Si è spento all’età di 83 anni l’amatissimo attore americano Gene Wilder: anche sceneggiatore e regista, aveva raggiunto grande popolarità grazie alle collaborazioni con Mel Brooks e Richard Pryor; tra i suoi ruoli più celebri figurano quelli principali in due cult come Frankenstein Junior e Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato, che lo resero una delle star più celebri degli anni Settanta e un’icona della commedia statunitense.
Nato nel 1933 con il nome di Jerome Silberman da una famiglia di ebrei russi immigrati, dopo gli studi negli Stati Uniti si trasferisce in Inghilterra, dove frequenta la Bristol Old Vic Theatre School. Tornato in America, inizia a recitare in piccole produzioni in teatri di periferia, finché riesce ad accedere all’Actors Studio. L’esordio al cinema avviene nel 1967 con una breve apparizione in Gangster Story di Arthur Penn, ma l’incontro di svolta era già avvenuto quattro anni prima, quando grazie ad Anne Bancroft (sua co-protagonista nello spettacolo teatrale Madre Coraggio e i suoi Figli), Wilder ha l’opportunità di conoscere Mel Brooks, allora fidanzato dell’attrice (i due si sarebbero sposati l’anno successivo). Quest’ultimo, intravedendo le potenzialità di Wilder, gli promette il ruolo principale in una sceneggiatura a cui sta lavorando, pur senza sapere ancora quando il progetto si concretizzerà o quale sarà la destinazione (cinema, teatro o televisione). Dopo quattro anni di silenzio, la promessa viene mantenuta, e dopo un’audizione convincente Wilder ottiene il ruolo di Leo Bloom in quello che nel frattempo è diventato Per favore, non toccate le vecchiette, film che segna l’esordio alla regia di Brooks dopo i successi come autore televisivo. La pellicola è un enorme successo e una grande vetrina per Wilder, che subito si aggiudica una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, mentre Brooks si aggiudica la statuetta per la migliore sceneggiatura. Da quel momento tra i due inizia un sodalizio che nel corso degli anni darà frutto a titoli entrati nell’immaginario collettivo. Nel frattempo, l’ottimo riscontro di Per favore, non toccate le vecchiette ha aperto a Wilder le porte di Hollywood, ma la carriera subisce un freno a causa di alcuni flop, come Fate la rivoluzione senza di noi di Bud Yorkin e Che fortuna avere una cugina nel Bronx di Waris Hussein (entrambi usciti nel 1970). È un insuccesso anche quello che in seguito diverrà uno dei suoi film più ricordati, ovvero Willy Wonka e la Fabbrica di Cioccolato di Mel Stuart (1971), tratto dal celebre romanzo di Roald Dahl: disconosciuto da quest’ultimo e male accolto dalla critica, il film infatti non riscuote il successo sperato nemmeno al botteghino; tuttavia, col passare degli anni la pellicola è riuscita a conquistare un pubblico sempre più vasto, fino ad essere considerato un vero e proprio cult.
Wilder ritrova il successo recitando l’anno seguente recitando nel film di Woody Allen Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere), in cui interpreta il ruolo di un uomo innamorato di una pecora. Successivamente, l’attore inizia a lavorare a Young Frankenstein, un progetto ispirato a Mary Shelley e agli horror degli Anni Trenta, ma quando propone il canovaccio a Mel Brooks quest’ultimo si dichiara poco interessato. Qualche mese dopo, Wilder viene però contattato da Mike Medavoy (che in seguito diventerà il suo agente), il quale gli chiede se abbia pronto qualcosa in cui poter far lavorare due attori che ha da poco preso in carico, ovvero Peter Byle e Marty Feldman. Wilder, che aveva già apprezzato Feldman in televisione, decide di affidargli il ruolo di Igor, mentre Medavoy contatta nuovamente Brooks, che (pur riluttante anche perché reduce da un paio di flop) questa volta il regista accetta di dirigere il film, collaborando anche alla sceneggiatura. Mentre quello che in Italia si intitolerà Frankenstein Junior entra così in fase di preparazione, Brooks sta girando Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco, in cui Wilder subentra nel ruolo di Waco Kid sostituendo il protagonista Gig Young, costretto infatti ad abbandonare il film perché troppo malato per completare le riprese. Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco e Frankenstein Junior escono entrambi nel 1974 a distanza di pochi mesi, trionfando al botteghino. Il primo riceve tre nomination all’Oscar (montaggio, canzone e attrice non protagonista a Madeleine Kahn), mentre il secondo fa conquistare a Wilder e Brooks una candidatura per la migliore sceneggiatura; ricco di sequenze e battute ormai entrate nell’immaginario collettivo, Frankenstein Junior resta uno dei più alti risultati della collaborazione tra Wilder e Brooks, e nel 2000 l’American Film Institute l’ha inserito al tredicesimo posto nella classifica delle 100 migliori commedie americane di tutti i tempi.
