Oscar 2015: le nomination

Oscar 2015: le nomination

Tra molte conferme e qualche sorpresa, sono state da poco annunciate le candidature ai premi Oscar 2015. A guidare la competizione, con 9 candidature a testa, troviamo Birdman di Alejandro G. Iñárritu e Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, tallonati da The Imitation Game, che invece si ferma a quota 8. Seguono poi, con 6 candidature ciascuno, American Sniper di Clint Eastwood e il bellissimo Boyhood di Richard Linklater (quest’ultimo tra i maggiori favoriti per la vittoria). 5 nomination anche per La Teoria del Tutto di James Marsh, Whiplash di Damien Chazelle, Interstellar di Christopher Nolan (che però ottiene solo candidature tecniche) e Foxcatcher di Bennett Miller, che a sorpresa ottiene la nomination per il miglior regista senza però rientrare nei candidati al premio come miglior film. E mentre Turner di Mike Leigh ottiene 4 nomination tecniche, mancando però quelle per miglior attore e migliore sceneggiatura, d’altra parte l’apprezzato e dibattuto Selma di Ava DuVernay si ferma a quota 2, ma una è per il miglior film dell’anno.

Da segnalare anche le presenze del musical Into the Woods e di Unbroken di Angelina Jolie, entrambi a quota 3 candidature, mentre L’Amore Bugiardo di David Fincher ottiene una sola candidatura per l’iconica protagonista Rosamund Pike. E se piuttosto gradita è la nomination a Paul Thomas Anderson per la sceneggiatura di Vizio di Forma (in lizza anche per il premio ai miglior costumi), fa certo piacere ritrovare in corsa per l’Oscar anche la già premiatissima costumista italiana Milena Canonero (candidata per Grand Budapest Hotel). Tra gli stranieri candidati spiccano anche Wim Wenders (in corsa per il miglior documentario con il bellissimo Il Sale della Terra) e lo splendido film polacco Ida (favorito per la vittoria come miglior film straniero), che ottiene una nomination anche per la migliore fotografia.

Tra le sorprese nelle categorie dedicate alla recitazione, piuttosto inattesa è la nomination a Laura Dern (candidata per il suo ruolo di supporto in Wild, che come previsto frutta una nomination anche alla protagonista Witherspoon), mentre alla Jennifer Aniston di Cake l’Academy preferisce la grande Marion Cotillard di Due Giorni, Una Notte. E se interpreti come Emma Stone, Steve Carell, Felicity Jones e la succitata Pike ottengono con merito la loro prima candidatura, la sempreverde Meryl Streep riceve la sua diciannovesima nomination per il ruolo di strega canterina in Into the Woods di Rob Marshall, mentre il grande Robert Duvall arriva a quota 7 per la sua interpretazione in The Judge, divenendo il più anziano attore candidato all’Oscar. Tra gli altri attori candidati, oltre ai favoriti Keaton, Moore, Simmons e Arquette, non stupiscono certo le candidature a Redmayne, Cumberbatch, Hawke e Norton, mentre per il suo ruolo in American Sniper l’apprezzato Bradley Cooper ottiene la sua terza nomination consecutiva, soffiando così la candidatura al bravo Oyelowo di Selma e all’ottimo Jake Gyllenhaal de Lo Sciacallo (in corsa solo per il premio alla migliore sceneggiatura).

Tra gli eclusi degni di nota, oltre ad attori di spicco come Timothy Spall, Jessica Chastain, Amy Adams e Ralph Fiennes (ma anche Rene Russo, davvero notevole ne Lo Sciacallo), da segnalare è certamente la discutibile assenza de L’Amore Bugiardo tra i candidati al premio per la migliore sceneggiatura, ma fa storcere la bocca anche il trattamento riservato al grande successo The Lego Movie, che ottiene una nomination come miglior canzone mancando però sorprendentemente la candidatura come miglior film d’animazione. Niente candidatura anche per Life Itself, bellissimo documentario sulla vita del grande critico cinematografico Roger Ebert.

