occhi. Essendo uno stop-motion si fanno riprese fotogramma per fotogramma, e la leggera e compatta Canon 5D ha lavorato molto bene”. Tutti gli addetti ai lavori rimangono in contatto attraverso un sistema di comunicazioni dal momento in cui la telecamera è accesa, in cui le riprese vengono riordinate e riposte. “Al termine di una ripresa in cui un animatore è solo a metà della performance, i registi tendono a non essere presenti sul set,” rivela Fell. “Ma se ci dovessimo perdere qualcosa, sappiamo dove trovarla. Essendo stato io stesso un animatore di stop motion, so quanto è difficile dover ri-fare qualcosa e ritrovare il momento preciso”. Qualunque sia la storia raccontata dagli artigiani di LAIKA, Brian McLean Creative supervisor dell’ animazione della sostituzione & ingegneria, propone che “vogliamo che i nostri film abbiano una morale, anche se si tratta di oggetti e personaggi illuminati da luci reali e ripresi con l’obiettivo di una macchina vera. “Ci si può mettere seduti, godersi un buon film – e forse anche chiedersi ‘come diavolo hanno fatto?”. Il Direttore della fotografia Tristan Oliver aggiunge, “dopo i primi cinque minuti di “ParaNorman”, si potrebbe persino dimenticare che è una storia animata. Ci auguriamo che rimaniate assorti!”.

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