È morto domenica 7 giugno all’età di 93 anni il leggendario attore inglese Christopher Lee: tra le più grandi icone dell’horror britannico, l’amatissimo interprete resterà nell’immaginario cinematografico grazie ai suoi personaggi oscuri ed inquietanti nelle pellicole Hammer, tra i quali a spiccare è certamente l’indelebile figura del vampiro Dracula, da lui più volte riproposto sul grande schermo. Con il suo fisico imponente (1,95 m di altezza), i lineamenti scarni e la voce voce profonda sostenuta da uno sguardo magnetico, il celebre attore dalla mimica sobria e misurata si impose al grande pubblico alla fine degli anni Cinquanta grazie alla sua partecipazione in numerose pellicole di genere che ottennero grande successo, ma lasciò il segno anche con ruoli di spicco in alcune saghe di successo planetario, dalla serie di James Bond a quella di Guerre Stellari, fino alla più recente trilogia de Il Signore degli Anelli.
Figlio di un ufficiale dell’esercito britannico e di una discendente della nobile famiglia italiana Caradini di Sarzano, Christopher Frank Carandini Lee nasce a Londa il 27 maggio 1922. Dopo aver studiato alla Summerfield Preparatory School e al Wellington College, durante la seconda guerra mondiale presta servizio nella Royal Air Force e nell’Intelligence britannica. La sua carriera cinematografica inizia nel 1948, quando ottiene un piccolo ruolo ne Il mistero degli specchi di Terence Young; in seguito, per lungo tempo rimane confinato a ruoli da comprimario o caratterista in film d’avventura e non solo: tra questi, da citare sono almeno le sue apparizioni in Amleto di Laurence Olivier (1948), Le avventure del capitano Hornblower di Raoul Walsh (1951), Il corsaro dell’isola verde di Robert Siodmak (1952), Moulin Rouge di John Huston (1952) e Vittoria amara di Nicholas Ray (1957), ma anche La battaglia del Rio della Plata (1956) e L’agguato (1957), entrambi diretti da Michael Powell e Emeric Pressburger. Il suo primo ruolo davvero significativo arriva però nel 1957, quando al fianco dell’amico Peter Cushing interpreta la “Creatura” ne La maschera di Frankenstein di Terence Fisher: il film fu un grande successo e diede notorietà ai due attori, rilanciando peraltro a livello internazionale la casa di produzione Hammer con la riscoperta dell’horror gotico. Tale interpretazione dà una vera e propria svolta alla carriera di Lee, conducendo alla sua prima apparizione sullo schermo nei panni del conte transilvano in Dracula il vampiro (1958, di nuovo con la regia di Fisher), ruolo che l’attore riprenderà peraltro in almeno altre undici occasioni (sette delle quali di nuovo per la Hammer Films), divenendone così la più celebre ed amata incarnazione su schermo.