Ma vediamo le candidature nel dettaglio: di seguito sono elencate tutte le nominations di questa 87a edizione dei premi Oscar, in attesa della cerimonia di premiazione che si terrà il 22 Febbraio a Los Angeles, presentata da Neil Patrick Harris. Sotto ad ogni categoria, alcune considerazioni personali e pronostici. E voi su chi puntate?

Per la prima volta dall’espansione di categoria del 2011 (quando, tornando alle regole delle origini, l’Academy decise di ampliare la rosa dei candidati da un numero fisso di 5 ad uno variabile da 5 a 10), quest’anno sono 8 (e non 9) le pellicole in lizza per l’Oscar come miglior film dell’anno. Tra i titoli in corsa per il premio più importante, il favorito rimane forse lo splendido (e già premiatissimo) Boyhood di Richard Linklater, anche se Birdman e Grand Budapest Hotel (che, come suddetto, guidano la competizione con 9 candidature a testa) si confermano validissimi concorrenti, seguiti da The Imitation Game (8 nomination in totale). Buonissimo risultato anche per American Sniper di Clint Eastwood e La Teoria del Tutto di James Marsh (che ottengono rispettivamente 6 e 5 candidature), ma anche per l’apprezzato Whiplash di Damien Chazelle, mentre Selma (film su Martin Luther King diretto da Ava DuVernay) riesce a rientrare nella categoria più importante pur collezionando solo un’altra candidatura (per la miglior canzone). Tra gli esclusi, da segnalare Lo Sciacallo di Dan Gilroy, L’Amore Bugiardo di David Fincher e Foxcatcher di Bennett Miller (che però ottiene ben 5 candidature, tra cui quella per il miglior regista).

Anche qui la gara pare restringersi a una sfida a tre, con Wes Anderson (alla sua prima nomination come miglior regista) ad insidiare coloro che comunque si confermano definitivamente come i favoriti, ovvero Iñárritu e Linklater: entrambi autori affermati e appassionati, il primo ha dalla sua il sorpredente e trascinante virtuosismo mostrato nei lunghissimi pianosequenza in Birdman, mentre il secondo potrebbe veder premiato il suo incredibile lavoro in Boyhood (una lavorazione durata 12 anni per un film splendido e irripetibile). A completare la rosa dei candidati, il norvegese Tyldum (The Imitation Game) e la sorpresa Bennett Miller, già premiato a Cannes e ora anche candidato all’Oscar per l’ottimo Foxcatcher, che ottiene ben 5 nomination mancando però incredibilmente quella per il miglior film: era dal 2007 che un film in lizza per il premio come miglior regista mancava la candidatura per il premio più importante. Tra gli esclusi, oltre al montatore e ora regista Dan Gilroy e al giovane quanto promettente Damien Chazelle (entrambi comunque candidati come sceneggiatori dei loro ottimi film, rispettivamente Lo Sciacallo e Whiplash), da citare sono anche il grande vecchio Eastwood (in corsa come produttore per il suo American Sniper) e soprattutto Ava DuVernay, stimata regista afroamericana di Selma.

Nella rosa dei candidati come miglior attore protagonista, in pole position troviamo i due interpreti recentemente premiati con il Golden Globe, ovvero il ritrovato Michael Keaton (grande protagonista di Birdman) e il giovane Eddie Redmayne (davvero superbo nell’impersonare l’astrofisico Stephen Hawking in La Teoria del Tutto). A giudicare dai molteplici trionfi ottenuti fino ad ora nel circuito dei premi, il primo rimane comunque il favorito, anche se entrambi dovranno vedersela con la nuova star Benedict Cumberbatch, anch’esso alla sua prima, meritatissima candidatura, come l’inedito Steve Carell (irriconoscibile e assai inquietante in Foxcatcher di Bennett Miller). A completare la cinquina troviamo Bradley Cooper, poderoso protagonista di American Sniper che, candidato anche come produttore, ottiene la terza nomination consecutiva dopo le precedenti per Il Lato Positivo e American Sniper. Tra gli interpreti esclusi, oltre al Ralph Fiennes di Grand Budapest Hotel, spiccano l’ottimo Jake Gyllenhaal de Lo Sciacallo e l’eccellente Timothy Spall di Turner, quest’ultimo peraltro premiato a Cannes per la sua grande interpretazione del pittore inglese nell’applaudito film di Mike Leigh.

