Le nominations dell’86a edizione dei premi Oscar sono state annunciate: a guidare la competizione, con 10 candidature, sono due successi come Gravity di Alfonso Cuarón e American Hustle di David O. Russell; tra i protagonisti di quest’edizione, anche il film di Steven McQueen 12 Years a Slave, che ottiene 9 nomination (tra cui miglior film, regia, attore protagonista, attore e attrice non protagonisti e sceneggiatura non originale). Segono poi, a distanza (con 6 nomination), Nebraska di Alexander Payne, Captain Phillips di Paul Greengrass (che però non ottiene la candidatura per il miglior regista) e la sorpresa Dallas Buyers Club. 5 nomination anche a The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese e a Lei di Spike Jonze, mentre Philomena di Stephen Frears ottiene 4 candidature, tra cui miglior film e miglior attrice. Da segnalare le 3 candidature a Blue Jasmine di Woody Allen (miglior attrice, attrice non protagonista e sceneggiatura originale).
Nelle categorie della recitazione, grande successo per American Hustle (ben 4 attori candidati), ma ottengono un buon risultato anche 12 Anni Schiavo, Dallas Buyers Club e Blue Jasmine di Woody Allen (che ottiene la nomination anche per la migliore sceneggiatura originale). E a proposito di attori, tra gli eslcusi spiccano Emma Thompson (grande protagonista di Saving Mr. Banks), Daniel Brühl (eccellente nei panni di Niki Lauda in Rush) e Oprah Winfrey (The Butler), ma anche due grandi nomi come Robert Redford (davvero in forma in All Is Lost) e Tom Hanks (star di Captain Phillips, a cui l’Academy ha però preferito l’esordiente co-protagonista Barkhad Abdi).
Tra i film esclusi, oltre a The Butler e ai succitati Rush e Saving Mr. Banks (che riceve una sola candidatura per la migliore colonna sonora), da segnalare anche il film indipendente Fruitvale Station e l’apprezzatissimo A Proposito di Davis, il nuovo film dei fratelli Coen, che ottiene due nomination tecniche (fotografia e mixaggio sonoro) mancando però quelle per miglior film e migliore sceneggiatura.
Grande soddisfazione anche per il cinema italiano di qualità, con La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino che dopo la recente vittoria ai Golden Globe ottiene anche la nomination all’Oscar come miglior film straniero.
Ma vediamo le candidature nel dettaglio: di seguito sono elencate tutte le nominations di quest’anno, in attesa della cerimonia di premiazione, che si terrà il prossimo 2 Marzo al Dolby Theatre di Los Angeles. Sotto ad ogni categoria, alcune considerazioni personali, complete di pronostici. E voi su chi puntate?
Anche quest’anno sono 9 le pellicole a concorrere per il premio più importante. Come suddetto, American Hustle e Gravity guidano la competizione per numero di candidature (ben 10 a testa), anche se la vera sfida sembra essere tra quest’ultimo e il quotatissimo 12 Anni Schiavo (già vincitore del Golden Globe). Oltre a Captain Phillips e all’apprezzato e discusso The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese, in nomination troviamo anche Nebraska di Alexander Payne (già ben accolto all’ultimo festival di Cannes), Lei di Spike Jonze (premiato al festival di Roma), Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée e Philomena di Stephen Frears, con una grande Judi Dench.
Nella categoria del miglior regista, i favoriti restano forse Steve McQueen e Alfonso Cuarón (quest’ultimo già vincitore del Golden Globe). Per quanto riguarda gli altri candidati, se da qualche tempo a questa parte David O. Russell e Alexander Payne non sbagliano un colpo (oltre al successo di pubblico, i loro ultimi film hanno ottenuto un buon riscontro anche alle ultime edizioni degli Oscar), è un piacere rivedere tra i candidati anche il maestro Martin Scorsese. Peccato, comunque, per la mancate candidature a Paul Greengrass e (soprattutto) a Spike Jonze.
Pronostici in gran parte rispettati per quanto riguarda la categoria del miglior attore protagonista, dove si prospetta un match tra il ritrovato Matthew McConaughey e l’applauditissimo Leonardo DiCaprio, entrambi vincitori del Golden Globe. Davvero meritata la candidatura a Bruce Dern (già vincitore a Cannes), mentre Christian Bale ottiene la sua seconda nomination (stavolta come miglior protagonista) di nuovo per un film di David O. Russell. E se molto ben accolta è anche la prima nomination al bravissimo Chiwetel Ejiofor (intenso protagonista di 12 Anni Schiavo), d’altra parte un po’ dispiace per le esclusioni di Tom Hanks (bravissimo in Captain Phillips) e Robert Redford (davvero eccellente nel suo “one man show” in All Is Lost).
