Lauren Bacall (1924-2014)

Lauren Bacall (1924-2014)

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Ancora un lutto nel mondo del cinema: la grande attrice Lauren Bacall, diva leggendaria dell’epoca d’oro di Hollywood e indimenticabile interprete di film memorabili (in più occasioni accanto al marito Humphrey Bogart), è morta all’età di 89 anni.

Nata a New York nel 1924 con il nome di Betty Jane Perske, dopo il divorzio dei genitori assunse il cognome da ragazza della madre, Bacal (a cui successivamente aggiunse una “l” per consentirne una più facile pronuncia). Affascinata dal teatro sin dalla tenera età, dopo aver frequentato l’Accademia Americana di Arti Drammatiche a cui successero alcune esperienze a Broadway, Bacall si affermò con fotomodella; è così che, appena diciannovenne, grazie ad un intenso primo piano sulla copertina di Harper Bazaar attira l’attenzione di Howard Hawks: il grande regista, che era in cerca di un nuovo talento, la chiama ad Hollywood per un provino e quindi, suggerendole anche il nome d’arte (Lauren, appunto), la scrittura per il suo film del 1944 Acque del Sud, lanciandola così nel mondo del cinema. È sul quel set che l’attrice conosce il divo Humphrey Bogart, che sposò poi l’anno successivo e con cui recitò in altri tre film da ricordare: il capolavoro Il Grande Sonno (1946), ancora di Hawks, l’ottimo La Fuga (1947) di Delmer Daves e L’Isola di Corallo (1949), diretto da John Huston.

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Protagonista ideale delle più tipiche atmosfere noir, Lauren Bacall divenne una diva tra le più rappresentative dell’epoca d’oro di Hollywood, distinguendosi per la sinuosa eleganza e la voce bassa e roca, ma anche per il suo atteggiamento sicuro (tanto da sembrare a tratti quasi aggressivo) eppure spesso mitigato da una seducente ironia; non per niente, i suoi scintillanti occhi verdi di grande magnetismo, accentuato dalle sue caratteristiche pose seducenti (in particolare il capo chino e il sopracciglio alzato), le faranno in seguito guadagnare il soprannome di “The Look” (“lo sguardo”, appunto).

Dopo essersi contraddistinta come dark lady, conferma poi il suo talento nel dramma con due film diretti da Michael Curtiz (Chimere, al fianco di Kirk Douglas, e Le Foglie d’Oro con Gary Cooper, entrambi del 1950), mentre in seguito dimostra di sapere eccellere anche nella commedia con interpretazioni di rilievo in film dal tono brillante, tra cui Come sposare un milionario di Jean Negulesco (1953, di cui è co-protagonista accanto a Marilyn Monroe e Betty Grable) e La Donna del Destino di Vincente Minnelli (1957, in cui recita al fianco di Gregory Peck); quest’ultimo la dirige anche nel drammatico La Tela del Ragno (1955), cupo e a tratti estremo come anche il successivo Come le foglie al vento (1956), riuscito psicodramma familiare diretto da Douglas Sirk.

Quando nel 1957 l’amato Bogart (che le aveva dato due figli) muore dopo una lunga malattia, Lauren Bacall continua ad impegnarsi con dedizione nel suo lavoro, anche se, dopo aver accettato di apparire anche in pellicole di non eccellente qualità (forse anche cercando di combattere il dolore dovuto alla perdita del marito) l’attrice dirada le sue apparizioni sul grande schermo per buona parte degli anni Sessanta (ma è comunque da citare la sua apparizione in Detective’s Story del 1964, riuscito omaggio ai classici film noir in cui recita accanto a Paul Newman).

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A rinvigorire la sua carriera è invece il ritorno alla sua prima passione, ovvero il teatro: sul palcoscenico ottiene infatti grandi successi, arrivando a vincere due Tony Awards, ottenuti rispettivamente nel 1970 e nel 1981 per i musical Applause (versione on-stage di Eva contro Eva) e Woman of the Year, entrambi a lungo replicati a Broadway. Riapparsa nel frattempo sul grande schermo, si distingue poi nella pellicola all-stars Assassinio sull’Orient-Express di Sidney Lumet (1974), celebre adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Agatha Christie, ma anche in Il Pistolero di Don Siegel (1976) e in Health di Robert Altman (1980), grande regista di film corali che in seguito la dirigerà di nuovo in Prêt-à-Porter (1994).

Tornata a lavorare nel cinema con assiduità, ottiene poi finalmente la sua prima e unica candidatura all’Oscar (come miglior attrice non protagonista) per la sua interpretazione nel film L’Amore ha due Facce (1996), commedia di successo in cui veste i panni della madre della protagonista Barbra Streisand (anche regista del film), ruolo ironico e lievemente malinconico che le fa guadagnare anche un Golden Globe come migliore attrice non protagonista.

Nel corso della sua vita, Lauren Bacall scrisse anche due autobiografie di successo (Lauren Bacall By Myself, pubblicato nel 1979, e Now, del 1994) in cui l’attrice, con lo stile secco ma efficace che la contraddistingueva anche sullo schermo, scrisse non solo di luci e ombre del mondo del cinema, ma anche del suo impegno in politica, delle sue origini modeste ed ebraiche, senza dimenticare di offrire, ovviamente, un interessante spaccato del mondo di Hollywood, completo di ritratti di divi celebri e amati: in primo luogo il mai dimenticato Bogart (che definì sempre come il più grande amore della sua vita), ma anche la travagliata relazione con Frank Sinatra, e il suo secondo marito, l’attore Jason Robards (sposato nel 1961 e da cui divorziò dopo 8 anni di matrimonio), dal quale ebbe un terzo figlio.

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Nell’ultima parte della sua carriera, oltre ad aver preso parte al doppiaggio in lingua inglese del film d’animazione Il castello errante di Howl di Hayao Miyazaki (2004), è apparsa in Dogville (2003) e nel suo ideale seguito Manderlay (2005), entrambi diretti da Lars von Trier, ma anche in Birth – Io Sono Sean di Jonathan Glazer (2004, in cui recita accanto a Nicole Kidman). Nel 2009 le è stato conferito un meritato premio Oscar alla carriera: Lauren Bacall è stata la prima a ricevere questa onorificenza al di fuori della cerimonia ufficiale (svoltasi a marzo 2010); era dal 1994 che il premio alla carriera non veniva conferito ad una donna (l’ultima a riceverlo era stata infatti l’attrice Deborah Kerr, quindici anni prima).

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