L’anno successivo Wilder esordisce alla regia con Il Fratello più furbo di Sherlock Holmes, in cui ritrova Marty Feldman e Madeleine Kahn, mentre nel 1976 recita in Wagons-lits con omicidi di Arthur Hiller: è allora che nasce la coppia comica con Richard Pryor, da lui suggerito ai produttori e con cui formerà un duraturo e produttivo sodalizio artistico. La seconda regia arriva nel 1977 con Il più grande amatore del mondo (da lui anche prodotto e sceneggiato), ma il film è un insuccesso di pubblico e critica. Due anni dopo prende parte alla commedia western di Robert Aldrich Scusi, dov’è il West?, in cui recita accanto ad un emergente Harrison Ford. Gli anni Ottanta consolidano la sua popolarità: la coppia Wilder-Pryor si riunisce in Nessuno ci può fermare, grande successo internazionale diretto da Sidney Poitier; tra quest’ultimo e Wilder nasce un’amicizia, e i due scrivono insieme Hanky Panky – Fuga per due (1982), successiva regia di Poitier; sul set del film Wilder conosce Gilda Radner, già autrice del Saturday Night Live che diventerà la sua compagna nella vita: i due si sposeranno nel 1983 (per Wilder è il terzo matrimonio). Nel 1984 (quattro anni dopo aver scritto e diretto un episodio del film I Seduttori della Domenica) Wilder torna alla regia con La Signora in Rosso, che nonostante le critiche non entusiastiche ottiene un buon successo di pubblico, lanciando l’esordiente protagonista Kelly LeBrock. È invece un insuccesso Luna di miele stregata (1986), suo quarto ed ultimo film da regista. Successivamente la TriStar Pictures commissiona a Wilder un nuovo film con Pryor: è Non guardarmi: non ti sento, uscito nel 1989 e da lui anche sceneggiato. La pellicola sarà il suo ultimo successo commerciale. Seguiranno la commedia romantica Bebè mania (1990) e Non dirmelo… non ci credo (1991), suo ultimo film per il cinema, in cui recita nuovamente accanto a Pryor. Nel 1994 partecipa alla sitcom Quel pasticcione di papà, che però, anche a causa delle critiche tiepide, chiude dopo solo una stagione. A metà anni Novanta torna inoltre a recitare in teatro (portando in scena a Londra Laughter on the 23rd floor di Neil Simon) e poi in televisione: nel 1999 recita in un adattamento della Nbc di Alice nel Paese delle Meraviglie e in due polizieschi da lui sceneggiati, ovvero The Lady in Question e Murder in a Small Town (entrambi inediti in Italia). Tre anni dopo compare come guest star nella serie TV Will & Grace in un ruolo, quello di mister Stein, che gli fa guadagnare un Emmy: questo sarà il suo ultimo lavoro prima del ritiro a vita privata. Negli anni successivi, Wilder si dedica alla scrittura: al libro di memorie Baciami come uno Sconosciuto (pubblicato nel 2005) seguono infatti due romanzi e una raccolta di racconti. Gene Wilder è morto il 29 agosto a Stamford, nel Connecticut: affetto dal morbo di Alzheimer, da tempo le sue condizioni si erano aggravate. Moltissimi gli amici e gli ammiratori celebri che l’hanno ricordato con affetto, tra cui naturalmente anche Mel Brooks, che in un comunicato ha dichiarato: “Gene Wilder è stato uno dei veri grandi talenti della nostra epoca. Ha benedetto ogni film che abbiamo realizzato con la sua magia, e mi ha benedetto con la sua amicizia”.