La tranquilla esistenza della giovane Ella (Lily James), bellissima e beneducata figlia di un mercante (Ben Chaplin), subisce un brusco sconvolgimento quando, in seguito alla tragica scomparsa della moglie (Hayley Atwell), suo padre decide di risposarsi: decisa comunque a sostenere l’amato padre, la giovane accoglie così nella propria casa la sua nuova matrigna, Lady Tremaine (Cate Blanchett), insieme alle sue due figlie, Anastasia (Holliday Granger) e Genoveffa (Sophie McShera). Ben presto però anche il padre di Ella muore improvvisamente, e la giovane si ritrova alla mercé di tre donne gelose e malvagie che la costringeranno a diventare la loro serva, affibbiandole il crudele nomignolo di Cenerentola. Ma nonostante la crudeltà riservatale, Ella non intende comunque cedere alla disperazione, cercando di restare ottimista e di onorare le parole pronunciate sul letto di morte dalla sua amata madre, che le raccomandava di avere coraggio e di essere gentile. Il destino di Ella sembra finalmente sul punto di cambiare quando la giovane incontra nel bosco il gentile “Kit” (Richard Madden): sebbene inconsapevole che egli sia in realtà il Principe e non semplicemente un apprendista del Palazzo Reale, la ragazza sente infatti di aver trovato la sua anima gemella; così, quando il Re (Derek Jacobi) fa recapitare un invito a tutte le fanciulle del regno per partecipare ad un ballo a corte, Ella spera in quell’occasione di rivedere nuovamente l’affascinante sconosciuto. Purtroppo la subdola matrigna le proibisce di partecipare all’evento, strappando senza pietà l’abito che la giovane avrebbe dovuto indossare, mentre nel frattempo anche l’astuto arciduca (Stellan Skarsgård) escogita un piano per impedire al Principe di ritrovare Ella. A quel punto, però, un aiuto inaspettato quanto decisivo arriva da una gentile mendicante (Helena Bonham Carter), che con una zucca e qualche topolino cambierà per sempre la vita di Cenerentola.
A 65 anni dal celeberrimo film d’animazione, sulla scia dei successi ottenuti con Alice in Wonderland (visione burtoniana dell’universo di Lewis Carroll) e Maleficent (rilettura “ribaltata” de La Bella Addormentata nel Bosco) la Disney continua la sua riproposizione delle fiabe classiche con questa nuova versione in live-action della celebre fiaba di Cenerentola, affidandone la regia al polivalente Branagh. Questa volta però, in controtendenza con l’abitudine ultimamente molto diffusa di stravolgere storie universalmente note per puntare all’attualizzazione o alla reinvenzione (con esiti sporadicamente efficaci), la nuova trasposizione si attiene invece all’impianto narrativo (pur con qualche accorgimento), in funzione di un grande rispetto per le fonti originarie (dalla versione di Perrault a quella rimaneggiata dai Grimm, fino al celeberrimo succitato lungometraggio animato): assecondando con perizia la complice sceneggiatura di Aline Brosh McKenna revisionata da Chris Weitz, il regista irlandese opta infatti per una genuina fedeltà alla tradizione che, nella sua autentica ma non ingenua limpidezza, finisce col rivelarsi del tutto efficace e decisamente adeguata; infatti, è proprio tale approccio garbato e sincero a legittimare l’operazione di riproporre senza novità una storia così arcinota, raccontata con un coerente registro da cinema classico che, pur libero da ambizioni velleitarie, non appiattisce affatto la narrazione, rievocandone anzi le suggestioni con arguta leggerezza e rispolverando nel contempo la positività dei temi portanti attraverso uno sguardo di sapida freschezza: innalzate a vero e proprio mantra, le cruciali doti di coraggio e gentilezza diventano quasi superpoteri, mentre la protagonista assume una nuova consapevolezza e l’edificante morale non esclude l’importanza delle responsabilità; il tutto calato in un contesto iconografico da operetta di squisita piacevolezza e frivola intelligenza che, sorretto da una squadra di tecnici di prim’ordine (fotografia di Haris Zambarloukos che rimanda al glorioso technicolor del passato, musiche di Patrick Doyle, splendidi costumi di Sandy Powell, sontuose scenografie di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo), si rivela da subito votato alla meraviglia della messa in scena, centrando coinvolgenti momenti d’effetto in fantasiose sequenze di grande impatto visivo (dall’apparizione della Fata Madrina alle sequenze del ballo fino alla folle corsa di mezzanotte per fuggire dal Palazzo Reale prima che la zucca e gli animaletti riacquistino le loro sembianze originarie). E poi, in un cast di interpreti ben scelti e funzionali (oltre ai due giovani protagonisti, da notare sono anche il Grand Duca di Stellan Skarsgård, il sovrano di Derek Jacobi e la divertente Fata Madrina di Helena Bonham Carter), a spiccare su tutti c’è una sempre grande Cate Blanchett in grande spolvero nel ruolo inedito della crudele matrigna: nel palese richiamo al fascino arcigno di alcune dive Anni ’40 (Stanwyck e Crawford in primis), la sua temibile Lady Tremaine, a cui in questa versione è concesso anche un maggiore spessore psicologico, ruba ogni scena in cui appare imponendosi come un’antagonista di irresistibile efficacia. In tutto ciò, la Cenerentola di Kenneth Branagh offre così un delizioso spettacolo di immaginosa vivacità che si rivela forse uno dei più riusciti prodotti Disney degli ultimi anni, riuscendo con il suo tocco vagamente nostalgico a risvegliare e/o alimentare i sogni d’infanzia, dimostrandosi quindi fruibile da qualsiasi spettatore che ne stia vivendo la magia o che ne abbia conservato il ricordo.
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Summary
“Cinderella”; di Kenneth Branagh; con Lily James, Richard Madden, Cate Blanchett, Helena Bonham Carter, Stellan Skarsgård, Holliday Grainger, Sophie McShera, Derek Jacobi, Ben Chaplin, Hayley Atwell; fantasy; USA, 2015; durata: 112’. |
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