È morto all’età di 76 anni il regista, sceneggiatore e produttore di culto Wes Craven, tra i più celebri ed apprezzati autori del cinema horror: insieme ad altri registi di fama internazionale (ovvero George Romero, Tobe Hooper, John Carpenter, ma anche il canadese David Cronenberg), contribuì alla definizione dell’innovativa new-wave horror iniziata negli anni Settanta, dipingendo le paura del proprio tempo attraverso un’efficacissima rappresentazione all’avanguardia dell’orrore su schermo. Nei decenni successivi, divenne uno dei nomi di punta del genere anche grazie al grande successo delle saghe di Nightmare e Scream.
Nato a Cleveland nel 1939, dopo la laurea in Lettere all’università di Baltimora inizia ad insegnare all’università, dove entra in contatto con la cinepresa realizzando insieme ai suoi studenti un film intitolato The Searchers, andato poi perduto. Apprese quindi le tecniche del montaggio dal documentarista Harry Chapin, alla fine degli anni Sessanta abbandona l’insegnamento per tentare fortuna a New York, dove inizia una lunga gavetta durante la quale accetta diversi lavori, dal tassista al fattorino per una casa di produzione. Qui diviene assistente al montaggio di documentari, quindi nel 1971 partecipa alla produzione del film softcore Together di Sean S. Cunningham, futuro autore di Venerdì 13. L’esordio alla regia avviene l’anno successivo con l’horror L’Ultima Casa a Sinistra, pellicola exploitation a basso il cui soggetto è vagamente ispirato al capolavoro La Fontana della Vergine di Ingmar Bergman: per il modo decisamente audace ed estremo di affrontare il tema della giustizia privata, il film è oggetto di diverse controversie ed ha un certo impatto sul pubblico dell’epoca, dividendo l’opinione dei critici suscitando però interesse nei cultori del genere. Craven torna alla regia nel 1977 con Le Colline hanno gli Occhi, in cui una famiglia in viaggio nel deserto del Nevada si scontra con un gruppo di aggressivi ex minatori rimasti vittime delle radiazioni atomiche; il film ottiene consensi di pubblico e critica, divenendo in seguito un cult del genere horror. Nel 1980, Craven dirige Benedizione mortale, offrendo il ruolo di protagonista all’allora quasi sconosciuta Sharon Stone, impegnata nel ruolo di una donna catapultata in una comunità di Ittiti della Pennsylvania dove avvengono strani omicidi causati da una forza malefica. Nel 1982, con Il mostro della palude, il regista si cimenta invece nella trasposizione cinematografica dell’omonimo fumetto targato DC Comics ideato da Len Wein e Berni Wrightson. La vera svolta arriva però nel 1984, quando Craven dirige il celebre Nightmare – Dal Profondo della Notte, primo film della fortunatissima serie con protagonista il mitico Freddy Krueger che entra nei sogni dei ragazzi per ucciderli: attraverso tale riuscitissima reinvenzione della figura archetipica dell’Uomo Nero, Craven punta a trattare il tema della paura e della difficoltà di crescere in una società consumistica in cui il sogno americano è diventato un incubo. Con il suo celebre guanto munito di lame, l’antagonista da antologia interpretato da Robert Englund entra così nell’immaginario collettivo, mentre Craven fa conoscere al pubblico anche un giovanissimo Johnny Depp, qui al suo primo ruolo importante. L’enorme successo della pellicola porta alla realizzazione di ben 6 sequel, a cui il regista parteciperà in veste di produttore, tornando alla regia solo per l’ultimo capitolo, ovvero Nightmare – Nuovo Incubo del 1994: il film è una sorta di riuscita reinvenzione della saga in cui Craven, mettendo in scena se stesso ed i suoi attori, punta palesemente a parlare del suo cinema e dei meccanismi dell’horror. Tra i suoi lavori precedenti a questo gradito ritorno, oltre al sequel Le Colline hanno gli Occhi II (decisamente inferiore al prototipo), figurano tra gli altri Dovevi essere morta (1986), Sotto Shock (1989), La Casa Nera (1991), ma anche alcuni lavori per la televisione (da lui già frequentata come regista di alcuni film NBC a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80), tra i quali spiccano il film TV Sonno di Ghiaccio ed i 5 episodi da lui diretti per la fortunata serie Ai Confini della Realtà; ma la sua opera migliore tra quelle realizzate in questo periodo rimane comunque il notevole e sottovalutato Il Serpente e l’Arcobaleno (1988): il film, senza dubbio tra i più interessanti e sfaccettati del regista, è un raro esempio di horror politico, un’inquietante storia di riti voodoo ambientata nella Haiti di F. Duvalier; portando avanti la sua ossessione per gli incubi, in questo film Craven racconta e rappresenta l’orrore come meccanismo di controllo, mettendo in scena una dittatura che reprime l’opposizione al regime intervenendo nei sogni per trasformare i ribelli in morti viventi. Dopo il succitato settimo capitolo di Nightmare, con il quale Craven chiude la saga donandole nuovamente quella vitalità che si era perduta nei precedenti sequel, il regista dirige Vampiro a Brooklyn (1995), commedia horror con Eddie Murphy e Angela Bassett, che però non viene ben accolto dal pubblico e dalla critica. In compenso, l’anno successivo Craven torna alla ribalta con un nuovo, grandissimo successo: la pellicola in questione è Scream, ambientato in una cittadina terrorizzata da un assassino periodico con la maschera ispirata al celebre Urlo di Munch; il film è un compendio teorico e autoreferenziale di un certo cinema horror (in particolare del sottogenere “slasher”) in cui Craven, applicando un procedimento metacinematografico simile a quello di Nightmare – Nuovo Incubo, gioca con efficacia ed ironia con i tratti distintivi del genere per dimostrare che possono ancora essere efficaci. Successivamente, Craven ne dirige due sequel consecutivi, intervallati solo da una sorprendente incursione nel dramma con La Musica del Cuore, film sentimentale sulla storia vera di un’insegnante di violino in una scuola di Harlem interpretata da Meryl Streep, che per questo ruolo ricevette una delle sue numerose candidature all’Oscar. Tra i suoi film più recenti figurano Curse – Il Maleficio (2004), Red Eye (2005, con Cillian Murphy e Rachel McAdams) e My Soul to Take (2010). L’ultimo lavoro di Craven, datato 2011, è il quarto capitolo ed ultimo capitolo della saga Scream (dalla quale nel 2015 verrà tratta una serie TV targata MTV): in questo suo film di congedo, il regista inserisce nuovamente i suoi personaggi in un parossistico congegno di finzione ad incastro, continuando a giocare con gli stereotipi del genere per portare avanti la sua reinvenzione teorica del cinema horror. Non a caso, lui stesso aveva giustamente affermato: “Sono interessato a spaventare la gente a un livello profondo, non solo a farla saltare sulla sedia”. Dopo una lunga battaglia contro il cancro, Craven si è spento nella sua casa a Los Angeles il 30 agosto 2015, all’età di 76 anni.