Frankenweenie

Intelligente, creativo e appassionato di scienze, il piccolo Victor trascorre il suo tempo in compagnia del fedele cagnolino Sparky, che però un giorno muore investito da un’auto. Il bambino, che non riesce a darsi pace per la perdita dell’amico a quattro zampe, decide allora di tentare un esperimento scientifico che possa riportarlo in vita. Con grande gioia di Victor, il folle esperimento riesce, portando però nuove difficoltà.

Realizzato con la tecnica della stop motion (prontamente aggiornata e computerizzata anche per la fruizione in 3D) e tratto dal cortometraggio omonimo in live-action diretto dallo stesso Burton nel 1984 (quando ancora lavorava alla Disney, che qui produce e distribuisce), è la riuscita riproposta in cartoon della visione burtoniana della storia di Frankenstein. Esplicito omaggio agli horror di un tempo, con un occhio particolare ai film di James Whale (il vivido ed evocativo bianco e nero delle immagini, le citazioni esplicite a “La Moglie di Frankenstein”), è una delizia animata d’autore, nel pieno spirito del regista: pur inferiore agli altissimi risultati de “La Sposa Cadavere” e del capolavoro “Nightmare Before Christmas” (con cui condivide le ormai note atmosfere da tetra, ironica e malinconica fiaba dark), possiede una personale inventiva, una fluidità di narrazione ed una raffinatezza di stile che rimandano ad entrambi, non senza riferimenti alle creature di “Beetlejuice” e alla tenerezza di “Edward Mani di Forbice”. Una piccola-grande esperienza cineludica per tutti. Notevole colonna musicale del fidato Danny Elfman, e parata di attori feticcio di Burton tra le voci originali (Winona Ryder, Martin Landau, Catherine O’Hara, Martin Short e Christopher Lee).