Mentre il Primo Ordine si prepara a stroncare quel che resta della Resistenza, Rey consegna a Luke Skywalker la spada laser che fu sua, invitandolo a interrompere il suo esilio per salvare il mondo libero. Ma Luke non ne vuole sapere e il Lato Oscuro tesse la sua trama letale attorno agli ultimi ribelli.
Se l’ottavo film della saga di Star Wars, nonché secondo capitolo della terza trilogia, ha piuttosto convinto la critica ma ha curiosamente diviso il pubblico (con i meno appassionati più ben disposti rispetto ai fedelissimi fan) è forse perché a suo modo potrebbe segnare un inatteso quanto innovativo punto di svolta nell’universo cinematografico creato da George Lucas e ripresa con grande seguito dal precedente Il Risveglio della Forza di J.J. Abrams (che tornerà a dirigere il prossimo); perché se quest’ultimo, gravato dall’onere di rilanciare la serie, nel cercare di aprire alle nuove generazioni senza al contempo deludere gli adepti puntava su una più sicura ma anche più facile commistione tra tradizione ed innovazione sia sul piano dell’approccio che su quello della struttura, il nuovo episodio Gli Ultimi Jedi, al cui timone di regia troviamo invece Rian Johnson (fattosi notare in precedenza tra i fan del genere e non solo con il meno opulento ma non trascurabile Looper) si dimostra invece a suo modo più audace su entrambi i piani, a partire dallo svolgimento: la sceneggiatura (scritta stavolta in solitario dallo stesso regista, dichiarato fan della saga) è infatti questa volta assai più articolata, con dialoghi meno risibili, ricca di avvenimenti eppure non priva di un occhio di riguardo per un maggiore sviluppo dei nuovi personaggi di Rey e Kylo Ren (rispettivamente interpretati dai funzionali Daisy Ridley e Adam Driver), focalizzandosi sul loro duplice e connesso percorso di autocoscienza e rimescolando così le carte anche per quanto riguarda il discorso da sempre centrale sulla dicotomia tra Bene e Male; tutto ciò, complici anche i contributi tecnici di livello (dai sempre spettacolari effetti visivi alle notevoli scenografie di Rick Heinrichs, fino alla colonna musicale dell’immancabile John Williams), senza perdere di vista la cruciale tenuta spettacolare, che si mantiene appunto piuttosto alta nelle avvincenti e roboanti sequenze d’azione capaci di offrire un divertimento assai ricco e generoso. Invero, se da una parte, anche forse a causa dell’eccessiva durata (oltre 150 minuti che ne fanno il più lungo della saga), il film pecca forse di accumulazione, risultando non sempre armonioso nel concedersi alcune forse discutibili digressioni narrative (dalle sequenze del casinò ai disordini interni alla ribellione fino ai repentini ripensamenti di Luke Skywalker), dall’altra riesce comunque a mantenersi coinvolgente e piuttosto fluido nonostante qualche squilibrio tra le componenti nel coniugare passaggi epici, colpi di scena, momenti di pathos e perfino una nuova vena di più marcato umorismo; eppure anche quest’ultima (seppur non sempre omogenea) non pare in realtà stonare tanto quanto hanno lamentato certi puristi della saga (peraltro apparentemente difficili da accontentare, storcendo la bocca prima per la succitata deferenza al materiale d’origine e ora per i nuovi cambi di tono), nonostante la stessa appaia in effetti più in linea con le più recenti produzioni della Marvel, anch’essa come LucasFilms inglobata dalla Disney, alle cui convenzioni il franchise pare a suo modo tentare di conformarsi per proiettarsi verso il futuro senza però al tempo stesso rinunciare alla propria identità. Infatti, se come suddetto il film precedente si rifaceva al capostipite Una Nuova Speranza in maniera fin troppo lampante specialmente per come ne ricalcava l’impianto, quest’ultimo pare invece guardare invece al successivo L’Impero Colpisce Ancora ma in maniera più moderata e meno referenziale, seguendone inizialmente lo scheletro per poi però imboccare progressivamente una strada propria: alternando peraltro non a caso graditi ritorni di vecchie glorie (dal ritrovato Mark Hamill nei panni di Skywalker alla compianta Carrie Fisher in quelli di Leia) a gustose new entry dai volti noti (dal viceammiraglio di Laura Dern all’ambiguo hacker di Benicio Del Toro), Johnson tiene infatti presente il materiale d’origine facendo però scemare il peso della devozione che gravava il precedente, raccogliendo così con contagioso entusiasmo la doppia eredità di Lucas e di Abrams e favorendo in tutto ciò l’affermazione di un nuovo corso anche magari per gettare fin da ora le basi per la futura trilogia che gli è già stata affidata.
Star Wars: Gli Ultimi Jedi | |
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Summary
"Star Wars: The Last Jedi"; di Rian Johnson; con Daisy Ridley, Adam Driver, Mark Hamill, John Boyega, Carrie Fisher, Oscar Isaac, Laura Dern, Benicio Del Toro, Domhnall Gleeson, Lupita Nyong'o, Andy Serkis, Gwendoline Christie; fantascienza; USA, 2017; durata: 152'. |
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