The Help

Jackson, Mississippi, anni Sessanta. Mossa dall’affetto per la sua donna di servizio improvvisamente licenziata dalla sua famiglia, Eugenia “Skeeter” Phelan (Emma Stone), neolaureata e aspirante scrittrice, prende la rischiosa decisione di scrivere un romanzo-resoconto per raccontare la situazione delle domestiche di colore dal loro inedito punto di vista. La aiuteranno, in gran segreto, l’amorevole bambinaia Aibeleen (Viola Davis) e l’esuberante cuoca Minny (Octavia Spencer). Alla sua uscita, il libro fa scandalo.

Tratto dal best seller omonimo di Kathryn Stockett (che il giovane regista ha anche adattato per lo schermo), il secondo film scritto e diretto da Tate Taylor è una “dramedy” piacevole e un po’ manichea, di abile fattura e di grande furbizia, in cui il tema dell’integrazione razziale è filtrato attraverso atmosfere edulcorate e luoghi comuni da prodotto tipicamente hollywoodiano con lo scopo preciso (e raggiunto) di divertire e al tempo stesso commuovere il grande pubblico. Non a caso, la fluida narrazione si snoda infatti con garbo convenzionale e un po’ ruffiano, ma la cura della confezione è azzeccata e l’importante cast “all women” davvero strepitoso, con un gruppo di attrici brave o bravissime che si conferma il vero punto di forza della pellicola: se la centrale Emma Stone si conferma promettente star in ascesa, davvero irresistibile è invece Octavia Spencer (premiata con l’Oscar e il Golden Globe come migliore attrice non protagonista) ma davvero incisiva è anche l’astro nascente Jessica Chastain, a sua volta candidata all’Oscar insieme alla sempre eccellente Viola Davis (forse la migliore del gruppo). Grande successo non solo in patria, coronato da una quarta nomination all’Oscar come miglior film.