Potrebbe non esserci partita: la recente vittoria del Golden Globe ha ulteriormente spianato la strada alla grande Cate Blanchett, la cui vittoria del secondo Oscar (questa volta come miglior protagonista) è ormai molto probabile, nonostante il notevole livello dell’interpretazione di Judi Dench e il nuovo successo di Sandra Bullock con Gravity; d’altra parte, non è comunque da sottovalutare la bravissima e sensuale Amy Adams di American Hustle, a sua volta vincitrice del Golden Globe e alla sua quinta nomination all’Oscar (la prima come miglior protagonista). Tra le attrici escluse, stupisce davvero la mancata candidatura a Emma Thompson (davvero notevole in Saving Mr. Banks), a cui l’Academy ha preferito la sempreverde Meryl Streep (vincitrice di 3 premi Oscar e già attrice più candidata di sempre).
Come nella categoria della miglior attrice, anche qui la meritata vittoria al Golden Globe di Jared Leto ha reso la competizione decisamente meno serrata: l’attore e cantante (leader del gruppo musicale Thirty Seconds to Mars) potrebbe infatti non avere rivali grazie al suo ruolo di trasformazione in Dallas Buyers Club. D’altra parte, molto apprezzata è anche l’interpretazione di Michael Fassbender, che per il ruolo di terribile schiavista in 12 Anni Schiavo ottiene finalmente la sua prima nomination. E se tra i candidati non sfigurano Jonah Hill e Bradley Cooper, meritatissima è anche la nomination al sorprendente esordiente Barkhad Abdi, co-protagonista del film di Paul Greengrass Captain Phillips. Peccato per l’esclusione di Daniel Brühl, davvero eccellente nei panni di Niki Lauda in Rush di Ron Howard.
Nella storia degli Oscar, solo 5 attori sono riusciti ad aggiudicarsi la statuetta per due volte consecutive; se poi si considera anche il calibro di tali predecessori (si parla di Luise Rainer, Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Jason Robards e Tom Hanks), pensare che la giovanissima Jennifer Lawrence possa essere davvero vicina a raggiungere un risultato simile potrebbe sembrare esagerato; eppure, considerando il livello della performance, lo status da star amatissima (da pubblico e critica) e la recente vittoria ai Golden Globe, a quanto pare le possibilità ci sono eccome. D’altra parte, il già premiatissimo esordio col botto di Lupita Nyong’o potrebbe conquistare anche i membri dell’Academy, portando la giovane interprete ad unirsi al ristretto gruppo di attori vincitori dell’Oscar al primo ruolo. Tra le altre attrici in lizza per la statuetta, se l’84enne June Squibb è una delle più anziane a ricevere la candidatura, Sally Hawkins riceve la sua prima nomination per il suo ruolo in Blue Jasmine di Woody Allen. Da segnalare anche il ritorno di una star amatissima, ovvero Julia Roberts (vincitrice nel 2002 per Erin Brockovich). Niente nomination, invece, per la signora della TV americana Oprah Winfrey (già candidata nel 1985 per Il Colore Viola di Spielberg), co-protagonista dell’ultimo film di Lee Daniels The Butler.
Nella categoria della migliore sceneggiatura originale, occhi puntati sul bellissimo Lei: il primo film interamente scritto dal talentuoso regista Spike Jonze (“Essere John Malkovich”, “Il Ladro di Orchidee”) potrebbe infatti spuntarla non solo su un illustre precedente vincitore come Woody Allen e sul pluricandidato American Hustle (scritto dal regista con Eric Warren Singer), ma anche sulla sorpresa Dallas Buyers Club e su Nebraska di Alexander Payne (che per la prima volta non firma la sceneggiatura di un film da lui diretto).
A contendersi il premio per la migliore sceneggiatura non originale, cinque lavori tratti da materiali molto differenti: la storia vera di Philomena Lee, il resoconto dell’attacco alla nave del capitano Phillips da parte dei pirati etiopi, il terzo capitolo della saga di Jess e Celine, l’adattamento per lo schermo dell’autobiografia di Jordan Belfrot e la storia di Solomon Northup. Quest’ultimo ha buone possibilità di vittoria, ma The Wolf of Wall Street è certamente un valido concorrente. Da non sottovalutare anche Before Midnight (film di parola in cui i dialoghi hanno un ruolo chiave) e Philomena (già vincitore del premio Osella per la migliore sceneggiatura al festival di Venezia).
