Una notizia inaspettata e sconvolgente, che ha scosso il mondo del cinema: l’amatissimo attore premio Oscar Robin Williams è morto all’età di 63 anni. A quanto pare l’attore, deceduto nella sua abitazione per asfissia, si sarebbe tolto la vita. Ma al di là dei dettagli sulle cause della morte, il grande Williams rimarrà nella memoria per la sua grande carriera di interprete, prima in televisione, poi al cinema e collateralmente anche a Broadway, arrivando a vincere un premio Oscar, 5 Golden Globe, 2 Emmy, 2 SAG Awards e 5 Grammy Awards.
Il successo in TV arriva con la sitcom Mork & Mindy (celebre spin-off di Happy Days), in cui Williams mostra fin da subito le sue grandi doti di attore brillante, e di lì a poco inizia ad affermarsi anche sul grande schermo.
Uno dei suoi primi ruoli cinematografici di rilievo è in Popeye – Braccio di Ferro diretto dal grande Robert Altman, mentre l’anno successivo è protagonista del riuscito Il mondo secondo Garp, ma la consacrazione definitiva arriva nel 1987 con Good Morning, Vietnam di Barry Levinson, per cui ottiene la sua prima candidatura all’Oscar.
Una seconda candidatura arriva nel 1989, grazie al ruolo del professor Keating nel film di Peter Weir L’Attimo Fuggente: la pellicola è un enorme successo di pubblico e critica, e Williams, fino ad allora molto apprezzato prevalentemente per il suo talento comico, si conferma attore del tutto versatile, rivelandosi ugualmente eccellente anche in ruoli drammatici.
Negli anni successivi, oltre a consolidare i sodalizi con Barry Levinson e Chris Columbus, l’attore collabora nel frattempo con numerosi registi e autori di rilievo (tra cui Mike Nichols, Francis Ford Coppola, Ivan Reitman, Paul Marzursky, Terry Gilliam, Penny Marshall, George Roy Hill, Woody Allen, Gus van Sant, Steven Spielberg e Christopher Nolan), alternando interpretazioni vivaci di grande successo (come Mrs. Doubtfire, Jumanji o Hook – Capitan Uncino) e ruoli più introspettivi nonché spesso commoventi, come nel bellissimo La Leggenda del Re Pescatore (terza nomination all’Oscar), e in Will Hunting – Genio Ribelle, per cui nel 1998 si aggiudica finalmente la statuetta come miglior attore non protagonista.
Continuando a mostrare le molteplici sfaccettature del suo talento energico ed istrionico, Williams continua in seguito ad inanellare consensi di pubblico e di critica, riuscendo peraltro a distinguersi non solo in film dal gusto dolceamaro (Patch Adams, L’Uomo Bicentenario), ma anche, specie nell’ultima parte della sua carriera, in pellicole dal tono più oscuro e piuttosto distante dalla personalità brillante per cui divenne famoso (come in Insomnia, e One Hour Photo), senza dimenticare la sua strepitosa incursione nel cinema d’animazione con il suo doppiaggio del Genio della lampada nel classico Disney Aladdin e il successo ottenuto a Broadway con il suo acclamato one-man-show intitolato, appunto, Robin Williams Live on Broadway.
In tutto questo, resta comunque ovviamente assai difficile, specie dopo questa improvvisa e tragica notizia, restituire o riassumere in poche parole l’impatto sullo schermo o il travolgente istrionismo che resero Williams un interprete così amato e giustamente osannato dal pubblico e dall’industria cinematografica, ma forse questa commovente scena tratta da L’Attimo Fuggente può forse ricordarci uno dei motivi per cui l’amatissimo Robin ci mancherà davvero molto.