Arriverà questa settimana nelle nostre sale il film Pride, diretto da Matthew Warchus e presentato all’ultimo festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. In occasione dell’uscita italiana del film, oltre alla galleria di immagini, di seguito potete trovare la sinossi ufficiale del film, alcune note di regia e il trailer italiano. Interpretato tra gli altri da Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West e Andrew Scott, Pride sarà in sala da giovedì 11 dicembre, distribuito da Teodora Film.
SINOSSI UFFICIALE
Basato su una storia vera, Pride è ambientato in piena era Thatcher, durante lo storico sciopero dei minatori inglesi del 1984. Degli attivisti del movimento gay, spinti dalla solidarietà verso chi, come loro, lotta contro il sistema, decidono di raccogliere fondi per gli scioperanti del Galles. I minatori, però, accolgono con diffidenza l’iniziativa, considerando il sostegno di lesbiche e gay inopportuno e imbarazzante. Ma l’incontro fra i due mondi, difficile per non dire esplosivo, si trasformerà in un’entusiasmante amicizia. Accolta trionfalmente al Festival di Cannes e salutata da un enorme successo di pubblico in patria, una commedia irresistibile destinata a diventare uno dei casi cinematografici dell’anno.
NOTE DI REGIA
(estratto dal pressbook del film)
Quello di Pride era un copione a cui era impossibile dire no. Mi ha fatto ridere, mi ha sorpreso e divertito di continuo, e alla fine mi ha commosso. Combattere per il diritto di lavorare sotto terra in condizioni spaventose sembra difficile oggi da capire, ma nel 1984 i minatori sapevano che quello era tutto ciò che avevano, per la loro generazione e per quelle a venire. Ma il loro sciopero, ora lo sappiamo, non era solo una questione economica, bensì uno scontro chiave in una guerra ideologica più ampia: il bene comune contro l’interesse personale, la società contro l’individuo, il socialismo contro il capitalismo. Pochi anni dopo lo sciopero, Margaret Thatcher disse che non esisteva una cosa come la società, ma esistevano semplicemente gli individui e le famiglie. I protagonisti di Pride credono fermamente nel contrario, credono nella forza dell’unione. E non si tratta solo dell’unione tra due diverse comunità o tra due generazioni, ma di una solidarietà universale, in nome di un orgoglio che è diritto di tutti. Il fatto che oggi tutto ciò ci colpisca è la prova di quanto negli anni ci siamo allontanati da quello spirito.
Entrambi i gruppi protagonisti del film (il movimento LGSM e i minatori gallesi) hanno di certo una visione politica, ma è la loro umanità a essere così coinvolgente. Pride trascina il pubblico verso concetti più ampi di generosità e comprensione reciproca. Mentre montavo il film ho capito che Pride, nel descrivere lo sviluppo di una relazione tra due opposti che in qualche modo oltrepassano gli ostacoli che li dividono, si stava rivelando una classica commedia romantica. Solo che non si trattava di una relazione tra due persone, bensì tra due gruppi, tra due comunità, guidate non dall’amore romantico ma dalla solidarietà. Lo scontro di culture raccontato dal film è anche uno scontro generazionale. I personaggi gallesi interpretati da Bill Nighy, Imelda Staunton e Paddy Considine sono in qualche modo le figure più “mature” della vicenda, e si crea un contrasto vitale quando arrivano i ragazzi da Londra. Lo stesso è successo sul set, dove questo gruppo di attori giovani, esuberanti e pieni di energia, conviveva con interpreti dalla grande esperienza. Questi ultimi erano galvanizzati dai colleghi più giovani e i giovani erano spinti a dare il massimo per raggiungere gli standard altissimi di Bill o Imelda. Il risultato è stata una performance d’insieme davvero straordinaria.