Per quanto riguarda il premio come miglior attrice protagonista, potrebbe finalmente essere l’anno di Julianne Moore (candidata in precedenza 4 volte, nessuna delle quali concretizzatasi in statuetta): già vincitrice del Golden Globe, la grande attrice potrebbe infatti trionfare anche agli Oscar per la sua eccellente interpretazione in Still Alice. D’altra parte, l’inconica Rosamund Pike, candidata per L’Amore Bugiardo, si conferma comunque una valida avversaria, mentre ugualmente meritata è la candidatura a Felicity Jones per il ruolo di Jane Hawking ne La Teoria del Tutto. E se, a una decina d’anni dalla vittoria per Quando l’Amore Brucia l’Anima, Reese Witherspoon è di nuovo in lizza per l’Oscar grazie al suo ruolo in Wild, a sorpresa la grande Marion Cotillard riceve la sua seconda candidatura per Due Giorni, una Notte dei fratelli Dardenne, soffiando così la nomination a Jennifer Aniston, la quale, in concorso per il SAG e il Golden Globe, sembrava essere davvero vicina ad ottenere una candidatura per la sua intensa e sorprendente interpretazione nel drammatico Cake. Niente nomination anche per la Hilary Swank di The Homesman e per la sempre godibile Amy Adams, apprezzata protagonista di Big Eyes di Tim Burton.

Nella categoria del miglior attore non protagonista non dovrebbe esserci partita: con la sua energica interpretazione in Whiplash, J. K. Simmons ha stregato pubblico e critica dominando il circuito dei premi, e dopo la recente vittoria ai Golden Globe per lui l’Oscar sembra ormai quasi una certezza. Da non sottovalutare, comunque, l’apprezzata performance di Edward Norton, che per Birdman ottiene finalmente la sua terza candidatura, mentre il grande Robert Duvall (già vincitore nel 1983) arriva a quota 7 grazie alla sua interpretazione nel comunque non esaltante The Judge, divenendo così l’attore più anziano a ricevere una nomination. Tra i candidati anche Ethan Hawke, in corsa per la sua sobria e genuina performance in Boyhood, e l’ottimo Mark Ruffalo di Foxcatcher, mentre tra gli esclusi spicca il Josh Brolin di Vizio di Forma.

Come nella categoria del miglior attore non protagonista, anche qui pare già da tempo esserci una vittoria annunciata: per la sua eccellente performance in Boyhood Patricia Arquette ha già fatto incetta di premi (tra cui il Golden Globe), confermandosi infatti come superfavorita anche nella corsa per l’Oscar. Tra le altre candidate, oltre alla puntuale presenza della sempreverde Streep (la quale, già vincitrice di 3 premi, continua a battere il suo stesso record, arrivando con quest’ultima a quota 19 candidature), troviamo anche la finalmente convincente Knightley di The Imitation Game e la giovane Stone di Birdman (alla sua prima nomination). Chiude la cinquina, a sorpresa, Laura Dern, la quale, candidata per il suo ruolo in Wild di Jean-Marc Vallée, soffia la nomination all’ottima Rene Russo de Lo Sciacallo. Purtroppo niente candidature per la Tilda Swinton del sottovalutato Snowpiercer e per la prolifica e sempre brava Jessica Chastain, notevole non solo in Interstellar di Nolan, ma anche e soprattutto in A Most Violent Year di J. C. Chandor.

