Nymphomaniac – Vol. 1

Nymphomaniac – Vol. 1

- in Film 2013, Lars von Trier, Recensioni
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In una notte d’inverno, il maturo scapolo Seliman (Stellan Skarsgård) si imbatte in una donna di nome Joe (Charlotte Gainsbourg), ferita e svenuta in un vicolo scuro dopo aver subito un’aggressione, e decide di soccorrerla, portandola a casa sua. Lei, in cambio, comincia a raccontargli la sua vita da ninfomane.

Mutilata di oltre 30 minuti dalla censura (operazione non condivisa eppure concessa dal regista), è la prima delle due parti che compongono il 14° film di von Trier, che con Nymphomaniac chiude la cosiddetta “trilogia sulla depressione” aperta con Antichrist e proseguita con Melancholia. Con uno stile ondivago ed incostante che, in altalena tra intimità, ambiguità e provocazione (senza escludere squarci di amaro o sarcastico umorismo), oscilla tra momenti tremuli o sommessi ed altri irruenti o dirompenti (la sequenza della morte del padre e la scena con una grande Uma Thurman rabbiosa e dolente lasciano il segno), l’autore sovrappone un personale e variegato apparato tecnico-formalistico (colore contrapposto al bianconero, sovrimpressioni, schermo panoramico e split-screen, cinepresa mobile a spalla) ad un tessuto psicanalitico in cui la derivazione freudiana lascia il posto alla tradizione di Sade e Bataille, puntando ad un racconto morale in forma di disquisizione filosofica a metà tra atipica Sharazade postmoderna e straniante seduta psicanalitica; sfidando così convenzioni narrative e coesione strutturale, von Trier vi combina allusioni metaforiche, riferimenti colti e soluzioni tra l’audace e l’eccentrico (le sfrenatezze sessuali paragonate alle tecniche di pesca alla mosca, la perdita della verginità associata alla successione di Fibonacci), il tutto con grande varietà di rimandi cinefili, letterari (da Anais Nin e Henry Miller a Edgar Allan Poe e Thomas Mann), artistici (il ricorso nelle immagini all’arte medievale) e musicali (il Cantus Firmus collegato al rischioso elemento del sentimento, o la polifonia di Bach associata alla pluralità degli amanti), sublimando la materia pornografica (solo simulata dalle star, e ricavata con l’utilizzo di protesi, effetti e controfigure hard) in una personalissima ricerca sui labirinti del panorama erotico. Facendo di nuovo ricorso alla divisione in capitoli (in questa prima parte sono cinque), l’autore la inserisce in uno schema che a grandi linee può ricordare, pur ribaltandola e in seguito discostandosene, la struttura di Quell’Oscuro Oggetto del Desiderio di Buñuel: a far da cornice ad un racconto in flashback sono una donna che si racconta ed un interlocutore che ascolta cercando di interpretare, elaborare e sterilmente razionalizzare un caos imperante che (coerentemente con il precedente Antichrist, seppur in modo diverso) regna e dilaga; fedele all’ipotesi che proprio in questo impenetrabile garbuglio di pulsioni e desideri possa risiedere il mistero del sesso, visto ancora una volta come colpa da espiare (tematica ricorrente nella filmografia del regista e qui rimarcata in più occasioni, dal discorso sulle differenze tra chiesa cattolica e ortodossa fino alle riunioni in cui si recita in coro il beffardo slogan “Mea Vulva, Mea Maxima Vulva”), von Trier si riversa in entrambi i personaggi, interrogandosi come Skarsgård sulle sue ossessioni e localizzando nella ninfomania della protagonista Gainsbourg (qui “sostituita” nei flashback dalla giovane Stacy Martin) l’essenza di un personaggio in realtà profondamente tragico, in cui distruttiva fatalità e disperazione esistenziale coincidono e si rincorrono: il suo racconto di vita sessuale non guarda all’educazione sentimentale e non prevede un’esplorazione del desiderio se non privo di gusto e di gioia, privo di attitudini all’emozione o di liberazione e, in definitiva, privo di piacere.

(QUI trovate la recensione di Nymphomaniac – Vol. 2)

Nymphomaniac - Vol. 1
Nymphomaniac - Vol. 1
Summary
“Nymphomaniac – Vol. 1”; di Lars von Trier; con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Christian Slater, Jamie Bell, Uma Thurman, Willem Dafoe, Mia Goth, Connie Nielsen; drammatico; Danimarca/ Belgio/ Francia/ Germania, 2013; durata: 117’ (uncut: 145’).
70 %
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