Vita di Pi

Vita di Pi

- in Film 2012, Recensioni
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Il giovane Piscine “Pi” Patel (Suraj Sharma), indiano di Pondicherry, si imbarca per il Canada insieme alla sua famiglia che, proprietaria di uno zoo, cerca una vita migliore. Durante il viaggio, però, una tempesta investe la nave, che tragicamente affonda. A quel punto Pi, unico sopravvissuto, si ritrova su una scialuppa di salvataggio insieme ad un solo altro naufrago irrequieto, ovvero la feroce tigre del Bengala “Richard Parker”. Da quel momento inizia una lotta per la sopravvivenza lunga 227 giorni che finirà per rivelarsi un’esperienza indimenticabile.

Dopo aver affrontato i generi più disparati spesso all’insegna della contaminazione degli elementi o del rovesciamento dei topos, passando dalle origini in patria (“Mangiare Bere Uomo Donna”) al solido cappa e spada orientali da esportazione (“La Tigre e il Dragone”) fino al melodramma d’autore realizzato a Hollywood (“I Segreti di Brokeback Mountain”), il sino-americano Ang Lee (due Oscar e due Leoni d’Oro) rischia di nuovo vincendo la difficile scommessa di portare sullo schermo l’acclamato best-seller del canadese Yann Martel (vincitore del Booker Price, e da lui stesso inizialmente giudicato “infilmabile”). Adattato per lo schermo da David Magee, “Vita di Pi” è un favola moderna e adulta di forte impatto e pensato coinvolgimento (la coincidenza dello sguardo dello spettatore con quello dei protagonisti, uno umano e l’altro animale), attraversata da una morale mistico-esistenziale che ne fa, in un certo qual modo, un film bifronte: da quest’ultimo punto di vista, il tentativo di trasferire al cinema il centrale sincretismo new age della storia rischia, a tratti, di apparire come più semplicistica velleità filosofeggiante; ma d’altra parte, la suddetta e ammirevole intenzione connessa con la sentita e solida orchestrazione del racconto e della messa in scena conferiscono a quest’opera coraggiosa e personale un prezioso e sorprendente effetto meraviglia: quella in cui Lee ci accompagna è un’avventura esotica e spirituale all’insegna di un misurato realismo magico di grande coinvolgimento e avvolgente magnificenza visiva (da citare almeno la scena delle meduse, quella dei pesci volanti, o anche la sequenza all’isola dei suricati) in cui s’intrecciano suggestioni letterarie (Hemingway, Kipling, Poe) e pittoriche (specialmente Rousseau nelle visioni naif), cui danno il contributo la luminosa e avvolgente fotografia di Claudio Miranda e i cruciali ed efficaci effetti speciali (la tigre in motion capture più vera del vero), entrambi esaltati da un 3D usato, come solo rarissime volte capita, con consapevole discrezione creativa. E in tutto ciò, tra sequenze di grande spettacolarità, ammirevole gestione delle componenti e momenti di genuina emozione, anche i diversi limiti interni (la retorica dell’elogio prettamente americano della forza di volontà, o anche la fragile e forse un po’ melensa cornice di prologo ed epilogo) finiscono per affievolirsi, surclassati da uno spettacolo al quale può essere un piacere abbandonarsi. 11 nominations e 4 Oscar: miglior regia, fotografia, effetti visivi e colonna sonora.

Vita di Pi
Vita di Pi
Summary
"Life of Pi"; di ANG LEE; con SURAJ SHARMA, IRRFAN KHAN, TABU, RAFE SPALL, GÉRARD DEPARDIEU, ADIL HUSSAIN, AYUSH TANDON; avventura; USA, 2012; durata: 127';
70 %
Voto al film
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