Come nelle categorie del miglior film e della migliore regia, anche per quanto riguarda il premio alla migliore sceneggiatura originale la sfida pare restringersi ai tre grandi favoriti, ovvero Grand Budapest Hotel, Boyhood e Birdman, con quest’ultimo in pole position (specie dopo la vittoria ai Golden Globe). In nomination anche Foxcatcher (scritto da E. Max Frye con Dan Futterman, che per Miller aveva già scritto Capote) e Lo Sciacallo, scritto dal regista Dan Gilroy, (fratello di Tony), già montatore di successo ed ora esordiente alla regia con un promettente futuro da autore. Niente candidatura invece per Mike Leigh (Turner), Christopher Nolan (Interstellar), J. C. Chandor (A Most Violent Year) e per il coinvolgente ma discusso Selma di Ava DuVernay.

Considerata anche l’imperdonabile esclusione de L’Amore Bugiardo dalla rosa dei candidati come miglior sceneggiatura non originale, in questa categoria la sfida può dirsi tuttora apertissima: in lizza per il premio troviamo infatti cinque titoli molto forti, quattro dei quali pluricandidati e in corsa anche come miglior film, ovvero The Imitation Game (tratto dal libro di Andrew Hodges), La Teoria del Tutto (tratto dall’autobiografia di Jane Hawking), American Sniper (dall’autobiografia di Chris Kyle) e Whiplash (la cui sceneggiatura è considerata dall’Academy come non originale perchè usata in precedenza da Chazelle per girarne un breve promo che, mostrato al pubblico, avrebbe poi dovuto aiutarlo a trovare finanziatori per girarne un lungometraggio, cosa che chiaramente avvenne); a conquistarsi il quinto posto è invece il grande Paul Thomas Anderson, che per il suo Vizio di Forma ottiene a sorpresa una (meritata) nomination come sceneggiatore. Tra gli esclusi eccellenti, oltre ai fratelli Coen (co-autori dello script di Unbroken di Angelina Jolie, tratto dal libro di Laura Hillenbrand), anche lo scrittore Nick Hornby (autore della sceneggiatura di Wild, tratta dal romanzo autobiografico di Cheryl Strayed).

Cinque pellicole molto apprezzate in lizza per il premio come miglior film straniero: da una parte, lo splendido e già premiatissimo film polacco Ida (candidato peraltro anche come miglior fotografia) sembra rimanere il favorito, ma d’altro canto il russo Leviathan, altrettanto notevole, potrebbe comunque stupire (specie dopo la recente vittoria ai Golden Globe). Completano la rosa dei candidati l’argentino Storie Pazzesche (prodotto da Pedro Almodòvar), l’apprezzato Mandariin – Tangerines (primo film estone della storia a ricevere la nomination) e l’applaudito Timbuktu (dalla Mauritania, anch’essa alla prima candidatura). Esclusi Mommy di Xavier Dolan (candidato canadese premiato a Cannes ma incredibilmente non selezionato dall’Academy per rientrare tra i finalisti in questa categoria), Due Giorni, una Notte dei fratelli Dardenne (che però frutta a Marion Cotillard una nomination come migliore attrice) e il premiatissimo svedese Force Majeure.

Senza dubbio una delle esclusioni più clamorose di questa edizione è l’incredibile assenza dell’apprezzatissimo The Lego Movie tra i candidati al premio come miglior film d’animazione. Al film sul mondo dei mattoncini (che riesce comunque ad ottenere una candidatura per la miglior canzone originale) l’Academy ha preferito l’ultimo Disney Big Hero 6 e il sequel DreamWorks di grande successo Dragon Trainer 2 (fresco vincitore del Golden Globe). Potrebbero essere questi ultimi a contendersi quindi il premio come miglior film animato, anche se in tali circostanze non sono da sottovalutare i due outsider non americani, ovvero il giapponese La Storia della Principessa Splendente (targato Studio Ghibli) e l’irlandese Song of the Sea (in animazione tradizionale). A completare la cinquina, il cartoon Laika Boxtrolls (in stop motion). Esclusi Il Libro della Vita e il sequel Rio 2, ma anche lo spin-off I Pinguini di Magadascar.

