Parla con Lei

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Marco (Dario Grandinetti) è un giornalista specialista in guide turistiche, mentre Benigno (Javier Càmara) lavora come infermiere con grande dedizione. Da quattro anni quest’ultimo si prende cura di Alicia (Leanor Watling), ballerina in coma. Marco ha invece una relazione con la torera Lydia (Rosario Flores), la quale però, a seguito di un incidente proprio durante una corrida, si ritrova nello stesso ospedale di Alicia, ridotta a sua volta in stato vegetativo. È allora che Marco e Benigno si incontrano, instaurando un’ amicizia dagli sviluppi inaspettati.

Al suo quattordicesimo lungometraggio, Pedro Almodóvar conferma una più compatta e complessa maturità (già dimostrata nel precedente e premiatissimo Tutto su Mia Madre) con quello che è forse il suo film più autoriale. Conferendo stavolta una maggiore (e per lui pressoché inedita) rilevanza alla componente e alla sensibilità maschile (nei suoi lavori solitamente surclassata da quella femminile), il regista spagnolo ha infatti realizzato un’opera polifonica e stratificata che, come tale, si annovera anche tra le sue più complesse, incisive, audaci e personali. Scandito da un ritmo tra la corrida e il balletto e contrappuntato da calzanti incursioni musicali e sentiti rimandi filmici, il film abbraccia diverse e pregnanti tematiche a lui care (dalla fatalità delle passioni mal sfogate al linguaggio del corpo come espressione d’incomunicabilità fino all’importanza dell’amicizia, al peso del silenzio e alle turbe della solitudine), il tutto affidandosi a una fitta rete di ispirate allusioni, mirate rime interne, metaforiche allusioni e forti suggestioni. Così, lungo uno svolgimento da denso e struggente melodramma con squarci grotteschi che procede tramite transizioni o aperture fisiche ed interiori per convergere in un non-finale che come tale si affaccia però sull’avvenire, amore e morte si scrutano e sfiorano fino ad intrecciarsi in un nodo (narrativo ed emotivo) di disperata necrofilia stretto e rimarcato da un costante voyeurismo nel senso più visceralmente cinefilo del termine: non a caso, esemplare in questo senso è la straordinaria sequenza in cui l’estremo e sconvolgente gesto di Benigno è rappresentato ricorrendo ad una memorabile allegoria meta-cinematografica, ovvero attraverso sette minuti di un finto film muto che fonde la fantasia Meliés e il surrealismo onirico di Buñuel. Vibrante e profondo, potente e a tratti forse perfino sconvolgente, è un’opera da non perdere magari anche per approcciarsi direttamente all’ormai ben definita cifra stilistica di uno dei più conosciuti autori europei contemporanei. Trionfatore con merito agli European Film Awards (aggiudicandosi 5 premi tra cui miglior film), la pellicola si aggiudicò inoltre non solo il Golden Globe come miglior film straniero, ma anche (evento piuttosto inusuale per un film non anglofono) l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale (allo stesso Almodòvar, candidato anche come miglior regista).

Parla con Lei
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Summary
“Habla con Ella”; di PEDRO ALMODÓVAR; con LEANOR WATLING, JAVIER CAMARA, ROSARIO FLORES, DARIO GRANDINETTI, PAZ VEGA, ELENA ANAYA, MARISA PAREDES, LOLA DUNAS, GERALDINE CHAPLIN; drammatico; Spagna, 2002; durata: 112’;
80 %
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2 Comments

  1. …questo film mi ha segnato l’adolescenza…e non proprio in senso positivo…

  2. Pingback: Hable con ella: recensione del film

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