Grande risultato per il cinema italiano di qualità: La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino riceve infatti la nomination all’Oscar come miglior film straniero. L’Italia non rientrava tra i candidati al prestigioso premio dal 2005 (quando La Bestia nel Cuore di Cristina Comencini riuscì ad ottenere la nomination), mentre l’ultima vittoria di un film italiano risale al 1998, con il trionfo (con 3 premi) de La Vita è Bella. Specialmente dopo la recente vittoria ai Golden Globe, per Sorrentino le possibilità sono buone, ma il suo bellissimo film dovrà vedersela con il candidato belga Alabama Monroe – Una Storia d’Amore (The Broken Circle Breakdown) e soprattutto con il danese Il Sospetto, diretto da Thomas Vinterberg. Niente candidatura invece per gli apprezzatissimi Il Passato (Iran), Gloria (Cile), Gabrielle (Canada) e La Bicicletta Verde (Arabia Saudita),mentre il film vincitore della Palma d’Oro a Cannes La Vita di Adele non figura tra i candidati perchè considerato, almeno per quest’anno, ineleggibile (per poter essere selezionato dalla propria nazione e concorrere all’Oscar in questa categoria, un film non americano deve infatti essere uscito in patria entro il 30 Settembre).
Tra i candidati al miglior film d’animazione, il nuovo film Disney Frozen è sicuramente il favorito, anche se l’ultimo film di Hayao Miyazaki potrebbe essere un valido avversario. In nomination anche altri due successi (I Croods e Cattivissimo Me 2) e un outsider europeo in animazione tradizionale (Ernest & Celestine). Niente candidatura, invece, per il sequel Pixar Monsters University.
Potrebbe finalmente essere l’anno di Emmanuel Lubezki, o magari di Roger Deakins: il primo è alla sesta nomination, mentre il secondo è arrivato addirittura all’undicesima, ma per entrambi nessuna di queste candidature si è mai concretizzata in statuetta. A contendersi la vittoria, anche Phedon Papamichael, Bruno Delbonnel e la sorpresa Philippe Le Sourd (candidato per l’ultimo film di Wong Kar Wai The Grandmaster, snobbato nella categoria del miglior film straniero ma in nomination per la migliore fotografia e i miglior costumi). Niente candidatura, invece, per 12 Anni Schiavo.
Gli Stati Uniti di metà Ottocento (12 Years a Slave) e degli Anni Settanta (American Hustle), lo spazio profondo (Gravity), la Los Angeles del futuro (Lei) e i scintillanti e digitalizzati Anni Venti del Gatsby di Baz Luhrmann, ricostruiti per lui dalla moglie Catherine Martin (già Oscar per Moulin Rouge): quest’ultima potrebbe spuntarla sugli altri candidati, ma in un anno dove i lavori di scenografi e arredatori sono decisamente di alto livello, la partita è ancora aperta.
È in arrivo un doppio premio per il Gatsby di Baz Luhrmann e per la moglie del regista Catherine Martin, scenografa e costumista? La possibilità esiste eccome, ma i rutilanti costumi dell’ultima e scintillante versione su schermo del capolavoro di Fitzgerald dovranno vedersela con gli abiti griffati ed importanti di American Hustle. Tra i candidati al premio, altri tre film dall’importante ambientazione d’epoca, ovvero 12 Anni Schiavo, The Invisible Woman (seconda regia di Ralph Fiennes) e The Grandmaster.
I cinque titoli in lizza per il premio al miglior montaggio sono (come spesso accade) candidati anche come miglior film: per il favorito Gravity, il film di Paul Greengrass Captain Phillips potrebbe essere in questa categoria un valido avversario, ma a concorrere con merito ci sono anche American Hustle, 12 Anni Schiavo e (a sorpresa) Dallas Buyers Club. Sorprendente esclusione di The Wolf of Wall Street.
Sfida a tre nella categoria dedicata a “trucco e parrucco”, dove lascia davvero perpressi l’assenza di American Hustle. A contendersi il premio, Dallas Buyers Club (in cui le trasformazioni fisiche degli interpreti sono certamente importanti), Jackass: Nonno Cattivo (con il pesante trucco invecchiante del protagonista) e il flop Disney The Lone Ranger. Niente candidatura per Rush, The Butler e (soprattutto) Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug.