Tra i candidati per la migliore fotografia, il mago della luce Emmanuel Lubezki, già vincitore lo scorso anno per la fotografia di Gravity, potrebbe decisamente trionfare per il secondo anno di fila grazie al suo eccellente lavoro nei lunghissimi pianisequenza di Birdman. Tra gli altri candidati, oltre al delizioso ed avvolgente cromatismo di Grand Budapest Hotel e al notevole lavoro di Dick Pope in Turner (le cui immagini rimandano alla tecnica pittorica dell’artista inglese), non è da sottovalutare anche il sempre grande Roger Deakins: quest’ultimo, arrivato alla dodicesima candidatura ma incredibilmente mai vincitore, potrebbe infatti quest’anno conquistarsi finalmente l’ambito premio per la fotografia di Unbroken. Candidato a sorpresa il polacco Ida, il cui bianconero avvolgente ed evocativo non sfigura affatto accanto agli altri titoli in nomination. Tra gli esclusi eccellenti spiccano, oltre a Selma, The Imitation Game e L’Amore Biguardo, anche La Teoria del Tutto (ben fotografato con interessanti cromatismi da Benoît Delhomme) e Interstellar di Nolan (la cui virtuosa fotografia di Hoyte van Hoytema non riesce a far breccia nel cuore dell’Academy).

Per quanto riguarda i titoli in corsa per l’Oscar alla migliore scenografia, l’immaginifico Grand Budapest Hotel di Wes Anderson potrebbe avere la meglio sulle rievocazioni d’epoca di The Imitation Game e Turner, ma dovrà vedersela con il magico universo fiabesco di Into the Woods e con i wormhole, le astronavi e i mondi sconosciuti di Interstellar. Tra i film a mancare la candidatura in questa categoria spiccano invece alcuni successi come Maleficent, Guardiani della Galassia e il capitolo conclusivo della trilogia tratta da Lo Hobbit, ma anche Birdman, Unbroken e Snowpiercer di Bong Joon-ho (distribuito negli States, dopo una lunga controversia, dal megaproduttore Harvey Weinstein).

Tra i candidati al premio per il migliori costumi si nota con piacere il ritorno dell’italiana Milena Canonero, la quale, da sempre molto apprezzata dall’Academy, vanta già 8 nomination e ben 3 premi (di cui il primo nel 1975 per Barry Lyndon di Kubrick): per il suo egregio lavoro in Grand Budapest Hotel, la grande costumista nostrana è sicuramente tra i favoriti alla vittoria, ma dovrà comunque vedersela con altre due contendenti di prim’ordine, ovvero la Jacqueline Durran di Turner (3 nomination precedenti di cui una concretizzatasi in statuetta) e soprattutto la sempre ammirevole Colleen Atwood di Into the Woods (arrivata alla dodicesima candidatura e anch’essa già 3 volte premiata). A contendersi il premio, anche i fantasiosi costumi di Maleficent (unica nomination per il film di successo con Angelina Jolie) e il pittoresco vestiario Anni Settanta di Vizio di Forma. Esclusi degni di nota in questa categoria: The Imitation Game, Selma e l’ultimo Lo Hobbit, ma anche A Most Violent Year e La Ragazza del Dipinto.