Grazie anche ad altre efficacissime interpretazioni di personaggi sinistri ed inquietanti in film come La furia dei Baskerville e il celebre La Mummia (entrambi diretti da Fisher nel 1959), Lee si impone quindi a livello internazionale come icona del cinema horror britannico: a questo proposito, accanto alle continue collaborazioni con Fisher in film come Il mostro di Londra (1960) e Dracula principe delle tenebre (1966, forse la sua più riuscita riproposizione del personaggio del vampiro), tra le sue partecipazioni a diversi film d’atmosfera di produzione internazionale spiccano anche alcune pellicole dirette dal controverso autore spagnolo Jesùs Franco e qualche incursione nel cinema di genere italiano sotto la guida di celebri registi come Mario Bava (La frusta e il corpo, 1963), Antonio Margheriti (La vergine di Norimberga, 1963) e Camillo Mastrocinque (La cripta e l’incubo, 1964). Pur continuando le sue assidue partecipazioni nel cinema di terrore e spavento, nella lunghissima filmografia dell’attore (più di un duecento pellicole) non mancano comunque anche curiose partecipazioni a pellicole di diverso genere, tra cui Ercole al centro della Terra (1961, anch’esso diretto da Mario Bava), I pirati del fiume rosso di John Gilling (1962), ma anche il poliziesco Il giorno dei fazzoletti rossi (1966) di Don Sharp, che lo diresse anche in Fu Manchu A.S.3 – Operazione Tigre (1965), primo dei cinque film in cui Lee interpretò con successo il diabolico criminale cinese nato dalla penna di S. Rohmer. Sottraendosi alla sua immagine di icona del terrore, pur con qualche riuscita eccezione come per il bellissimo The Wicker Man di Robin Hardy (1973), in seguito Lee interpretò la parte del celebre investigatore in La vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder (1970), per poi vestire i panni di Rochefort nell’adattamento cinematografico de I tre moschettieri firmato da Richard Lester (1973), ruolo ripreso anche nei due sequel Milady – I quattro moschettieri (1974) e Il ritorno dei quattro moschettieri (1989); a farlo tornare davvero alla ribalta del cinema commerciale è però senza dubbio l’interpretazione dell’antagonista Francisco Scaramanga in L’uomo dalla pistola d’oro (1974), nono film della saga di James Bond, diretto da Guy Hamilton.
In seguito, dopo aver nuovamente ripreso il ruolo di Dracula nella divertente parodia di Edouard Molinaro Dracula Padre e Figlio (1976), prende parte al cast di Airport ’77 di Jerry Jameson (1977, terzo film della fortunata saga di film catastrofici), per poi interpretare con grande ironia il ruolo dell’ufficiale nazista in 1941: Allarme a Hollywood di Steven Spielberg (1979). Tra gli anni ’80 e ’90 Lee continua a dividersi tra cinema di genere, film di non particolare rilievo e incursioni nel cinema d’autore: tra le pellicole da lui girate in questo periodo figurano infatti La casa delle ombre lunghe di Pete Walker (1983, nel cui cast figurano altre glorie del cinema horror classico come Vincent Price, John Carradine e Peter Cushing), Gremlins 2 di Joe Dante (1990), Scuola di Polizia – Missione a Mosca (1994) di Alan Metter, The Stupids di John Landis (1996), ma anche Il ladro dell’arcobaleno di Alejandro Jodorowski (1990) e il celebre Il Mistero di Sleepy Hollow (1999), diretto da di Tim Burton, con il quale in seguito collaborerà nuovamente per La Fabbrica di cioccolato (2005) e Dark Shadows (2012). Una nuova ondata di popolarità arriva negli anni Duemila, quando Lee ottiene due ruoli di spicco in altrettante saghe di successo planetario: il primo è il conte Dooky nella seconda parte dell’esalogia di Guerre Stellari di George Lucas (1999-2005), mentre il secondo è lo stregone Saruman nella trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson (2001-2003), personaggio poi ripreso anche nella successiva trilogia-prequel de Lo Hobbit (2012-2014).
Parallelamente alla carriera d’attore, Lee ha perseguito anche quella musicale: dopo alcune registrazioni per la colonna sonora di The Wicker Man, tra le collaborazioni musicali dell’attore spiccano quelle con gli Steeleye Span e con Kathy Joe Daylor, anche se il suo ambito prediletto è però rimasto il metal: dopo le collaborazioni con i Rapsodi of Fire e i Monowar, Lee ha infatti registrato un proprio album, un singolo e un EP di cover natalizie rivisitate, seguito recentemente da un secondo EP di cover tra le quali figura anche una rilettura in chiave metal di “My Way” di Frank Sinatra. Nel 2009 viene inoltre nominato baronetto dalla regina Elisabetta II. Oltre al cameo in Big & Hare – Ladri di Cadaveri di John Landis (2010), tra gli ultimi film da lui interpretati figurano anche La Bussola d’oro di Chris Weitz (2007), L’Ultimo dei Templari di Dominic Sena (2011), il premiatissimo Hugo Cabret di Martin Scorsese (2011) e Treno di notte per Lisbona di Bille August (2013).