Steven Price (le cui musiche commentano l’angoscioso quasi-assolo di una Sandra Bullock persa nello spazio) ha dalla sua il successo di Gravity, pellicola tra le più celebri e premiate dell’anno; alla prima candidatura, il musicista del film di Alfonso Cuarón potrebbe quindi essere il favorito nella categoria della miglior colonna sonora, ma dovrà vedersela con William Butler (membro degli Arcade Fire, co-autore delle musiche di Lei) e con tre grandi nomi delle musiche per film, ovvero Alexander Desplat (alla sesta candidatura) John Williams (ben 49 candidature e 5 premi) e Thomas Newman (già candidato 11 volte senza mai arrivare alla vittoria). Esclusi Hans Zimmer (12 Anni Schiavo) e il vincitore del Golden Globe Alex Ebert (All Is Lost).
Nella categoria della miglior canzone, la trascinante Let It Go (tema portante del cartoon Disney Frozen), potrebbe spuntarla sugli U2, già vincitori del Golden Globe per la canzone Ordinary Love (dal film Mandela: Long Walk to Freedom). Tra i brani in nomination, anche “The Moon Song” (da Lei, scritta da Karen O con il regista Spike Jonze) e Happy (da Cattivissimo Me 2). Sorprendentemente esclusa dai candidati la canzone di successo Young and Beautiful (scritta per Il Grande Gatsby e cantata da Lana Del Rey).
UPDATE (NOTA PER LA CATEGORIA “MIGLIOR CANZONE”): All’annuncio delle nomination, i candidati in questa categoria non erano 4, bensì 5: infatti, tra le canzoni in gara era presente (a sorpresa) anche la sconosciuta “Alone Yet Not Alone” (musica di Bruce Broughton e testo di Dennis Spiegel), dal film omonimo diretto da Ray Bengston e George D. Escobar. Successivamente, scoperto che la campagna di promozione per ottenere quella candidatura era stata portata avanti con metodi irregolari, il consiglio di amministrazione dell’Academy ha deciso di squalificare la suddetta canzone dalle nomination.
Per quanto riguarda il premio ai migliori effetti visivi, il favorito è certamente Gravity di Alfonso Cuarón. In nomination anche il secondo Lo Hobbit, il terzo Iron Man, il sequel di Star Trek di J. J. Abrams e The Lone Ranger di Gore Verbinski. Esclusi Pacific Rim e World War Z.
Anche nelle due categorie dedicate al sonoro, Gravity è sicuramente tra i favoriti, ma le possibilità sono buone anche per Captain Phillips, Lone Survivor e Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug (anch’essi candidati in entrambe le categorie). Da segnalare la nomination a All Is Lost per il miglior montaggio sonoro (unica candidatura per il film di J. C. Chandor), e quella per il miglior mixaggio sonoro al film dei fratelli Coen A Proposito di Davis. Tra gli esclusi degni di nota, Pacific Rim di Guillermo del Toro e Rush di Ron Howard.
Per quanto riguarda i candidati al premio come miglior documentario, continuano i successi di The Act of Killing, 20 Feet from Stardom e The Square. Tra gli esclusi degni di nota, Blackfish e Stories We Tell (quest’ultimo diretto dalla regista e attrice Sarah Polley), ai quali l’Academy ha preferito Dirty Wars e Cutie and the Boxer.
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
- Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me) – Esteban Crespo
- Avant Que De Tout Perdre (Just Before Losing Everything) – Xavier Legrand, Alexandre Gavras
- Helium – Anders Walter, Kim Magnusson
- Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?) – Selma Vilhunen, Kirsikka Saari
- The Voorman Problem – Mark Gill and Baldwin Li
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO
- CaveDigger – Jeffrey Karoff
- Facing Fear – Jason Cohen
- Karama Has No Walls – Sara Ishaq
- The Lady in Number 6: Music Saved My Life – Malcolm Clarke, Nicholas Reed
- Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall – Edgar Barens
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE
- Feral – Daniel Sousa, Dan Golden
- Get a Horse! – Lauren MacMullan, Dorothy McKim
- Mr. Hublot – Laurent Witz, Alexandre Espigares
- Possessions – Shuhei Morita
- Room on the Broom – Max Lang, Jan Lachauer
1 Comment
Mirko
Mi aspettavo Emma Thompson candidata. Sono costernato.