È morto il 23 maggio l’attore inglese Roger Moore: attivo al cinema e in televisione, deve la sua fama soprattutto al personaggio di James Bond, interpretandolo infatti in ben 7 pellicole della mitica saga cinematografica, divenendo l’attore più longevo nei panni dell’iconico agente segreto.
Nato a Stockwell (Londra) il 14 ottobre 1927 e figlio di un agente di polizia, durante la Seconda Guerra Mondiale prestò servizio nell’esercito britannico come luogotenente assegnato alle truppe di stanza in Germania Ovest, per poi dedicarsi alla recitazione. Dopo aver lavorato come fattorino presso uno studio di animazione, già dal 1945 ricoprì ruoli di contorno in film come Intermezzo Matrimoniale di Alexander Korda e Cesare e Cleopatra di Gabriel Pascal; notato per caso dal regista Brian Desmond Hurst, si iscrisse quindi alla Royal Academy of Dramatic Art, per poi iniziare a lavorare nel cinema sia in patria che negli Stati Uniti, facendosi notare in film come L’Ultima Volta che Vidi Parigi di Richard Brooks, Oltre il Destino di Curis Bernhardt e nella produzione anglo-italiana Due Mogli Sono Troppe di Mario Camerini. Il successo arrivò però grazie ad alcuni ruoli da protagonista in alcune amatissime serie televisive, grazie alle quali ottenne infatti grande popolarità: la prima fu Ivanhoe del 1958, alla quale seguirono The Alaskans (andata in onda dal 1959 al 1960), Maverick (a cui prese parte per le due stagioni finali, dal 1959 al 1961), anche se la consacrazione definitiva sul piccolo schermo arrivò con la celebre Il Santo (composta da 6 stagioni trasmesse dal 1962 al 1969 e basata sul personaggio letterario di Simon Templar); nel 1970, un anno dopo aver sposato l’attrice italiana Luisa Mattioli (dalla quale divorziò nel 1993 dopo un lungo matrimonio da cui nacquero tre figli), la sua carriera televisiva si arricchì inoltre di un nuovo successo grazie alla fortunata Attenti a Quei Due, celebre serie in 24 puntate (trasmesse con ottimi ascolti anche in Italia) in cui recitò accanto a Tony Curtis. L’efficacia e la dimestichezza con cui seppe interpretare tali ruoli (che lo vedevano impegnato in scanzonate avventure di connotazione giallo-rosa complete di esotiche location, auto fuoriserie e femmine fatali) contribuirono a fare di Moore uno dei candidati ideali per per dare volto all’iconico agente segreto James Bond nella mitica saga cinematografica tratta dai romanzi di Ian Fleming, ruolo all’epoca vacante a seguito dell’addio dello storico protagonista Sean Connery dopo alcune vicissitudini: infatti, dopo aver interpretato i primi i primi 5 film l’attore scozzese aveva deciso di abbandonare il personaggio, così per il film successivo (intitolato Al servizio segreto di Sua Maestà) i produttori Saltzman e Broccoli avevano affidato il ruolo all’australiano George Lazenby, ma le fredde reazioni da parte di pubblico e critica li indussero a richiamare il pur riluttante Connery per il successivo Una Cascata di Diamanti; persuaso da una condizione contrattuale da record, l’attore accettò e il film fu un successo, ma a quel punto Connery disse nuovamente e definitivamente addio alla serie (pur tornando successivamente nei panni di Bond in un film fuori serie intitolato Mai dire Mai); fu a quel punto che, per l’ottavo capitolo della saga, dal titolo Vivi e Lascia Morire (uscito nel 1973), il ruolo fu affidato quindi proprio all’allora quarantacinquenne Moore, ormai libero dagli impegni in televisione grazie ai quali aveva però infatti già catturato quell’attenzione del pubblico che peraltro poteva garantire alla produzione di non rischiare un nuovo insuccesso. Ed infatti, il cambio di interprete fu questa volta accolto con successo, tanto che l’attore, che si rivelò capace di conferire al personaggio una maggiore ironia pur senza perdere in eleganza e senso del ritmo, riprese i panni di Bond in ben 7 film della serie, tra i quali spiccano anche L’Uomo dalla Pistola d’Oro, La Spia che mi Amava, Solo per i tuoi Occhi e Octopussy – Operazione Piovra. Moore, che ad oggi rimane quindi l’attore ad aver interpretato più volte l’agente segreto più famoso del cinema, abbandonò il ruolo dopo il medio successo di Bersaglio Mobile (uscito nel 1985), passando il testimone a Timothy Dalton. Sulla scia del successo ottenuto con la saga tratta dai romanzi di Fleming, nel frattempo come anche in seguito Moore seppe coltivare la sua immagine di eroe prendendo parte a molte pellicole di genere (tra le quali figurano Ci Rivedremo all’Inferno, I 4 dell’Oca Selvaggia, Amici e Nemici e Moonraker – Operazione Spazio), continuando però al contempo a mostrare la sua ironia distinguendosi anche nella commedia, recitando infatti in pellicole come Toccarlo… porta Fortuna, I Seduttori della Domenica, La Corsa più Pazza del Mondo e Pantera Rosa – Il Mustero Clouseau. Negli ultimi anni si distinse inoltre per il suo impegno umanitario: nel 1990 divenne infatti Ambasciatore dell’Unicef (incarico che portò avanti con grande impegno e costanza), mentre nel 2009 fu eletto “Personalità dell’Anno” dall’associazione animalista People for the Ethical Treatment of Animals. Nel 2003 fu inoltre nominato nominato Cavaliere dell’Impero Britannico, mentre nel 2007 (3 giorni prima del suo ottantesimo compleanno) ricevette una stella sulla Hollywood Walk of Fame. Di recente le sue apparizioni si fecero decisamente più sporadiche, anche se nel 2011 tornò a recitare prendendo parte alla commedia televisiva Natale a Castlebury Hall, mentre nel 2016 interpretò il ruolo di se stesso nel film The Carer di Janos Edelényi. Furono questi i suoi ultimi ruoli: infatti, dopo una breve ma intensa lotta contro il cancro, Roger Moore è morto il 23 maggio 2017 a Crans-Montana (località svizzera dove l’attore passava i mesi invernali), all’età di 89 anni.