Tre candidati meritevoli nella categoria dedicata a “trucco e parrucco”: le maschere e le pigmentazioni alterate del cinecomic Guardiani della Galassia dovranno infatti scontrarsi con il riuscito make-up di Foxcatcher (impressionante il lavoro su Steve Carell, irriconoscibile nei panni di John du Pont) e con l’ottimo lavoro dei truccatori di Grand Budapest Hotel (vedere anche solo l’incredibile trasformazione di Tilda Swinton in una pittoresca contessa ottantenne). Incredibilmente, Into the Woods non ottiene invece la nomination in questa categoria (non rientrando nemmeno tra i finalisti), mentre tra gli altri titoli rimasti fuori dalla competizione sono da citare almeno Lo Hobbit (sempre notevoli le creature della Terra di Mezzo) e La Teoria del Tutto (degno di nota innanzitutto per il lavoro sul protagonista Redmayne).

Come spesso accade, i film in lizza per il premio come miglior montaggio figurano anche tra i candidati come miglior film: l’assemblaggio di un materiale raccolto in ben 12 anni per comporre il coming-of-age di Boyhood potrebbe spuntarla sul montaggio serrato di American Sniper e sui fluidi e simmetrici dinamismi di Wes Anderson in Grand Budapest Hotel. Meno probabile, anche perché decisamente più tradizionale, la vittoria di The Imitation Game in questa categoria, mentre non è da sottovalutare il ritmo ad effetto di Whiplash. Anche qui niente candidature per Selma e Unbroken, anche se a stupire davvero sono soprattutto le esclusioni dei notevoli lavori di montaggio in Interstellar, L’Amore Bugiardo, Lo Sciacallo e Birdman (evidentemente i tagli nascosti tra i lunghi pianisequenza che compongono il film di Iñárritu non hanno stupito abbastanza l’Academy).

Nella categoria dedicata alle migliori colonne sonore, ottimo risultato per il grande Alexandre Desplat, che ottiene una doppia nomination per il suo lavoro in due film apprezzati e pluricandidati, ovvero The Imitation Game e Grand Budapest Hotel. Ma l’amatissimo compositore francese dovrà vedersela con il vincitore del Golden Globe Jóhann Jóhannsson (autore della notevole colonna musicale de La Teoria del Tutto) e con il mitico Hans Zimmer, di nuovo con Nolan per Interstellar. A chiudere la cinquina, a sorpresa, le musiche di Turner, firmate dall’outsider Yershon. Fuori dalla rosa dei candidati in questa categoria troviamo invece James Newton Howard (in lizza per Maleficent e Lo Sciacallo), The Judge (partitura del pluricandidato Thomas Newman) e Unbroken (ancora di Desplat), ma anche L’Amore Bugiardo (musiche di Trent Reznor e Atticus Ross) e l’ipnotico tappeto sonoro composto da Mica Levi per Under the Skin di Jonathan Glazer. La notevole colonna sonora tambureggiante di Birdman (firmata da Antonio Sanchez) non è invece presente tra i candidati perchè considerata ineleggibile: secondo una tesi dell’Academy (peraltro assai discussa), tale soundtrack alternerebbe infatti partiture originali ad altre già esistenti, non potendo quindi concorrere insieme a musiche e tappeti sonori composti invece direttamente per lo schermo.

Escluso vergognosamente dalla categoria del miglior film d’animazione, il grande successo The Lego Movie potrebbe almeno in parte rifarsi con una vittoria per la miglior canzone originale: l’orecchiabile “Everything is Awesome”, motivo ricorrente nel cartoon dei mattoncini, è infatti tra le favorite, anche se d’altra parte potrebbe vedersi soffiare la vittoria da “Glory”, canzone portante di Selma, cantata da John Legend e Common (già vincitori di un Golden Globe). Assai quotata, comunque, anche “Lost Stars”, la più apprezzata tra le numerose canzoni dell’ottimo Tutto può Cambiare. A chiudere la cinquina, “Grateful”, dal piccolo ma interessante film Beyond the Lights e “I’m Not Gonna Miss You”, da Glen Campbell: I’ll Be Me, documentario sul cantante country Campbell (peraltro autore della canzone candidata). Tra gli esclusi spiccano invece Lana Del Rey (autrice della canzone Big Eyes, dal film omonimo di Tim Burton) e le tre canzoni di Boyhood (due delle quali scritte da Ethan Hawke), ma anche “Yellow Flicker Beat” di Lorde (dal terzo film della saga Hunger Games) e soprattutto Patti Smith (autrice dell’ipnotica “Mercy Is”, dal film Noah di Darren Aronofsky).

