The Woman in Black

Il giovane avvocato Arthur Kipps (Daniel Radcliffe), vedovo e con un un figlioletto a carico, si reca in uno sperduto villaggio con l’incarico di occuparsi dell’eredità di una cliente defunta. Arrivato a destinazione, scoprirà che un fantasma in cerca di vendetta terrorizza la popolazione locale provocando la morte di ignari fanciulli innocenti.

Tratto dal celebre romanzo gotico di Susan HIll (già all’origine di un discreto film per la televisione diretto da Herbert Wise e di una nota pièce teatrale di grandissimo successo) e prodotto dalla rediviva casa di culto Hammer in cerca di rilancio, è un discreto horror d’atmosfera con tutti i classici stilemi del thriller metafisico, misurato nel piglio vintage e dignitoso nella confezione ma discontinuo nel ritmo e assai prevedibile nello svolgimento. Sobrio nei toni e nell’uso degli effetti speciali e squilibrato nella struttura narrativa e soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, si avvale di una riuscita ambientazione cupa e suggestiva e qualche momento di azzeccata tensione spaventevole, ma le intenzioni di rievocare il fascino gotico del mystery britannico d’altri tempi rimangono tali. Nel difficile tentativo di scrollarsi di dosso i panni del maghetto di Hogwarts, il pur volenteroso giovane protagonista Daniel Radcliffe non riesce a convincere del tutto, facendosi più di una volta rubare la scena dai comprimari di livello Janet McTeer e Ciarán Hinds.