Non Lasciarmi

Ricordando il suo passato, Kathy (Carey Mulligan) ripercorre la sua vita, quando assieme agli amici Ruth (Keira Knightley) e Tommy (Andrew Garfield), al tempo fidanzati, trascorse l’infanzia ad Hailsham, college immerso nella campagna inglese, isolato dal mondo esterno e apparentemente idilliaco. Quando però a sedici anni i tre completano gli studi, capiscono che il loro destino è da tempo deciso: scoprono infatti di essere dei cloni umani creati in laboratorio per fornire i propri organi agli umani…

Il regista Mark Romanek (“One Hour Photo”) porta sullo schermo il notevole best seller di Kazuo Ishiguro, adattato per lo schermo con una certa abilità da Alex Garland (autore del romanzo alla base di “The Beach” ma anche dello script di “28 Giorni Dopo”), che lo ha asciugato di alcuni dettagli e astrattismi mantenendone però i pregnanti temi centrali: come il romanzo d’origine, “Non Lasciarmi” affronta la morte per riflettere sull’umana esistenza, fatta di amore, emozioni contrastanti o addirittura negate, ma anche di rassegnazione, tematica centralissima in un’opera che si addentra nel sottofilone dei cloni con un inedito sguardo trasversale: il film di Romanek è infatti un dramma d’autore attraversato da elementi di fanta(co)scienza, in cui infatti le atmosfere futuristiche e i grandi effetti visivi lasciano il posto a lentezze intellettualistiche e introspezioni cariche di tensione emotiva. A tal proposito, la grande ricercatezza della confezione dal piglio British, pur vibrante e raffinata (fotografia di Adam Kimmel, musiche di Rachel Portman) pare a tratti sovrastare le ambizioni tematiche, appesantendo così uno svolgimento di un rigore confacente (anche con lo spirito del romanzo) eppure a tratti respingente, ma d’altra parte tutto ciò è orchestrato con sicura maturità e una certa partecipazione, coadiuvata anche dalle buoni interpretazioni di un trio di giovani stelle in ascesa.