Tra i titoli candidati al premio per i migliori effetti visivi, da notare il tris di cinecomics Marvel composto dal secondo film dedicato a Captain America, l’ultimo della saga di X-Men e il grande successo (effettivamente meritato) Guardiani della Galassia. Quest’ultimo si conferma tra i favoriti nella corsa per la statuetta, ma d’altra parte ad insidiarlo troviamo l’ottimo blockbuster Apes Revolution (secondo capitolo della saga reboot de Il Pianeta delle Scimmie) e, ovviamente, Interstellar di Christopher Nolan, che potrebbe aggiudicarsi la vittoria per il suo “spaziale” apparato visivo. Fuori dalla rosa dei candidati il remake Godzilla, il film Disney Maleficent e soprattutto il terzo ed ultimo film della trilogia de Lo Hobbit.

Anche nelle due categorie dedicate al sonoro Interstellar è sicuramente tra i favoriti, ma le possibilità sono ottime anche per American Sniper, che ottiene a sua volta una doppia nomination (montaggio sonoro e mixaggio sonoro), come anche Unbroken e Birdman. E se l’ultimo capitolo della saga di Peter Jackson dedicata a Lo Hobbit riesce ad ottenere la sua unica nomination come miglior montaggio sonoro, è invece Whiplash ad aggiudicarsi il quinto posto tra i candidati al premio come miglior mixaggio sonoro. Tra gli esclusi degni di nota sono da citare Godzilla, Apes Revolution, Guardiani della Galassia e l’ultimo Transformers, ma anche il musical Into the Woods e Fury di David Ayer (film di guerra non proprio esaltante e completamente ignorato dall’Academy, che in queste ultime due categorie sembrava comunque poter avere qualche possibilità).

Tra i titoli in corsa per il premio al miglior documentario lascia parecchio perplessi l’assenza di Life Itself (apprezzatissimo documentario sulla vita e la carriera del celebre critico cinematografico Roger Ebert), anche se d’altra parte fa davvero piacere vedere tra i candidati il bellissimo Il Sale della Terra (diretto da Wim Wenders con Juliano Ribeiro Salgado). Tra i restanti titoli in nomination, l’efficace Citizenfour rimane comunque certamente il grande favorito, anche se Last Days in Vietnam, Alla Ricerca di Vivian Maier e Virunga (quest’ultimo prodotto da Netflix) si confermano concorrenti di tutto rispetto. Niente candidature, invece, per Keep On Keppin’ On, The Case Against 8 e The Overnighters.

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

  • AyaOded Binnun, Mihal Brezis
  • Boogaloo and GrahamMichael Lennox, Ronan Blaney
  • Butter Lamp (La Lampe Au Beurre De Yak)Hu Wei, Julien Féret
  • ParvanehTalkhon Hamzavi, Stefan Eichenberger
  • The Phone CallMat Kirkby, James Lucas

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO DOCUMENTARIO

  • Crisis Hotline: Veterans Press 1 – Ellen Goosenberg Kent, Dana Perry
  • Joanna – Aneta Kopacz
  • Our Cure – Tomasz Śliwiński, Maciej Ślesicki
  • The Reaper (La Parka)Gabriel Serra Arguello
  • White Earth – J. Christian Jensen

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE

  • The Bigger Picture – Daisy Jacobs, Christopher Hees
  • The Dam Keeper – Robert Kondo, Dice Tsutsumi
  • Feast – Patrick Osborne, Kristina Reed
  • Me and My MoultonTorill Kove
  • A Single Life – Joris Oprins

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