Tutti i Santi Giorni

Profondamente diversi ma molto innamorati, Guido (Luca Marinelli), latinista toscano con il pallino per le agiografie, e Antonia (Thony), aspirante musicista siciliana che lavora in un autonoleggio, desiderano fortemente avere un bambino che non arriva. Così, tra centri di fertilità, strambi incontri e contrasti inaspettati, decidono di intraprendere una strada che però ben presto si rivelerà più difficile del previsto.

Nel portare sullo schermo il romanzo “La Generazione” di Simone Lenzi (adattato per lo schermo con l’abituale collaborazione del fidato co-sceneggiatore Francesco Bruni), Paolo Virzì conferma ancora una volta la sua capacità di raccontare i disagi della presente società italiana con una maliziosa e frizzante leggerezza “a misura di personaggi” spensierata in superficie e dolceamara in profondità. Di fatto, in questa tragicomica “odissea della fertilità” che si chiude a cerchio (con un doppio finale) la cifra stilistica è infatti più o meno la consueta (l’equilibrata gestione delle componenti, la speciale attenzione per la descrizione dell’ambiente e la caratterizzazione delle figure di contorno, con un occhio di riguardo alla dimensione socio-culturale del contesto), anche se questa volta il tono favolistico tende a prevalere su quello antropologico; forse anche per questo, il tutto risulta forse più tenero che graffiante, ma la retorica e i sentimentalismi sono abilmente evitati, e la pellicola coinvolge e convince appieno per la scioltezza dei linguaggio, la personale genuinità del tocco, la brillantezza dei dialoghi e l’usuale fluidità nell’alternanza tra dramma e commedia. All’attivo (altra costante del cinema di Virzì) anche il colorito lavoro sui personaggi, coadiuvato dalla validità degli interpreti tra cui, accanto al bravo Marinelli (“La Solitudine dei Numeri Primi”), spicca la sorprendente e deliziosa protagonista Thony (al suo esordio come attrice ma già cantante indipendente, nonché autrice delle canzoni della colonna musicale).