Quattro storie nella città eterna: una coppia di coniugi (Woody Allen e Judy Davis) arriva nella capitale per conoscere il fidanzato romano (Flavio Parenti) della loro figlia (Alison Pill); due freschi sposini (Alessandro Tiberi e Alessandra Mastronardi) finiscono separati per un giorno per una serie di equivoci: lui si ritrova con una escort (Penèlope Cruz), mentre lei con un attore di cinema (Antonio Albanese); una giovane americana appena arrivata in città (Ellen Page) fa breccia nel cuore dello studente Jack (Jesse Eisenberg), già fidanzato con la sua migliore amica: a consigliare il ragazzo sul da farsi sarà il misterioso John (Alec Baldwin), che un tempo abitava nel suo appartamento; intanto, il piccolo borghese Leopoldo Pisanello (Roberto Benigni) scopre di essere famoso come una star, ma senza conoscere il motivo di questa sua improvvisa popolarità.
Tappa italiana di Allen dopo tre in Inghilterra, una in Spagna e l’ultima (tra l’altro giustamente “oscarizzata”) a Parigi, “To Rome with Love” è forse il primo passo falso nel fino ad ora più che felice tour europeo dell’autore newyorchese. In questo girotondo di situazioni dispersivo, sgangherato ed evanescente, incerto nello stile e zoppicante nella struttura (quattro episodi disomogenei e piuttosto slegati), alcune battute divertono ancora, ma gli spunti inizialmente accattivanti (il tocco surreale con Alec Baldwin, il tenore che riesce a cantare solo sotto la doccia, l’uomo comune improvvisamente “famoso per essere famoso”) si arenano o non sono quasi mai completamente risolti, e questa volta il genio non si mostra; così, in tutto questo, tra fiacchi stereotipi, facili cliché turistici e sbiaditi omaggi o rimandi a “Vacanze Romane” e “Lo Sceicco Bianco”, alla fine a prevalere è una evanescente e consolatoria superficialità di fondo che si riflette nella cornice artefatta di una Roma quasi posticcia nel suo frivolo folclore da cartolina (sgargiante fotografia di Darius Khondji). Tra le quattro storielle a singhiozzo (musicarelli?), il meglio riuscito è probabilmente quello con lo stesso Allen (con la voce di Leo Gullotta, che per la prima volta sostituisce l’inarrivabile doppiatore storico Lionello), ben supportato dalla brava Judy Davis, forse la migliore tra i membri di un cast nutrito ma assai poco assortito, a cominciare dalle tre star: in un ruolo a metà tra fantasma e grillo parlante, Baldwin è opaco; alla pur brava Cruz (non doppiata) la parte di “escort” simil-Loren va stretta; Benigni a briglia sciolta non è incisivo, ma il personaggio non lo aiuta. Oltre ad Albanese e Scamarcio in piccoli ruoli, fugaci apparizioni anche di Ornella Muti, Vinicio Marchioni, Donatella Finocchiaro, Corrado Fortuna, Lina Sastri e Gianmarco Tognazzi.
To Rome with Love | |
To Rome with Love | |
Summary
id.; di WOODY ALLEN; con WOODY ALLEN, ROBERTO BENIGNI, ALEC BALDWIN, PENELOPE CRUZ, JUDY DAVIS, JESSE EISENBERG, ELLEN PAGE, GRETA GERWIG, ALESSANDRO TIBERI, ALESSANDRA MASTRONARDI, ANTONIO ALBANESE, FLAVIO PARENTI, ALISON PILL; commedia; USA/Italia/Spagna, 2012; durata: 111'; |
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5 Comments
elia88
@ don: Nonostante io sia fan sfegatato di Allen, per quanto mi riguarda sono d’accordo con la critica, che praticamente all’unanimità ha definito questo suo ultimo film molto debole sotto quasi tutti gli aspetti. In definitiva, personalmente questa volta ho trovato il genio non ispirato.
Agegiofilm
Ritengo più interessante la presentazione alla stampa, è la terza recensione che leggo e che lo stronca!
elia88
@ Gegio: Sì, le recensioni dei critici sono praticamente tutte negative, come mai era successo con Allen; il pubblico invece è stato un po’ più clemente. Da alleniano convinto, devo dire che personalmente sono rimasto molto deluso; anche se ovviamente il mio amore per Woody resta comunque invariato.
marco46
il pubblico è clemente?
NON DIMENTICHIAMO che il pubblico italiota affolla le sale per filmuzzi bisieschi e verdoneschi di serie B (e snobba registi come Giordana e i Taviani)
anch’io sono alleniano (praticamente non ne ho perso uno), ma questo è davvero DEPRIMENTE
elia88
@ marco46: Forse non mi sono spiegato bene. Dicendo che il pubblico è stato “clemente” con questo film, non volevo certo affermare che avesse ragione di esserlo, anzi: infatti nel commento ho voluto tra l’altro proprio ricordare come, ancora una volta, il giudizio positivo del grande pubblico sia in totale disaccordo con quello negativo (e da me in questo caso pienamente condiviso) della critica.