Quattro storie parallele, diverse per ambiente e per stato sociale, nei primi giorni del Febbraio 2009: c’è il giovane Roberto (Michele Riondino) che, in viaggio per Udine insieme al fratello minore Pipino (Fabrizio Falco, premio Mastroianni a Venezia) per manifestare contro l’accanimento terapeutico ad Eluana Englaro, si innamora di Maria (Alba Rohrwacher), attivista dell’opposto Movimento per la Vita, nonché figlia del senatore “pentito” del PDL Uliano Beffardi (il sempre eccellente Toni Servillo), che con lei ha un rapporto conflittuale da quando la moglie morì in seguito ad una malattia; c’è una “divina madre” (la sempre grande Isabelle Huppert), ex attrice ritiratasi dalle scene per assistere la figlia in coma, affidandosi alle preghiere; e poi c’è Rossa (Maya Sansa), un’eroinomane che ha deciso di morire nonostante il suo medico (Piergiorgio Bellocchio) insista a volerla salvare.
Quante sono le “Belle Addormentate” del nuovo, discusso film di Marco Bellocchio (da lui scritto con Veronica Raimo e Stefano Rulli)? Quale tra queste storie è più direttamente legata alla ormai celebre vicenda che fece (e che continua a fare) dibattere l’Italia intera? E ancora, quale ideologia portano avanti i vari personaggi? In tutto questo, certo è che Eluana Englaro rimane (come detto dal regista), la “protagonista occulta” di un impegnato ed ammirevole film corale in cui il difficile e spinoso tema di fondo è come visto attraverso un prisma, attraversando trasversalmente le varie storie di fantasia che lo compongono: evitando il piglio cronachista, Bellocchio non cerca risposte, ma piuttosto suggerisce domande, spogliando il film dall’ideologia attraverso il suo sguardo duro ed intenso. Dal punto di vista stilistico (ma anche sul piano delle tematiche) è infatti un’opera coinvolgente, ipnotica, personale nonché coerente con l’autore, e cinematograficamente i momenti alti sono parecchi (uno tra i tanti, la sequenza dei senatori nel bagno turco). D’altra parte, l’indugio su alcune scene madri rischia forse di dare l’impressione che a tratti i personaggi abbiano la funzione di pedine non sempre sagomate in uno schema quasi costruito, facendo così un po’ scemare quella compassione cristallina che meritano queste quattro storie tragiche e delicatissime. A tal proposito, alcune riserve sono forse da ricercarsi in sceneggiatura: paradossalmente, l’ammirevole densità che gli conferisce intensità lo rende al tempo stesso più cerebrale che emotivo. Ma sono limiti che comunque, nel complesso, non minano la pregnanza e la sostanza contenutistica, narrativa e splendidamente cinematografica di un film forte, incisivo, attuale e (soprattutto) libero. Cast artistico più che funzionale (su tutti, le garanzie Servillo, Huppert e Rohrwacher, ma non sono da meno il veterano Herlitzka, la scoperta Fabrizio Falco e l’ottima Maya Sansa, premiata con un David di Dondatello), come anche quello tecnico (dalla fotografia di Daniele Ciprì al montaggio di Francesca Calvelli fino alle musiche di Carlo Crivelli).
Bella Addormentata | |
Bella Addormentata | |
Summary
id.; di MARCO BELLOCCHIO; con TONI SERVILLO, ISABELLE HUPPERT, ALBA ROHRWACHER, MICHELE RIONDINO, PIERGIORGIO BELLOCCHIO, MAYA SANSA, GIANMARCO TOGNAZZI, FABRIZIO FALCO, ROBERTO HERLITZKA, BRENNO PLACIDO, GIGIO MORRA, FEDERICA FRACASSI; drammatico; Italia, 2012; durata: 110'; |
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