The Hurt Locker

The Hurt Locker

- in Film 2000-2009, Recensioni
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In Iraq, un’unità di artificieri dell’esercito americano guidata dal sergente James (Jeremy Renner) è specializzata nel disinnescare ordigni esplosivi. Precedentemente guidata dal collega Thompson, morto in seguito ad un’operazione non riuscita, la squadra affronta le pericolose missioni tra conflitti privati, situazioni di grande pericolo, nostalgia di casa e paura di possibili attacchi a sorpresa.

Scritto (basandosi sulla propria esperienza a Bagdad) dal capace giornalista d’inchiesta Mark Boal (che insieme alla regista l’ha anche co-prodotto), questo ottavo, notevole lungometraggio della sempre tosta e talentuosa californiana Kathryn Bigelow è un tesissimo, a suo modo dolente ed intenso film di guerra sulla guerra dal forte impatto visivo-emotivo, che catapulta lo spettatore nell’atroce realtà del conflitto con uno stile secco da quasi-documentario, con la macchina da presa che tallona i personaggi con inquadrature a mano, frenetici stacchi o intense zoomate quasi schizofreniche, il tutto ritmato da un montaggio confacentemente serrato contrappuntato dalla cupa ed incalzante colonna musicale di Dario Marianelli. In tutto ciò, il calzante e struggente titolo (letteralmente traducibile come “la cassetta del dolore”) si rivela assai eloquente, come anche l’audace epigrafe che apre il film, ovvero “La guerra è una droga”; infatti, il fulcro espressivo e contenutistico dell’opera è da ricercarsi nel discorso centrale che (paradossale proprio come ogni guerra) ne veicola il forte e sentito messaggio antimilitarista: perché nel seguire con precisione l’itinerario anche interiore di un protagonista (interpretato da un ottimo Renner) il cui eroismo pare averne surclassato l’umanità, il film illustra con dura e realistica efficacia come il rischio del pericolo (specie se affrontato con temerarietà) possa appunto diventare un’atroce esperienza adrenalinica pronta a sfociare, invece che nell’onore e nella gloria, in una sorta di opprimente e divorante assuefazione. Girato in Giordania con non poche difficoltà, dopo essere passato inosservato al festival di Venezia (dov’era in Concorso), fu un iniziale insuccesso commerciale (uscito prima in Europa che negli States e costato appena 12 milioni di dollari, ne incassò poi soltanto 16), ma in seguito ottenne la meritata rivalsa, raccogliendo convinti consensi ed importanti riconoscimenti internazionali, fino al sorprendente (ma ormai neanche molto) trionfo agli Oscar, dove (battendo un kolossal di grande successo come “Avatar”) conquistò ben 6 statuette: miglior film, regia (premio per la prima volta assegnato ad una donna) sceneggiatura originale, montaggio, mixaggio sonoro e montaggio sonoro.

The Hurt Locker
The Hurt Locker
Summary
id.; di KATHRYN BIGELOW; con JEREMY RENNER, ANTHONY MACKIE, BRIAN GERAGHTY, GUY PEARCE, EVANGELINE LILLY, DAVID MORSE, RALPH FIENNES; guerra; USA, 2008; durata: 130';
80 %
Voto al film
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