È recentemente scomparso, all’età di 90 anni, il noto regista inglese Nicolas Roeg: già abile operatore e direttore della fotografia, durante gli anni Settanta si impose come autore di grande talento visionario dirigendo opere in seguito divenute cult, animate da personaggi immersi in situazioni inconsuete e caratterizzate non a caso da una cruciale componente visiva attraverso la quale riuscì a creare atmosfere sospese e suggestive capaci di influenzare diversi registi delle successive generazioni.
Nato a Londra nel 1928, durante il periodo di leva lavorò come proiezionista alimentando così la sua passione del cinema, tanto che successivamente iniziò a lavorare presso i Marleybone Studios dove apprese le tecniche di montaggio. Nel 1950 passò quindi agli studi inglesi della Metro Goldwyn Mayer ricoprendo il ruolo di assistente alla camera ed iniziando così a interessarsi anche alla fotografia. Dopo una lunga gavetta, all’inizio degli anni Sessanta fu assunto come direttore della fotografia della seconda unità prima nel film I Nomadi di Fred Zinnemann e poi nel classico Lawrence d’Arabia di David Lean: tali incarichi lo resero piuttosto noto nell’ambiente cinematografico inglese, tanto che nel 1964 Roger Colman lo scritturò come direttore della fotografia per il suo La Maschera della Morte Rossa, celebre horror d’atmosfera a tinte forti sul cui set Roeg poté iniziare davvero a far notare il suo spirito visionario. Negli anni successivi poté cimentarsi nello stesso ruolo in altre pellicole di diversi autori anche importanti, tra le quali spiccano infatti soprattutto due importanti adattamenti letterati come l’allucinato Fahrenheit 451 di François Truffaut e il ricercato Via dalla Pazza Folla di John Schlesinger, ma anche la commedia musicale Dolci Vizi al Foro e il drammatico Petulia, con Julie Christie e George C. Scott. All’età di 40 anni decide quindi di passare alla regia, debuttando nel 1970 con Sadismo (interpretato da James Fox e dalla rockstar Mick Jagger, al suo debutto come attore), di cui firmò la regia insieme allo scrittore Donald Cammell, suo amico di lunga data che propose la collaborazione mentre Roeg stava già progettando quello che divenne il suo secondo film, ovvero L’Inizio del Cammino (realizzato l’anno successivo e presentato a Cannes): con questo film (storia di due fratelli che, abbandonati nel deserto australiano, compiono un viaggio iniziatico segnato dall’incontro con una guida aborigena) il regista può finalmente iniziare a mostrare davvero il suo talento, anche se a imporlo definitivamente anche ad un pubblico più vasto fu il successo A Venezia… Un dicembre Rosso Shocking, ipnotico thriller dell’anima con Donald Sutherland e Julie Christie che in seguito divenne un cult; nel film, uscito nel 1973 e premiato ai BAFTA proprio per la fotografia (alla quale collaborò lo stesso regista, che però da allora decise di lasciare tale ruolo ad altri), si conferma inoltre l’interesse di Roeg per le dinamiche e le relazioni tra personaggi che si muovono in un ambiente sconosciuto e magari ostile, caratteristica divenuta costante nella sua filmografia e portata all’estremo nel successivo L’Uomo che Cadde sulla Terra (1976): infatti, in questo caso il protagonista (interpretato da David Bowie, davvero efficace in un ruolo modellato sulla sua androgina fisicità) è un alieno che, arrivato sulla Terra per trovare una risorsa energetica necessaria alla sopravvivenza del proprio pianeta, non potrà più farvi ritorno dopo aver assorbito usi e costumi umani, finendo col condurre un’esistenza facoltosa ma malinconica. Sulla scia del successo di questo film (personale esempio di fantascienza decadente il cui fascino scaturisce non a caso anche dall’usuale e visionaria inventiva sul piano visivo), Roeg scelse nell’ambiente musicale anche il protagonista della sua opera seguente, ovvero il dramma psicologico Il Lenzuolo Viola (1980), premiato a Toronto e interpretato infatti da Art Garfunkel; al suo fianco, il regista affiancò l’attrice Theresa Russell, divenuta poi la seconda delle sue tre mogli e con la quale iniziò quindi un sodalizio durato diversi anni, anche se sul versante artistico il periodo successivo si rivelò non particolarmente felice per l’autore, le cui opere realizzate durante gli anni Ottanta (tolta forse la commedia La Signora in Bianco, premiata a Cannes per il contributo tecnico) si rivelarono infatti nel complesso di scarso rilievo. Un ritorno ad un materiale a lui più congeniale si concretizzò nel 1990 con il fantasy Chi ha Paura delle Streghe (adattamento di un romanzo di Roald Dahl con protagonista Anjelica Huston), nel quale Roeg poté dar nuovamente sfogo alle sue bizzarrie visionarie, cimentandosi in seguito nella regia di alcuni adattamenti letterari realizzati per la televisione come Cuore di Tenebra, La Dolce Ala della Giovinezza e Sansone e Dalila. Insignito nel 1999 di un premio BAFTA alla carriera, Nicolas Roeg è morto a Londra il 23 novembre 2018.